Chissà perché, osservando bene questo certificato di nascita rilasciato dall'Ufficio Anagrafe del Comune di Favara, ci è saltato subito alla testa quel salice piangente incarnato nella ministra del Walfare Elsa Fornero.
Siamo convinti che se avesse notato l'incolpevole svista dell’impiegato si sarebbe risparmiate quelle lacrime di coccodrillo che gli increduli italiani le hanno visto sgorgare durante la conferenza stampa in cui ha annunciato l'innalzamento dissennato e fuori dal contesto europeo dell'età anagrafica minima per andare in pensione.
Dal primo gennaio del 2013 si potrà andare in pensione a 66 anni e tre mesi senza tenere conto dell'anzianità contributiva perché abolita. Ovvero sarebbero necessari 42 anni di contributi ed aver avuto la fortuna di entrare nel mondo del lavoro poco più che ventenni. La qual cosa, nell'attuale contesto e per chissà quanto tempo ancora rappresenta una presa per i fondelli, considerato che la disoccupazione giovanile "ufficiale" si attesta oltre il 37%.
Ma torniamo al nostro certificato di nascita. Il neonato in questione, dai dati del documento, sarebbe venuto alla luce il 5 gennaio 1913 e quindi avrebbe la veneranda età di cento anni e otto giorni. Atteso che non ci sono, per fortuna, termini di scadenza per avere il diritto alla corresponsione della pensione, ci permettiamo di suggerire alla gentile ministra di erogare da subito l'assegno pensionistico al nostro piccolo concittadino, una specie di 'pensione ad honorem' in quanto il caso collima perfettamente col concetto di aspettativa di vita.
Da parte nostra ci immaginiamo la Fornero che in un messaggio televisivo a reti unificate pronunci con un largo sorriso a trentadue denti un discorsino della seguente specie: “Cari concittadini, questo bambino è la prova vivente della vita che si allunga. In appena otto giorni la sua età è aumentata di cento anni. Certamente un caso unico ma sicuramente un segno del destino. Cosa volete che siano settant'anni. Godetevi la vita e non pensateci più. Il lavoro allunga la vita ed io lavoro per farvi lavorare il più a lungo possibile… cosa dice lei? Manca il lavoro? Non vi preoccupate, vi darò da lavorare tra dieci.. forse venti anni… ma la vita, l'aspettativa di vita oggi corre come il vento… Cosa dice lei? Come farete a vivere nel frattempo? Azzi vostri”.
Caro lettore, la storia del certificato di nascita è vera. Sarà stata sicuramente una svista, che può capitare, nulla di importante.
La storia della Fornero è frutto della nostra fantasia, ma che purtroppo corrisponde ad una realtà, questa volta tragica, che colpisce milioni di lavoratori sacrificati sull'altare di una crisi economica ancora tutta da subire e da capire.
Di chi è la colpa? A nostro parere non c'è tempo per le verifiche del passato, che dovranno essere pur fatte. Questo è tempo di "aggressione democratica popolare", di indignazione responsabile e soprattutto di difesa della dignità della persona rivoltandosi contro chiunque vuole calpestare il sacrosanto dovere del mantenimento di quei diritti minimi che i nostri padri hanno conquistato per loro e per noi, loro figli e noi per i nostri figli.
La querelle è sempre la stessa: la questione morale e il rispetto della nostra Carta Costituzionale. Laviamoci i panni sporchi a casa nostra, puliamo democraticamente la nostra Italia andando a votare per decidere noi per noi stessi. Una volta nelle piazze si gridava "pane e lavoro". Oggi sarebbe meglio dire "pane, lavoro e politica".
Solo una politica responsabile potrà essere al fianco del cittadino, quel cittadino che oggi si sente privato
persino dell'aria che si respira. Questa non è l'Europa di De Gasperi, Schuman, Spinelli, Adenauer i quali sognavano una cooperazione basata sul rispetto della dignità umana e sull'interesse comune. Oggi ci sembra di assistere ad una unione apparente dove chi può non scuce un solo euro per aiutare l'altro.
Un parlamento europeo che non conta niente. Il vero potere accentrato nelle mani dei commissari che vengono nominati dai singoli governi. E spesso all'interno della Commissione Europea qualche ascaro lavora contro il proprio Paese. Ma ne parleremo. Per adesso ringraziamo l'assoluta innocenza del nostro bambino che ci ha dato spunto di scrivere queste righe.
2 commenti
Monti si rende conto proprio adesso che non solo è possibile intervenire su Imu prima casa, ma anche su Iva Irpef e tasse in genere. Cioè il nostro programma. Quindi noi non raccontiamo favole e non siamo populisti demagoghi. Peccato che se ne sia accorto dopo aver spinto il parlamento a votare quelle misure ed aver impoverito le famiglie italiane. Ma certo, ora e’ candidato…
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