Aldo Mucci
Lampedusa. Lillo alza il dito per indicare la grande nave colorata di nero che sta per attraccare. Dalla nave scendono tre enormi camion dell’Aeronautaica Militare Italiana. I grandi teloni verde militare, lasciano intravedere il carico “luccicante”. Si tratta di enormi radar della Nato da posizionare a Capo Ponente. Gli chiedo: Dobbiamo essere orgogliosi, “Lampedusa è la guardiana Nato del Mediterraneo”. Lillo cambia il tono della voce: “minchiunarie, cu sta scusa ci stannu occupannu”. Si stanno “accaparrannu alla sfaccialata” l’isola per farne una grande zona militare. Ed aggiunge: “Di tanto in tanto fa capolino qualche politico che comodamente seduto al bar, ci parla delle politiche sulle immigrazioni”. Dico all’on.Caio di non contrapporre i poveri migranti ai Lampedusani,e che questo modo di vedere politicamente le cose ci fa pensare che sotto sotto ci sono altri scopi.
Non posso immaginare la nostra bella isola trasformarsi in un enorme carcere dove rinchiudere chi fugge dal proprio martoriato Paese in cerca di un grande sogno; la Libertà. Ed ancora: “non vogliamo immaginare la nostra bella Isola trasformata in una grande, verdastra vedetta militare. “La vera vedetta alata dell’isola è il nostro falco della regina (Falco Eleonorae) presente sull’isola solo sei mesi l’anno. Ricordo ancora la commemorazione del naufragio del 3 Ottobre, continua Lillo: “quanti cristiani, esteri e italiani” Quanti discorsi, quante promesse, quanta eleganza, quanto profumo. Tutti a commemorare i morti “esteri”. Masculi e fimmini. L’unica cosa che fa accaponare la pelle sono quei grandi massi colorati di arancio, verde, etc con le scritte realizzate dai sopravvissuti: “God is love” – You are always in my heart”. Il suo pensiero torna ai radar, alla paura delle onde magnetiche. Pensa alla salute dei Lampedusani, a quella di Caterina e Francesco, i suoi figli. Poi continua: “Alcuni “scienziati”ci hanno spiegato che i radar sono importanti, perché controllano, vigilano sulle nostre coste che di tanto in tanto vengono invase dagli “esteri”.
Hanno speso milioni di euro per questi “occhi”, dimenticando che a Lampedusa mancano quasi tutti i servizi basilari. Ma ci pensi, continua Lillo: “A gennaio,Lampedusa è stata ufficialmente candidata al Premio Nobel per la pace 2014”. Un importante traguardo che riconosce la solidarietà degli abitanti dell’isola, ma anche le sofferenze dei sopravvissuti e il sacrificio delle migliaia di morti annegati. Abbiamo sperato, sognato “ammatula”, il Premio non ci è stato riconosciuto. A noi rimangono quei grandi occhi puntati non si sa dove e la bocca aperta.
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