Pino Sciumè
Il 6 gennaio 2009 moriva Maria Andronico, nata a Petralia Soprana nel 1922 e moglie di Leonardo Sciascia (1921-1989). Una donna eccezionale che ha saputo condividere nel silenzio e nella totale dedizione non solo il ruolo di compagna, ma anche la sua missione di madre delle due figlie Laura e Anna Maria. Oggi riposa accanto alla tomba del marito, nel cimitero di Racalmuto.
Da questa notizia, riletta per caso un paio di mesi fa assieme ad un nostro amico, è uscito fuori un episodio del tutto sconosciuto sullo scrittore racalmutese che, a vent’anni, nel 1941, prese il diploma di scuola magistrale a Caltanissetta. Tornato con la famiglia a Racalmuto si impiegò presso l’Ufficio Ammasso del grano. Nell’estate del 1944, a soli 23 anni, sposa Maria Andronico. Scrive Matteo Collura, in un articolo sul Corriere della Sera dell’8 gennaio 2009: “…in una Caltanissetta stremata dalla guerra e percorsa dalle jeep dei soldati americani. Un matrimonio celebrato in una chiesa spoglia e alla presenza dei soli testimoni. Già questo, per lei, fu un adattarsi alla volontà del suo uomo, il quale, presa la decisione di sposarsi, nonostante avesse una relazione più o meno nota con un’ altra ragazza, volle mettere se stesso e i suoi familiari di fronte al fatto compiuto. Si erano conosciuti, in casa dello scrittore, dove Maria Andronico, maestra, si recava per incontrare le zie di Leonardo Sciascia, due delle quali maestre”.
Ma chi era Maria Andronico? Noi qualcosa abbiamo saputo. Notizie suffragate da testimonianze di una persona ancora in vita (e di altre ancora), che ci ha fornito particolari estremamente interessanti, non riscontrabili in alcun motore di ricerca nell’universo internet. Fatti incontestabili che ci dimostrano, dopo 70 anni, che il più grande scrittore italiano del secondo novecento, nei primi mesi del 1944, ha frequentato una casa di Favara, sita nella via Umberto al civico 167. Casa appartenuta a Bennardo Felice, primo sindaco di Favara dall’Unità d’Italia, passata successivamente ai suoi eredi, le famiglie Bellavia e Piscopo. Nel 1945, in questa casa è nato (e ancora vive) Francesco Lanza, unico figlio di Filippo e Angelina Piscopo. E proprio Francesco (Cesco per gli amici, funzionario in pensione dell’Ufficio Provinciale del Lavoro di Agrigento), ci ha raccontato una verità che, visto il personaggio a cui si riferisce, assume un grande valore storico e letterario che sicuramente arricchirà i documenti sulla biografia di Sciascia.
Nel 1940 a Favara fu inviato a comandare la locale Stazione Carabinieri (che allora si trovava in via Pirandello), il Maresciallo Salvatore Andronico, originario di Ramacca in provincia di Catania. Prese un appartamento in affitto al secondo piano della casa della famiglia Piscopo, al n. 167 della via Umberto. I proprietari tennero per sé il primo piano. Il Maresciallo vi trasferì la famiglia, moglie e tre figli, Maria, Anna e Vincenzo. Ci rimase fino al 1950. Le tre signorine che vedete nella foto sono, da sinistra, Anna Andronico, Angelina Piscopo e Maria Andronico.
Sciascia conobbe la sua futura consorte a Racalmuto, dove si recava a fare la maestra, probabilmente a cavallo tra il 1943 e il 1944. Evidentemente sul suo cammino sentimentale, Favara ebbe un ruolo essenziale. Lo scrittore infatti si separò da un’altra fidanzata favarese per frequentare e poi sposare Maria. Si fidanzò “in casa”, come ci dice il nostro amico Cesco, per questo l’allora giovane Nanà si spostava da Racalmuto e saliva i gradini di casa sua. E qui successe un altro episodio che vi racconteremo la prossima volta.
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