La legalità non è un concetto ad uso e consumo dei singoli ma appartiene all’esercizio della cittadinanza attiva alla quale corrisponde l’impegno trasparente delle istituzioni. Non sempre è così e non sempre si è propensi al rispetto delle regole e quindi della legalità.
La Sicilia sconta un indubbio ‘deficit di legalità’ rafforzato dalla quasi quotidiana cronaca che racconta casi di falsi paladini plenipotenziari di quel patto civico, dove le regole vengono accolte liberamente e rispettate, calpestato, invece dagli sporchi giochi del fare politica con la ‘p’ minuscola.
Chi dichiara di perseguirla, lottare per contribuire a preservarne l’alto valore civico, deve farlo a prescindere e di fronte a qualsiasi sacrificio, cominciando con l’accettarle le regole.
“Le leggi da sole non bastano”, ricorda Don Luigi Ciotti nella prefazione al libro del magistrato Adriano Patti dal titolo ‘Perché la legalità’. Lo stesso aggiunge: “Perché sia praticata, una legge deve essere prima di tutto riconosciuta, cioè deve ‘intercettare’ i processi d formazione delle persone e dei giovani in particolare, deve saper parlare a quel guardarsi dentro e fuori di sé che sveglia la coscienza critica, la capacità di interrogarsi, di distinguere, di fare delle scelte”.
Quindi, il rispetto delle regole è legalità. E lo ribadiamo per una precisa ragione.
Ci siamo imbattuti, con un nostro articolo di ieri, in questa vicenda dell’Avviso pubblico del 25 luglio 2014 con il quale il Ciapi di Priolo ha reclutato mille e 854 esperti da utilizzare nelle misure del Piano della Garanzia Giovani ed abbiamo registrato che alcune cose non quadrano e probabilmente vanno in direzione opposta al principio – da tutti a parole osservato e difeso – della legalità. Da qui l’approfondimento al significato della parola vista rispetto al fatto narrato.
Le polemiche divampate a seguito della pubblicazione delle graduatorie per profilo funzionale sul sito istituzionale del Ciapi di Priolo, devono far riflettere tutti, nessuno escluso. Gli errori ci sono è inutile girarci intorno. Possono capitare e non serve neanche puntare il dito contro il Ciapi. Il punto è un altro.
È facile parlare di legalità e sostenerne a parole l’alto valore. Siamo sicuri che in questa storia delle graduatorie tutti i protagonisti hanno la coscienza pulita e si possono rispecchiare pienamente nel valore della legalità. Noi non lo sappiamo, il clima che si respira qualche interrogativo lo pone.
Il rispetto delle regole fissate negli articoli contenuti nel citato bando, è legalità.
Se il bando stabilisce che per accedere al profilo di Orientatore il titolo di laurea da un maggiore punteggio rispetto al diploma, se questo è avvenuto in sede di valutazione, è legalità.
Se vi sono stati errori nell’attribuzione del punteggio, se ciò viene fatto rilevare affinchè si possa intervenire per tempo ed aggiustare la graduatoria nel rispetto di quanto previsto dalle clausole dell’Avviso, è legalità.
Partecipare ad un Avviso che prevede tra i requisiti di accesso quello di essere iscritti all’Albo regionale degli operatori della Formazione professionale e non averlo, non è legalità.
I fatti parlano di furbetti che hanno approfittato della situazione per ottenere un vantaggio personale, di soggetti che si trovano in posizioni di rincalzo superati da altri che vantano minori titoli o anzianità di servizio, o non presentano addirittura esperienza di settore. Chissà se è una distrazione, un mero errore, oppure c’è di più.
Quella alla quale abbiamo assistito ieri è stata una pietosa guerra tra i poveri, una contrapposizione tra chi è stato assunto prima del 31 dicembre 2008 e coloro che invece sono arrivati dopo. Uno stillicidio che non serve a nulla e a nessuno. Sicuramente non serve alla difesa della legalità. Non ci sono vinti e vincitori e c’è il diritto al lavoro.
La centralità del ragionamento non è, però, il diritto al lavoro, che spetta a tutti per il suo rilievo costituzionale, ma la legalità.
Stabilite le regole, fissate nel richiamato Avviso pubblico dello scorso 25 luglio: o si contestano entro i termini o si accettano in silenzio. Questa è legalità. Se è stata sbagliata la valutazione anche di un solo titolo di un solo partecipante si ha il dovere di controllarne la posizione. Questa è legalità, che va di pari passo con la trasparenza, altro principio che regola l’azione della pubblica amministrazione.
Hanno diritto a lavorare – dentro le regole – tutti. Anche coloro che sono stati assunti dopo il 31 dicembre 2008 hanno diritto sacrosanto a poter proseguire il lavoro già iniziato con gli Avvisi 1 e 2.
E non basta, perché a lavorare avrebbero diritto diritto anche tutti coloro che, avendo lavorato nei tre anni di valenza dei citati Avvisi 1 e 2 del 2010, hanno maturato una specifica competenza e professionalità riconosciuta dalle retribuzioni erogate dagli enti di appartenenza a valere su risorse comunitarie degli Avvisi 1 e 2.
A poco vale l’affermazione che non hanno avuto la trasformazione del contratto a tempo indeterminato, perché gli enti ove prestavano servizio, nel rispetto del principio di legalità, non lo hanno fatto (divieto di assunzione dopo il 31 dicembre 2008).
Rispettare la legalità significa anche non trasformare il contratto a termine in rapporto di lavoro a tempo indeterminato, visto che le regole a governo del Fondo sociale europeo non te lo consentono.
Eppure non per tutti è andata così. Quindi, ci sono stati i ‘furbetti’ che adesso sono iscritti all’Albo o peggio ancora non lo sono ed hanno partecipato lo stesso alla selezione del Piano della Garanzia Giovani e quelli che invece lo ‘spettacolo’ lo stanno vedendo dalla finestra perché hanno creduto nel principio della legalità ed hanno perduto ogni possibilità di rientrare.
Lo ripeto, ci sono decine di lavoratori che pur avendo lavorato per circa tre anni presso gli Sportello multifunzionali, pagati dal Fondo sociale europeo con gli Avvisi 1 e 2, non hanno potuto partecipare agli Avvisi del Ciapi come ‘Spartacus’ ed ‘Garanzia Giovani’ perché rimasti nella legalità. Oggi di fronte ad un lavoratore che si è iscritto all’Albo, anche con riserva, dopo il 2008 ed un lavoratore che non ha avuto il contratto di lavoro trasformato che differenza c’è? Il primo magari è in graduatoria nell’Avviso per la Garanzia Giovani, l’altro è fuori da tutti i giochi. È legalità questa?
Tutti hanno diritto a lavorare nel rispetto delle regole. Certa politica anziché fare promesse da marinaio, se ha la forza cambi le regole, approvi una norma che saia questa situazione limite e garantisca così in assoluta trasparenza e legalità il lavoro e coloro che lo vantano.
Occorre tracciare la linea di demarcazione fissando le regole a priori.
Chi vanta un diritto non ha bisogno del politico di turno che glielo difenda. Per questo ci sono gli organi previsti dalla legge. Basta con le facili promesse clientelari che ancora inquinano la società siciliana, giocando sul bisogno di chi il lavoro non ce l’ha ed è precario. Certi politici e forse anche certi sindacalisti, in questa storia non hanno finora contribuito alla soluzione definitiva della vicenda lavorativa ma, sfruttando il momento di disperazione di circa 1750 operatori, ai quali si aggiungono anche coloro che vantano il requisito, hanno promesso – di fatto – nuove assunzioni in barba alle regole stabilite nell’Avviso pubblico dello scorso 25 luglio. Lo sbarramento c’è o no all’assunzione? Anche su questo punto si faccia chiarezza. Legalità e trasparenza, due facce della stessa medaglia che possono superare l’empasse e ripristinare i diritti.
Quel che è accaduto è tutto lecito, tutto nella legalità? Forse, non lo sappiamo. Di certo, tutto quello che luccica non sempre è oro. Non serve neanche innamorarsi di una tesi o dell’altra, non porta alla verità. Quello che va perseguito è il principio della legalità che necessità di procedure trasparenti a garanzia del rispetto delle regole che Ciapi, sindacati, amministrazione regionale e politici si sono dati prima della pubblicazione del richiamato Avviso del 25 luglio sul Piano della Garanzia Giovani e che forse non hanno, in alcuni casi, rispettato fino in fondo.
Il balletto delle responsabilità serve solo ad alimentare confusione che allontana la soluzione.
Si metta un punto e si lanci la moneta in aria guardando al cielo, inneggiando….. Trasparenza e legalità
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AAA ….. cercasi ‘Legalità’. Il caso graduatorie ‘Garanzia Giovani’
By vedisotto7 Minuti di lettura
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