PALERMO ACCOGLIE CON UN BAGNO DI FOLLA IL LEADER DEL CENTRODESTRA. L’ANALISI CRITICA SULLA FINTA RIVOLUZIONE CROCETTIANA E L’APPELLO AGLI ALLEATI PER SCUOTERE LA COSCIENZA CIVILE. IL RUOLO CHIAVE DEI GIOVANI
“Ci sono due Sicilie a confronto: quella dei galoppini e de gabinettisti, dei ruffiani, dei voltagabbana pronti a stare col padrone di turno e che vivono di parassitismo, dei garantiti, dei raccomandati, dei truffaldini e delle clientele. E poi c’è l’altra, quella degli imprenditori onesti che la mattina alzano la saracinesca e che vogliono produrre, degli ultimi, dei disoccupati, dei giovani senza lavoro, dei sofferenti, di coloro che credono che il lavoro sia un diritto e non la raccomandazione delle segreterie si turno. È questa seconda Sicilia che voglio rappresentare ed è questa seconda Sicilia che dobbiamo saper interpretare”.
È la dura accusa lanciata da Nello Musumeci, leader dell’opposizione all’Ars, nonché Presidente della commissione regionale Antimafia, nel corso della manifestazione pubblica dal titolo ‘#saràbellissima’ che ha raccolto oltre mille persone all’Astoria Palace di Palermo ieri pomeriggio.
Un monologo, quello del leader del centrodestra, che a tratti ha entusiasmato i presenti, strappando lunghi e convinti applausi, che non ha sancito la nascita di un nuovo partito, come qualcuno ha cercato di far credere.
In un passaggio del suo lungo e accorato intervento Musumeci chiarisce che: “Non siamo di fronte ad un nuovo soggetto politico ma ala chiamata alle armi di un popolo, non solo quello del centrodestra, ma dei siciliani delusi, di quelli che vorrebbero che Crocetta andasse via per affermare un progetto politico credibile”.
Non manca l’affondo contro il centro sinistra rilegato all’angolo e screditato nei confronti dei cittadini: “Dobbiamo superare la logica dell’appartenenza, arrivare a milioni di siciliani stanchi di questo governo. I partiti non hanno più’ alibi. Dopo la bocciatura della mozione di sfiducia, i deputati del centro sinistra, che hanno prima sputato su Crocetta e poi gli hanno teso la mano, non hanno più alibi e sono corresponsabili del fallimento di un uomo e di uno schieramento”.
Chiaro il messaggio lanciato agli alleati, Forza Italia, Nuovo centro destra democratico e Fratelli d’Italia: “Tantra gente di sinistra è stanca di essere rappresentata da questo governo e da questa maggioranza, gli alleati del centro destra tornino a girare la Sicilia e parlare con la gente, si adoperino a lavorare per rappresentare l’alternativa e non l’alternanza, per rappresentare anche la gente di sinistra che non ne vuole più sapere nulla del governo di sinistra che non ce la fanno più ad andare avanti. Non c’è un problema di candidatura ma di progetto. Tornare nelle piazze per confrontarsi su cosa fare, deciderlo insieme oppure siamo costretti a cedere tutto alla tecnocrazia ed ai burocrati”.
Un’analisi a tutto campo che ha sviscerato il folle percorso a ritroso del Governo regionale che ha affossato la Sicilia ed i siciliani.
Dal palco dell’Astoria Palace, Musumeci ha lanciato la sfida all’esecutivo del presidente Crocetta sulle cose da fare.
Ad iniziare dall’abrogazione della legge regionale n.44 del 30 dicembre 1965 che fissa l’indennità e la diaria spettante ai membri dell’Assemblea regionale siciliana a quella del Senato della Repubblica secondo quanto disciplinato dalla legge 31 ottobre 1965, n.1261, allineandola a quella dei consiglieri regionali.
Alla lotta alla mafia che deve passare da una forte azione di repressione e presidio del territorio da parte dello Stato ponendo fine alla competizione in Sicilia tra mafia e Regione sulla gestione dei fondi pubblici. Se la mafia elargisce risorse sarà difficile convincere la gente ad opporsi e credere alla legalità. È un’impresa difficile che va tentata. Dove c’è la mafia non c’è crescita ma il perseguimento del profitto, lo Stato persegue, invece, il giusto. E poi, se dopo 4 anni chi ha denunciato il cravattaro non riceve il giusto ristoro, è difficile convincere a rifarlo. Lo Stato non può permettersi di perdere.
In aperta polemica con la burocrazia, Musumeci lancia la sfida con un interrogativo: “Perché, nei comuni sciolti per mafia oltre a mandare a casa il ceto politico, non accade lo stesso per la burocrazia?
Sulla gestione dei beni confiscati, il presidente della Commissione Antimafia all’Ars non nasconde le perplessità sui tanti casi di aziende sottratte alla mafia che non riescono a stare sul mercato e dopo poco tempo chiudono, rilevando la necessità di rivedere il ruolo dell‘Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc).
Più volte ha citato il presidente Crocetta e la sua scandalosa azione politico-amministrativa. Sulla gestione delle risorse comunitarie è stato chiaro: “Le magre risorse dell’Unione europea vanno utilizzate creando un clima di ottimismo per favorire l’investimento e mettere a profitto i risparmi. Ci sono 130 opere pubbliche bloccate che potrebbero alimentare una straordinaria attività indotta. Al presidente Crocetta abbiamo chiesto di creare una task-force per sbloccare tutto senza alcun successo”.
È un vero e proprio tsunami Musumeci che per capacità oratoria non teme confronti con nessuno.
Altri temi toccati che rimarcano il fallimento della Sicilia crocettiana.
Duro il giudizio sulla burocrazia, enorme fardello che penalizza l’impresa ed ogni possibilità di crescita economica.
Sulle partecipate regionali, che il Governatore Crocetta aveva promesso di smantellare, Musumeci fornisce la sua ricetta: “Approviamo una norma sulla responsabilità patrimoniale dei manager delle società partecipate nei casi di passività di bilancio”.
Toccato il tema della spesa pubblica. Su questo versante il presidente della Commissione antimafia regionale dedica un passaggio del suo intervento: “La Regione tagli gli sprechi, metta in vendita gli immobili, batta cassa a Roma, paghi gli interessi sul mutuo per ristrutturale gli immobili con criteri di bioedilizia. Delegiferiamo, cancelliamo le leggi illeggibili, sciogliamo i carrozzoni come l’Ente di sviluppo agricolo e assorbiamo presso il dipartimento agricoltura il personale. Sciogliamo gli Istituti autonomi case popolari che non assicurano più un solo alloggio. Sciogliamo Riscossione Sicilia Spa che produce 40 milioni di euro di debiti che pagano i siciliani”.
Ed ancora: “Cambiamo la legge elettorale prevedendo l’elezione del presidente della Regione attraverso una scheda autonoma. Introduciamo il voto pulito con il controllo dei seggi elettorali. Basta col clima di terrore nei seggi durante lo sfoglio, dei ricatti e delle minacce. Abbiamo presentato un disegno di legge per bonificare i seggi elettorali”.
Un affondo, poi, sull’autonomia calpestata dal Governo regionale e dalla sinistra. “Siamo per un’autonomia responsabile che guardi, nel contempo, ad una revisione dello Statuto ed all’applicazione piena degli articoli 36, 37 e 38 per il riconoscimento dei tributi. Sfida che lanciamo alla maggioranza di governo, retta da 15 deputati del centrodestra passati in 2 anni con crocetta.
Si scaglia contro il trasformismo politico il leader delle minoranze al Parlamento siciliano: “In 20 hanno cambiato tre gruppi parlamentari e 45 deputati almeno un gruppo. Abbiamo voluto nel codice etico, approvato dalla commissione regionale antimafia, una norma che prevede, in caso di cambio di gruppo parlamentare, l’impossibilità per il deputato di portare con sè il contributo dell’Ars” .
“Dove è la protesta? Dove è la società civile? Dove sono gli intellettuali dinnanzi ad un momento così drammatico che sta vivendo la Sicilia? Una categoria sempre pronta a pontificare, e ad annusare il vento dei vincitori, mentre musei e biblioteche chiudono e la gente vive nella rassegnazione in una Regione che è ultima in Europa”.
L’emozione ha raggiunto la folla straripante allorquando Musumeci si è rivolto ai giovani: “L’orgoglio delle radici di appartenenza ad una terra on si costruisce soltanto con l’esempio e il sacrifico dei padri ma coltivando il radicamento dei figli, spiegando ai giovani che in questa terra amara e bella, si può e si deve vivere. Il destino lo si costruisce giorno dopo giorno. Dedico ai giovani questa manifestazione, di destra e sinistra, a quelli che hanno una famiglia ed a coloro che cercano di costruirsela. A tutti i figli dei non garantiti, dei discriminati, dei genitori monoreddito, dei genitori che a 50 anni sono espulsi dal lavoro senza più rientrarvi e senza una pensione. Giovani che dobbiamo preparare alle sconfitte, alle criticità della vita, a rivendicare il diritto di rialzarsi di fronte ad uno scivolone per guardare a vanti e senza voltarsi indietro”.
“Ai giovani dico – dice accalorato – che non esiste l’antipolitica, esiste la politica dei mascalzoni e quella pulita, dei giusti. Nn votare è atto di diserzione. Non è protestando contro ogni forma di politica che si conquista il futuro ma partecipando da protagonisti a difesa dei diritti. La politica deve tornare al cuore della gente. Serve entusiasmo, alimentare suggestioni e sentimenti, la giusta ricetta per guarire dai malesseri dovuti ad un presidente della Regione, inutile dannoso, innamorato solo della propria isteria autoreferenziale. La maggioranza morale è con noi e dobbiamo sforzarci di saperla interpretare.
Sul palco ad aprire i lavori dell’assemblea pubblica , Desireé Raddusa, la figlia di Giuseppe, il dipendente dell’ente di Formazione professionale Aram IeFP di Catania saltato alle cronache per essersi incatenato nel giugno scorso davanti i cancelli dell’assessorato regionale. La giovane ha raccontato il dramma del padre che attende da 27 mesi le spettanze, simbolo di un settore distrutto nelle fondamenta dal Governo Crocetta e di 8000 lavoratori che vivono in miseria per la scellerata scelta dell’esecutivo regionale di pagare col contagocce.
In chiusura il ricordo di un personaggio straordinario, simbolo della Sicilia che cerca il riscatto: Paolo Borsellino.
“Se mobilitiamo l’Isola che stenta ad avere coraggio per la protesta civile, se stimoliamo le coscienze critiche riusciremo a trasformare questa ‘buttanissima’ terra. Una terra bellissima come la immaginava Paolo Borsellino. È stato esempio di vita e rettitudine, non apparteneva alla nostra comunità politica, sappiamo tutti qual’era la sua storia personale. Era troppo grande per identificarlo con una parte, lui apparteneva allo stato. Una manifestazione che diventa invito alla mobilitazione di massa. Apostoli tutti di una rivolta civile contro il partito dell’assuefazione.”
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Musumeci: “Crocetta? Innamorato solo della propria isteria autoreferenziale ma la maggioranza morale dei siciliani è con noi”
By vedisotto9 Minuti di lettura
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