Recentemente, in tre occasioni, il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità le proposte dell’Amministrazione. Coincidenza ha voluto che i fatti si siano verificati dopo l’insediamento della nuova Giunta. Un miracolo? L’opposizione non è più tale, ormai “convertita” sulle nomine degli assessori?
A mio parere, non è accaduto nulla di straordinario, ché questa assise cittadina e le altre che l’hanno preceduta hanno sempre votato, senza distinzione di maggioranza e minoranza, tutti gli atti proposti delle amministrazione palesemente a favore della cittadinanza, come lo sono state la proposta sul centro storico o sull’assistenza ai ragazzi portatori di handicap. La minoranza, ripeto, si è turata il naso è ha votato favorevolmente per non commettere scelte impopolari.
Non c’è nulla di nuovo, dunque, sotto l’ombra del Castello Chiaramonte.
Mentre, dal particolare fatto dovrebbe essere rispolverato il metodo dei precedenti sindaci, che riuscivano ad amministrare senza una precostituita maggioranza nell’aula Falcone Borsellino, semplicemente proponendo atti “palesemente” in favore della città. Airò nel suo primo mandato a sindaco contava in Consiglio solo tre consiglieri eppure riuscì a lavorare.
Il metodo messo in campo da Manganella è diverso. Vorrebbe attraverso discutibili strategie vincere e stravincere su personali battaglie politiche.
Tornando al miracolo che non c’è, resterebbe da proporre in Consiglio tutti gli atti che troverebbero d’accordo maggioranza e opposizione per velocizzare il percorso di miglioramento della qualità di vita dei favaresi. Dovrebbero alcuni gruppi e consiglieri comunali smetterla di fare pressione per ottenere piccoli risultati personali. Scordarsi, questo è difficile, di aver fatto parte della maggioranza per ottenere chissà che cosa.
Come disarmare l’opposizione si è visto in passato e anche recentemente. La ricetta è semplice. Dare maggiore attenzione ai suggerimenti che arrivano dai gruppi consiliari senza distinzione di sorta, renderli partecipi nella formazione delle proposte, individuare le principali emergenze cittadine e cercarne, in collaborazione, le soluzioni. Sono controindicati l’arroganza e i piccoli interessi personali.
