Carmelo Cipolla
L’emergenza lavoro, la crisi dei settori industriali e delle imprese artigiane in provincia di Agrigento, una mattanza senza fine.
Agrigento continua a inabissarsi tra disperazione, per la perdita della speranza che possa risalire la china sulla via, tutta in salita, della ripresa economica, dello sviluppo dell’impresa e della crescita dell’occupazione.
Le cinque aree industriali (S. Benedetto di Agrigento, Casteltermini, Ravanusa, Sciacca e Porto Empedocle), sono state spogliate dalla crisi, delle tante iniziative imprenditoriali, con fallimenti, chiusure precipitose con l’attivazione degli ammortizzatori sociali che sono destinate a un restringimento del tempo di erogazione.
Il popolo dei disoccupati, tra chi il lavoro l’ha perduto e chi non l’ha mai trovato, va ben oltre le 150.000 persone.
Lo stesso lavoro nero che nella piccola e media impresa industriale e artigianale aveva un suo habitat, ha subito una sforbiciata.
L’area artigianale di Racalmuto, non è mai veramente decollata, mentre si sono ristretti i margini per piccoli insediamenti nel territorio.
Il lavoro prevalente della FILLEA, della FILCTEM e della FIOM, (sindacati di categoria della CGIL operativi nel settore industriale), è costituito dall’attività di sostegno per la rivendicazione degli ammortizzatori sociali.
Questa provincia non ha grandi imprese e quelle piccole, sono in maggioranza individuali o a carattere familiare.
Le imprese più espressive vivono di appalti pubblici nei settori dei rifiuti, idrico e della riscossione.
Insomma Agrigento è in default, il polo industriale di Porto Empedocle che potrebbe rinascere e fortificare economia e occupazione, non riesce a trovare la sua pianificazione e programmazione. Non esiste un piano industriale: chi lo dovrebbe fare, chi lo dovrebbe promuovere e realizzare?
Il turismo resta legato a una forma “ artigianale” ed anche questo pezzo di economia, scollegato col settore Agro-Alimentare, non assume il carattere industriale.
Questa provincia non può dormire, necessita di un risveglio rilanciando se stessa, avendo come punto di convergenza, il dibattito che si è sviluppato a febbraio fra tutti i soggetti sociali, alla presenza di Susanna Camusso.
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