Piero Mangione
Onorevole ministro, non crede che ci siano battaglie di più alto valore politico e sociale rispetto a quella che ha ingaggiato con la ministra Madia sull’articolo 18, stante che , ormai, risultano superati i tempi dello scontro ideologico contro lo Statuto dei diritti dei lavoratori?
Non crede che, comunque, siano state bastevoli le opere di demolizione dei ministri Treu, Maroni, Sacconi, Fornero e dei rispettivi governi finalizzati, a loro dire, per “rendere più flessibile il mercato del lavoro, per rendere più sostenibile il sistema previdenziale e assistenziale, per facilitare al lavoro l’entrata e l’uscita dall’impresa, per rendere l’Italia più competitiva e appetibile per i capitali internazionali?”
Se erano questi gli obiettivi, i fatti si sono incaricati di dimostrare che queste ricette, così come quelle dell’austerità a senso unico, non hanno funzionato per cui volere, anche da parte Sua, insistere a martellare sul “chiodo fisso” appare una sorta di accanimento terapeutico.
Mi permetta di chiederLe cosa c’entra l’articolo 18 con il PIL, che continua a decrescere; con la recessione che non si ferma; con la disoccupazione che continua a massificarsi; con i consumi che non possono crescere per il ribasso dei redditi da lavoro e da pensione;con le imprese che chiudono e licenziano; con le banche che speculano con le risorse europee e non sostengono né le imprese, né le famiglie.
E, visto che, di tanto in tanto, Ella torna ad Agrigento, si faccia fare un report sulle tante donne e uomini che, al di la e al di qua dell’articolo 18, hanno perduto il lavoro, si faccia dire a quanti sono state decurtate le ore ed il salario e quanti ancora non lo trovano nemmeno in nero, senza contributi previdenziali e infortunistici.
Questa provincia ha il più alto tasso di aziende che chiudono non per l’articolo 18, bensì per colpa delle banche, per la caduta della domanda e dei consumi, per cui licenziano a ruota libera e le famiglie così entrano nel labirinto delle tutele sociali i cui finanziamenti sono insufficienti e stentano a divenire immediatamente esigibili.
Onorevole ministro anche le forze dell’ordine qui in Agrigento se la passano male per tanti motivi, tante volte enucleati, ma perché anche loro hanno in casa un disoccupato disperato.
Ed allora faccia qualcosa per questa provincia che resta da anni agli ultimi posti degli indicatori economici e sociali., conduca qui imprenditori e investitori, capitali pubblici e privati, favorisca lo sviluppo della “Sua” nostra terra solamente pensando allo sfruttamento delle risorse non de localizzabili che abbiamo, ed insieme pensare ad una operazione di manutenzione e di arredo urbano che dia decoro all’offerta turistica.
Insomma potrebbe fare tante cose che Le darebbero merito più di questa inutile e ideologica battaglia contro l’articolo 18,
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On. Alfano, non crede che sia bastata l'opera di demolizione di Treu, Maroni, Sacconi, Fornero?"
By vedisotto3 Minuti di lettura