“U sceccu ca sa vanta un vali mancu un sordu”. Un famoso detto siciliano che i consiglieri comunali di Agrigento, Cinzia Puleri, Patto per il Territorio, Alfonso Mirotta, PdL, e Alfonso Vassallo, Mpa, hanno scomodato a beneficio del sindaco Zambuto.
“Eviti di vantarsi e provi ad amministrare, ove ne abbia un minimo di capacità e la voglia, oppure – tuonano i tre inquilini di aula sollano – scelga l’unica strada per recuperare la propria dignità e la stima degli agrigentini: si dimetta”.
A scatenare la reazione del gruppo è stata una disamina fatta da Zambuto in ordine ai conti di Palazzo dei Giganti.
“Lui parla e rivendica – scrivono – la sua mirabile azione di risanamento delle casse comunali, attraverso il pagamento di 22 milioni di debiti pregressi. Bene, Zambuto, forse perché ancora poco lucido per la delusione provata nel sapere che Casini non lo ha ritenuto meritevole del “posto” alla Camera dei Deputati, ha commesso un grave errore di calcolo, ma certamente in buona fede. E allora riteniamo giusto aiutare il sindaco a fare conti esatti e veritieri, onde evitare di illudere e prendere in giro gli agrigentini. Infatti, a fronte del pagamento di 22 milioni di debiti, cosa che (a suo dire) non gli ha consentito di rilanciare la città (come promise nel 2007 e ancora nel 2012…), il sindaco Zambuto ha contratto un mutuo, a carico dei cittadini, di oltre 12 milioni di euro. Facendo un conto sommario, calcolando gl interessi, il Comune, cioè i cittadini di Agrigento, dovranno sborsare neiprossimi anni ben 15 milioni di euro per ripianare i debiti nei confronti dell’ ATO rifiuti, debiti che fino a poche settimane addietro Zambuto affermava non esistere. Pertanto la cruda verità è che l’indebitamento comunale è aumentato in modo esponenziale e Zambuto ha scaricato sugli agrigentini una bella massa di debiti che saremo costretti a pagare per i prossimi 10 anni”.
“Per concludere è opportuno anche un piccolo paragone:
l’amministrazione Piazza, dal 2001 al 2007, ha pagato vecchi debiti del Comune per oltre 40 milioni di euro. Debiti provenienti dalle precedenti
amministrazioni, dovuti in gran parte a sentenze dei Tribunali che vedevano il Comune soccombente e si dovevano pagare senza se e senza ma. In quegli anni però, a differenza dei 6 anni di amministrazione Zambuto, la città viveva, i servizi funzionavano, si sono asfaltati 100 km di strade cittadine, decine di cantieri aperti, opere pubbliche realizzate, si è completata l’illuminazione in tutti i quartieri, la città era pulita. Nei 6 anni zambutiani, invece, la città si è progressivamente spenta, nessuna opera, nessun cantiere, nessun progetto presentato per recuperare fondi europei, una macchina comunale completamente ferma, nessuna occasione dilavoro, cantieri inesistenti, servizi scomparsi, abbandono totale del verde pubblico, frazioni in condizioni pietose, mare inquinato e chi più ne ha più ne metta. Suggeriamo al sindaco di evitare ancora proclami e dichiarazioni autoreferenziali, lo invitiamo, ora che si è finalmente chiusa la vicenda della candidatura al Parlamento, a dedicarsi alla città ed ai suoi problemi, a cercare di recuperare i 6 anni persi a causa dei suoi balletti e della incapacità amministrativa della sua squadra” – concludono Puleri, Mirotta e Vassallo.