Massimo RASO
Nei giorni scorsi “il Sole24ore” ha analizzato gli anni dal 2007 al 2013 attraverso 10 indicatori: tasso di disoccupazione , redditi, depositi in banca prezzi delle case, acquisti di auto e di beni durevoli, prestiti personale, acquisto di farmaci, numero dei laureati, rifiuti.
Ma la crisi non ha colpito tutti i territori nello stesso modo: alcune province più di altre hanno sofferto, registrando nel 2013 vistosi arretramenti rispetto al 2007
Nel dettaglio:
2007 | 2013 | Differenza % | |
Tasso di disoccupazione | 16.73 | 21.06 | +25.9 |
Depositi bancari (euro x abitante) | 5395 | 10670.54 | +97.8 |
Valore Aggiunto (procapite ai valori correnti) |
13060 | 11673 | -10.6 |
Prestiti personali (importo medio) | 12634 | 11625* | nd |
Consumi beni durevoli | 830 | 692 | -16.6 |
Casa (prezzi medi vendita al mq di appartamenti nuovi di 100 mq in zona semicentrale nel comune capoluogo | 1500 | 1250 | -16.7 |
Immatricolazione Auto nuove | 9454 | 3477 | -63.8 |
Farmaci (spesa per abitante) | 415 | 397 | -4.2 |
Rifiuti urbani (procapite in kg.) | 603.8 | 546.8 | -9.4 |
Laureati (x 1000 giovani 25/30 anni) | 60.58 | 68.6 | +13.2 |
*Insieme ad Enna
Riteniamo che i dati si prestino a qualche considerazione e a più di una interpretazione.
Tuttavia alcuni, nella loro oggettività, rivelano – senza dubbio – un peggioramento della condizione generale di vita di questa provincia: l’aumento della disoccupazione e la diminuzione del valore aggiunto, accompagnato alla diminuzione dei consumi (da quello dei beni durevoli ai farmaci o la stessa diminuzione dei rifiuti prodotti) segnalano senza dubbio che occorre che in questa nostra terra si rimetta mano con forza ad invertire il ciclo.
Questa CGIL lo segnala da tempo ed ha sempre colto ogni occasione analoga per ribadirlo: occorre rimettere mano alle politiche di sviluppo, agli investimenti.
Alcuni esempi?
Nell’Edilizia (settore autenticamente in ginocchio!) occorre dare fondo a tutti i progetti cantierabili e a riprendere il ragionamento sulla infrastrutturazione (strade, fogne, scuole, portualità ecc.); occorre sbloccare gli interventi nei centri storici e nella definizione dei PRG; occorre far partire grandi interventi privati annunciati (dal rigassificatore agli alberghi nella zona di Sciacca).
Occorre sciogliere alcuni nodi che ci trasciniamo irrisolti: Terme di Sciacca, Aree di Sviluppo Industriali; uno sviluppo del settore minerario che non cozzi con quello turistico/alberghiero; politiche di filiera a sostegno dell’agroindustria di qualità.
Possibile che, al netto di qualche apprezzabile intervento di qualche parlamentare, su nessuna di queste questioni abbiamo “tavoli” avviati con i livelli di governo? Noi abbiamo tentato, insieme alle altre forze sociali ed imprenditoriali, di riavviare un ragionamento circa una “piattaforma” provinciale su cui tentare di avviare un ragionamento con Roma e Palermo, abbiamo fatto perno sulla “camera di commercio” quale luogo nel quale queste forze si sono incontrate, abbiamo chiesto a gran voce l’aiuto ed il sostegno delle istituzioni.
Ma ancora non ci siamo!
Nel frattempo è ripresa l’emigrazione e si è allargata la forbice della povertà: occorre darsi una smossa. Queste sono le vere priorità su cui deve confrontarsi e da cui deve ripartire la politica.