UN OPERATORE EX SPORTELLI MULTIFUNZIONALI HA ACCUSATO UN MALORE. LE CONDIZIONI DI SALUTE, PER FORTUNA, SONO CONFORTANTI. RESTA IN PIEDI L’EMERGENZA LAVORATIVA. LO STALLO GOVERNATIVO APPARE SEMPRE PIU’ COME UN ACCANIMENTO SOCIALE VERSO 1750 LAVORATORI
Si è sfiorata la tragedia, un lavoratore della Formazione professionale ha accusato un malore.
Dai primi accertamenti al presidio ospedaliero di Villa Sofia non sarebbe emerso nulla di grave. Sandro Patti, l’operatore ex sportelli multifunzionali ricoverato, nel pomeriggio, con l’intervento del Servizio 118 al vicino nosocomio ha rischiato l’infarto, come riferito da alcuni colleghi che occupano da ieri pomeriggio la saletta della Commissione regionale per l’Impiego presso il dipartimento Lavoro di via Imperatore Federico a Palermo.
Il lavoratore, che aveva trascorso insonne la notte scorsa insieme ad una quindicina di operatori, ha ceduto allo stress, allo stillicidio di una situazione incredibile che non ha precedenti. Che hanno fatto di male 1750 lavoratori per meritarsi questa cattiveria? Oramai i fatti inchiodano l’esecutivo regionale e la politica siciliana incapaci di trovare una soluzione al dramma lavorativo di migliaia di famiglie siciliane.
Sette mesi di attesa per conoscere il proprio destino lavorativo sono troppi. Gli operatori ex sportelli multifunzionali sono allo stremo delle forze, incastrati in collo di bottiglia che rischia di strozzarli.
Basta con l’ambiguità. Il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, non perda altro tempo esca allo scoperto. Chiarisca le vere intenzioni del Governo regionale sul futuro dei lavoratori, riferisca all’Ars ed ai siciliani come intende utilizzare le risorse del Piano della Garanzia Giovani. Se l’obiettivo è commissariare la Sicilia per far gestire a Roma le risorse, è giunto il momento di annunciarlo. Se il fine è ‘depurare’ le risorse per assegnarle alle strutture operative del ministero del Lavoro, se questo è il disegno politico, si informino i lavoratori e si attivino le procedure consequenziali. Lasciarli nel limbo significa carneficina sociale.
È da mesi che si trascina la vertenza senza registrare un passo in avanti o avvertire un concreto filo di speranza. Mentre scriviamo il dirigente generale del dipartimento Lavoro, Anna Rosa Corsello, è impegnata a Roma per cercare di tirar fuori dal cilindro le soluzioni . ancora viaggi della speranza? A quando la soluzione? Cosa bolle in pentola?
Parlare di fallimento è davvero pleonastico. Siamo davanti, invece, ad un vero e proprio accanimento. Se la volontà è quella di fare altro, perché tenere in bilico 1750 famiglie?
A questo punto sono in tanti a non credere più che si tratti solamente di inadeguatezza, il sospetto che ci sia dell’altro monta con furente crudeltà. Troppo tempo è volato senza concludere nulla Troppi intoppi non ultimo l’incomprensibile atteggiamento del Ciapi di Priolo. L’ente di proprietà della Regione siciliana destinatario di una apposita norma per porre in essere progetti formativi e politiche attive del lavoro, non ne ha azzeccata una. Il citato progetto ‘Spartacus’ è finito sotto inchiesta, il progetto ‘Prometeo’, che avrebbe dovuto impegnare in percorsi formativi 1415 lavoratori, annaspa tra mille difficoltà, avendo impiegato meno della metà della platea. Per non parlare delle graduatorie finali dell’avviso pubblico del 25 luglio scorso per il reclutamento di 2060 esperti nelle politiche attive del lavoro da impegnare nelle misure del Piano della Garanzia Giovani. È in arrivo una pioggia di ricorsi ed il Ciapi si è intestardito ad avviare meno di un terzo dei 1854 idonei.
Se si fosse trattato di un ente di formazione privato l’amministrazione regionale sarebbe tempestivamente intervenuta per revocare il finanziamento per mancato raggiungimento degli obiettivi e per non aver rispettato le prescrizioni. Ed invece tutto ciò non è accaduto, anzi tutt’altro. Il Ciapi tiene testa all’amministrazione regionale tenendo a ‘bagnomaria’ il progetto e rallentando l’avvio delle misure previste dalla ‘Youth Guarantee’.
Gioco delle parti o cosa?
La più grande responsabilità va additata all’esecutivo Crocetta ed al Parlamento siciliano. A tutti coloro che hanno votato l’articolo 14 della legge regionale n.13 dell’11 maggio scorso. Norma di modifica dell’articolo 12 della legge regionale n.24 del 2000, che ha individuato il Ciapi come unico soggetto destinatario titolato a erogare la formazione professionale in Sicilia e le politiche attive del lavoro.
Il progetto è fallito se ne faccia una ragione il presidente della Regione ed i compari, tra politici ed amici, che pur di distruggere gli enti formativi e la rete degli Sportelli multifunzionali, che aveva dato continuità al servizio ed ai lavoratori, hanno distrutto senza costruire.
Come dimenticar che il Governo regionale ha cancellato la rete degli sportelli multifunzionali il 30 settembre 2013 e da allora non ha saputo costruire un percorso valido per garantire l’erogazione delle politiche attive del lavoro in Sicilia e la continuità lavorativa ad una platea di specialisti del settore, istruiti e qualificati, a suon di milioni di euro, dalla Regione siciliana.
Serviva tempo ed il Governo regionale si è preso 429 giorni per fare solo casini.
Si è inventato il progetto ‘Spartacus’ che per sei mesi dal 22 ottobre 2013 al 22 aprile 2014 ha impegnato 1753 operatori. Poi il nulla, il buio è calato sul settore ed il mercato del lavoro è entrato definitivamente in crisi.
A pagare adesso sono tutti i lavoratori sospesi in Sicilia che rischiano di vedersi negato anche l’acceso agli ammortizzatori sociali. E di tornare al lavoro?
In 14 mesi sono cambiati due governi ma tutto è rimasto miseramente fermo, bloccato da una misteriosa forza che sembra remare in senso contrario.
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Piano Garanzia Giovani: Si è rischiato il dramma. Governo esca allo scoperto e ponga fine allo stillicidio
By vedisotto5 Minuti di lettura
21 commenti
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