Il punto di Peppe Messina
Dopo l’arresto di ieri del presidente dell’ente formazione “Coop. Emmeciquadro”, Luciano Tornambè, ad opera dei Carabinieri del Nucleo Tutela Lavoro di Palermo, torna alla ribalta la questione morale nel settore della Formazione professionale.
È indubbio che il clima nell’ultimo anno sia cambiato nel settore e non è un caso che tutte le Procure della Repubblica della Sicilia hanno impresso una accelerazione alle inchieste giudiziarie per scovare il malaffare che per troppo tempo si è annidato in certi ambienti formativi lungo il perimetro isolano.
La pulizia serve – e non è un paradosso – a restituire credibilità alla Formazione professionale siciliana isolando le mele marce dai tanti enti formativi virtuosi che hanno il diritto di continuare a garantire l’erogazione di un servizio di rilevanza costituzionale.
Bene fa l’amministrazione regionale a proseguire l’attività di controllo e vigilanza che ha portato negli ultimi due mesi ad emettere una serie di decreti di revoca dell’accreditamento anche ad enti formativi di grosse dimensioni e radicati sul territorio siciliano: ‘i cosiddetti intoccabili’. Azione incessante e puntuale che potrebbe portare a nuove revoche eccellenti tra gli enti formativi nei prossimi giorni.
A beneficiarne saranno sicuramente tutti quegli enti di formazione professionale – e sono in tanti – che nulla hanno a che fare con l’utilizzo distorto e malavitoso delle risorse pubbliche e che continuano a contraddistinguersi quotidianamente per un servizio di altissima qualità.
Il sistema formativo è esploso da tempo e la conclusione di alcune inchieste, prima fra tutte quella denominata ‘Corsi d’oro’ di Messina che ha portato all’arresto del parlamentare del PD, Francantonio Genovese, hanno impresso un cambio di marcia considerevole, alimentando la speranza di un vero cambiamento.
Un’’operazione trasparenza’ che può solo fare bene al settore che ha bisogno estremo di legalità e chiarezza.
Il clima è cambiato a tutti i livelli ed il settore è al centro di una maxi operazione ‘detergente’ grazie all’opera straordinaria della magistratura.
‘Marca visita’ la politica che pure ha contribuito in maniera determinante negli ultimi quindici anni a degenerare il sistema formativo siciliano con assunzioni selvagge improntate al solo ritorno elettorale con investimenti folli ed una spesa pubblica ingigantitasi a dismisura.
La politica a tutto tondo oggi, in questa fase delicatissima di riassetto del settore, dove gli equilibri sono in parte saltati, è la vera grande assente. Basti pensare all’immobilismo del Parlamento siciliano che allorquando la temperatura si è surriscaldato ed il comparto della Formazione professionale è scoppiato, i parlamentari hanno pensato bene di starsene in disparte.
La stessa Commissione parlamentare d’indagine e studio sulla Formazione professionale all’Ars non ha ancora visto la luce. Eppure spetta alla politica il ruolo ispettivo sull’operato dell’amministrazione regionale e sulla qualità della spesa pubblica nel settore. Questa politica ha deciso di non decidere.
Il Governo del presidente della Regione, Rosario Crocetta, si è intestato una battaglia che affonda le radici molto tempo prima del suo insediamento al vertice politico della Sicilia. Certamente ha contribuito al cambiamento dell’atteggiamento ma, di certo, non ai risultato che sono da ascrivere alle forze dell’ordine ed alla magistratura.
Quel che ancora oggi lascia basiti è scoprire che, in un settore dove non c’è più ‘trippa per gatti’ qualcuno ancora persevera nel fare il furbetto.
I giochi sono sempre gli stessi, fatturazione gonfiate, affitti d’oro, consulenze esterne a suon di migliaia di euro, come in taluni casi di esternalizzazione dell’elaborazione delle buste paga, Od ancora forniture e servizi, oppure contratti esosi di pulizie. Voci di spesa che annidavano, e probabilmente in alcune sacche di malaffare ancora oggi lo si può riscontrare, il malaffare ed il latrocinio.
Adesso è il momento di dire basta. Si abbia il coraggio di restituire il settore a quegli enti che costituiscono una garanzia di trasparenza e legalità.
Una questione morale che tocca tutti, nessuno escluso. Si metta in salvaguardia il personale della formazione professionale spinto alla marginalizzazione ed isolato dal mercato del lavoro e si tolgano dalle mani dei furbetti gli strumenti per l’indebito arricchimento.
Ci si fermi, si arresti l’attività formativa per sei mesi, il tempo di completare la pulizia nel settore per poi riprendere con la veemenza che serve in un settore finalmente pulito.
La Sicilia ha fame di antimafia, quella vera, e di legalità, quella vera. Coloro che hanno costruito il patrimonio con la distrazione delle risorse pubbliche facciano ammenda, compiano un passo indietro e tolgano il disturbo. La Sicilia pulita ed i siciliani perbene sono pronti a ringraziarli.
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