L’usato sicuro preferito al nuovo. Il rottamatore resta ai box. Anche gli agrigentini si affidano a chi qualche chilometro lo ha macinato. Forse avrà inciso la crisi. Fatto sta che nella gara, quella ufficiale, ci andrà l’esperienza, la saggezza di Pier Lugi Bersani. Sarà lui a guidare la coalizione di centrosinistra alle elezioni Politiche della prossima primavera. Il segretario nazionale del partito democratico ha vinto nettamente nei confronti del giovane, intraprendente, rivoluzionario sindaco di Firenze. Matteo Renzi ha perso, e anche pesantemente. Addirittura al ballottaggio ha ceduto ulteriore terreno al rivale. La forbice si è allargata. Lo scrutinio nei 46 seggi, allestiti in provincia di Agrigento, ha rafforzato, rispetto al primo turno, la leadership di Bersani. Per lui 6.282 voti pari al 66,74%, per il rottamatore, anche lui del pd, 3.081 preferenze pari al 33,26%. In buona sostanza ha lasciato in pista 288 voti. Solo in un Comune è riuscito a ribadire la sua superiorità, a Licata, mentre non è stato premiato, così come era avvenuto nel primo round, a Menfi, dove Bersani, seppur di poco, lo ha scavalcato. L’ex minsitro l’ha fatta da padrone. Anche nei 4 seggi della citta capoluogo, stesso trend, il segretario nazionale del Pd in rialzo, ha conquistato 70 voti in più, il sindaco di Firenze in ribasso con 22 voti in meno. La prove libere hanno dato il loro verdetto: in pole c’è Pier Luigi Bersani