Ha i capelli biondi e molto ricci, corporatura esile ma ben allenata, col suo metro e sessantaquattro per quarantotto chili. Lo sguardo è semplice ma vispo, a tratti dolce, e non lo penseresti mai. Lei si chiama Maria Rosa Tabbuso, nata a Santa Elisabetta (in provincia di Agrigento) e romana d’adozione: professione parrucchiera ma campionessa nella volontà, nella tenacia e sul ring. Si, perché Maria Rosa ha all’attivo tante di quelle vittorie e di quei primati da lasciare sbalorditi. Ma andiamo con ordine.
La Tabbuso nasce il 15 gennaio del 1970 e già dopo sei anni assiste a un primo e totale stravolgimento nella sua vita, poiché il trasferimento della famiglia in Belgio per motivi di lavoro – secondo una ben collaudata sequenza tipica di quegli anni che purtroppo sta drammaticamente riprendendo – la obbliga a ricominciare una nuova esistenza in un luogo straniero e con una lingua ancor più straniera. Nel paese di re Baldovino Maria Rosa comincia però a esprimere il meglio di sé già in tenera età, studiando per quello che diventerà il suo mestiere e approcciandosi con tenacia ai bordi di un ring. “Colpa” del fratello Agostino che da campione di karate (è stato il numero uno in Belgio per anni) ha fatto nascere nella sorella più piccola una irrefrenabile voglia di match. La Tabbuso segue il fratello insistentemente, pregandolo di farla allenare, e lui, preso per sfinimento ma contro il volere di papà Giacomo, alla fine cede e le regala un sacco da boxe da appendere a casa. Ma Maria Rosa si accorge subito che le quattro mura domestiche le stanno troppo strette e inizia a calpestare i primi ring facendo karate, thai boxing e kickboxing, di cui diventa professionista e campione belga a soli vent’anni (suo primo record). E’ la svolta: sempre in quest’ultima disciplina conquista tra il 1992 e il 1993 addirittura ben due titoli europei consecutivi. Ma a questo punto la sua storia si è già intrecciata nuovamente con l’Italia.
Dopo l’incontro col campione mondiale di kickboxing Massimo Liberati, infatti, decide di dare una seconda svolta alla propria vita, trasferendosi a Roma dove inizia ad allenarsi nella palestra dell’iridato. Sempre nella capitale si mantiene lavorando prima come parrucchiera impiegata e poi come titolare di un negozio tutto suo, l’Hair Studio 92. La Tabbuso intraprende quindi quello che diventerà il suo stile di vita ancora fino a oggi: andare al lavoro in bici, in palestra all’ora di pranzo e la sera. Un ritmo durissimo – se si pensa che per almeno altre dieci ore al giorno Maria Rosa accudisce i capelli delle sue affezionatissime clienti – che in pochi saprebbero mantenere costantemente negli anni. Ma lei è così, senza punti deboli, come ufficialmente certificato dai tecnici internazionali del circuito boxistico. Quindi ecco la terza svolta, ma sportiva, della sua vita: si approccia al pugilato puro diventandone nel 1995 la prima donna italiana professionista (suo secondo personale primato).
continua…
Antonio Fragapane
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