«L’ipotesi, piuttosto concreta, che la Valle del Belice possa essere individuata come zona per la ricerca ed estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi ci preoccupa concretamente. Così facendo si stravolge un territorio, invece, vocato ad altre tipicità: agricoltura, turismo, cultura». Lo ha ribadito il Vescovo di Mazara del Vallo monsignor Domenico Mogavero alla vigilia della manifestazione che domani pomeriggio si terrà a Partanna. Il Vescovo, quando il “caso” delle trivelle interessò lo specchio di mare antistante l’isola di Pantelleria, prese una netta posizione contraria, aderendo agli appelli del comitato che si creò sull’isola. Da Pantelleria il rischio concreto è arrivato nella Valle del Belice. L’assessorato regionale all’energia ha già dato parere positivo all’istanza presentata nell’agosto 2011 dall’Enel Longanesi Developments srl per il rilascio del permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi nel territorio convenzionalmente denominato "Masseria Frisella" , ricadente nel territorio dei comuni: Montevago, Santa Margherita Belice, (Agrigento), Bisacquino, Campofiorito, Camporeale, Contessa Entellina, Corleone, Monreale, Partinico, Piana degli Albanesi, Roccamena, San Cipirello e San Giuseppe Jato (Palermo), Alcamo, Gibellina, Poggioreale e Salaparuta (Trapani). «Assistiamo ancora una volta alla “colonizzazione” dei nostri territori senza che gli enti locali e i cittadini vengano coinvolti – ha detto il Vescovo – questi interventi non collimano con lo sviluppo a cui questa Valle deve guardare. E mi chiedo: cosa ne gioveranno i cittadini da queste scelte imposte?. Sembra paradossale che da un lato si finanziano interventi in agricoltura anche sperimentale e biologica e dall’altro si consente, sugli stessi territori, di far lavorare le trivelle».
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