Le regole alla base del funzionamento delle attività corsuali, finanziate dalla Regione siciliana con le risorse comunitarie e statali, valgono per tutti?
Con questo interrogativo lanciamo l’operazione-verità sulla gestione della politica dei controlli ispettivi presso gli enti formativi in Sicilia, sia pubblici che privati.
Tema scottante per i risvolti occupazionali che comporta e che una striscia di dubbi e interrogati ha posto tra gli operatori ed il mondo della politica.
Facciamo un esempio.
In caso di avvio dell’attività formativa, se entro il 20 per cento di attività svolta un corso si ritrova sotto soglia, cioè gli allievi frequentanti sono inferiori al numero minimo stabilito dalla direttiva assessoriale (che è cinque), l’ente di formazione è costretto a chiudere e restituire il finanziamento.
Ci chiediamo, vale anche per il Ciapi? A ridosso della soglia del 20 per cento dell’attività formativa di cui al progetto Prometeo, finanziata con le risorse de Piano giovani, l’amministrazione ha provveduto ad inviare i controlli ispettivi presso le sedi corsuali dell’ente formativo pubblico?
Nel caso degli enti gestori i controlli, ovviamente, sono stati fatti a tappeto sia per l’idoneità e attrezzature che per l’effettiva presenza degli allievi. Come era giusto che fosse, ci mancherebbe altro.
Ciò che oggi risalta è capire se la stessa solerzia è riscontrabile nel caso dell’ente di formazione pubblico, di proprietà della Regione siciliana.
Ci chiediamo: con quali modalità l’amministrazione regionale ha attivato, o intende farlo, il sistema di controlli sulle sedi scelte dal Ciapi e sull’attività formativa in corso?
Che sia chiaro, gli interrogativi non intendono minare l’occupazione dei 600 lavoratori, per carità, ma solamente a stabilire se le regole sono uguali per tutti. La legalità è anche questa.
Non possiamo far finta di niente, ci sono enti formativi che hanno chiuso i battenti e oltre 2 mila lavoratori sono senza retribuzione, senza ammortizzatore sociale e senza futuro lavorativo. Non può essere il Ciapi la soluzione.
L’ente di formazione della Regione siciliana, a nostro parere, ha fallito la missione affidata dal Governo regionale dimostrando limiti strutturali ed organizzativi.
Ha ricevuto un finanziamento per assumere per sette mesi 1415 operatori licenziati o sospesi, come si evince anche dalla lettura dell’Avviso pubblico del 20 dicembre 2013.
Ad oggi, a distanza di quasi un anno, ci sono meno della metà di lavoratori in attività, se questo non è fallimento come lo si dovrebbe definire?
Come mai non ne parla più nessuno?
Forse, chi oggi non lavora al progetto Prometeo è lavoratore di serie ‘B’?
Non ha forse lo stesso diritto di coloro che da circa due mesi stanno lavorando presso il Ciapi?
Qualcuno si è interrogato sul fatto che anche chi non sta lavorando ha diritto alla retribuzione avendo vinto un regolare concorso ed essendo stato dichiarato – con tanto di verbale di commissione d’esami – idoneo?
Scusate, idoneo a cosa? A starsene a casa a braccia incrociate?
Non è questa la riforma che la Sicilia s’aspettava dal Governo della rivoluzione, della legalità e della trasparenza.
Le regole se ci sono vanno fatte rispettare ed hanno lo stesso peso, senza guardare in faccia nessuno.
Siamo sicuri che in Sicilia negli ultimi due anni ciò sia accaduto?
Sul versante occupazionale, l’esecutivo regionale, guidato dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha il dovere di spiegare ai lavoratori della Formazione professionale, che da anni sono in balie delle onde in tempesta, perché non è stato rifinanziato il Fondo di garanzia e non sono stati posti in riqualificazione, evitando lo stillicidio del posto di lavoro che non c’è più e il dramma sociale ed economico. Eppure le risorse ci sono.
Un grande responsabilità politica ricaduta anche sulle spalle dell’assessore-sindacalista alla Formazione professionale, Mariella Lo Bello, che prima o poi dovrà emergere.
Responsabilità che non esime il precedente assessore, Nelli Scilabra che ha avuto due anni a disposizione per intervenire ed evitare la ‘macelleria sociale’ e non lo ha fatto.
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Senza operazione-verità su controlli ispettivi, Formazione professionale siciliana affonda in un ‘oceano’ di contraddizioni e contenziosi
By vedisotto4 Minuti di lettura
24 commenti
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E perche’ no un “buon natale”alla Scilabra…. I controlli ispettivi vanno fatti seriamente!!!!!