Del particolare fatto ce ne siamo occupati in altre occasioni e se oggi ci torniamo è per raccontarvi il seguito di una storia paradossale che si aggiunge ad altre e disegna l’esatto quadro dell’incertezza, padrona indiscussa del nostro territorio con due facce, la prima è la realtà, quella sotto la luce del Sole e l’altra sono le carte bollate, le sentenze e il buio delle attese a danno della gente. E’ quella che uccide le speranze, che scoraggia qualsiasi iniziativa e giustifica la povertà più della stessa crisi economica che viviamo.
La realtà, nel nostro caso, parla di tre farmacie che insistono vicine nel corso principale di Favara. E a fronte di tre farmacie in poche centinaia di metri nell’ormai spopolato centro storico, ci sono i nuovi quartieri sprovvisti di questo importante servizio. Il Comune non ha un piano farmacie. In pratica, quella stessa politica e burocrazia che dice no a tutto non ha dotato la città di uno studio e di un piano che programmi la distribuzione delle farmacie.
Questi sono i fatti e questo è il quadro all’interno del quale ognuno deve arrangiarsi e farsene una ragione. In pochi fortunati hanno tre farmacie sotto casa, mentre la stragrande maggioranza ne è sprovvista.
L’interesse della gente, il bene collettivo, la programmazione per favorire il miglioramento della qualità della vita non ci appartengono, sono noie di territori lontani buone da raccontare agli amici dopo averli visitati, così per farli stupire. Da noi è diverso. Chi fa politica ha, nella stragrande maggioranza di casi, la vocazione a sistemare amici e parenti, a farsi i fatti propri. E siccome può fare una cosa per volta, spesso non arriva a curare l’interesse della gente. Bisogna farsene una ragione o andarsene.
Malgrado l’avere accettato l’inaccettabile, il fatto tragico si verifica quando avviene un fatto nuovo e imprevedibile. Nel caso della dottoressa D’Anna, il fatto nuovo è il sopraggiungere dello sfratto. Deve lasciare i locali. Apriti cielo. Ci sono, dicevamo, zone non servite. A questo punto la farmacista obbligata a lasciare i vecchi locali, individua, come è giusto che sia, una zona che le offra maggiori possibilità di lavoro. Maggiori possibilità di lavoro si traduce, chiaramente, nell’individuazione di una zona a minore concorrenza, sprovvista di servizio. Lavora di più se copre una platea di utenti non serviti, al momento costretti a utilizzare un mezzo di trasporto per acquistare le medicine. Ma se altrove è buona la soluzione che avvantaggia tutti, da noi non è così semplice.
Tre anni di carte bollate, avvocati e sentenze del Tar non hanno ancora scritto la parola fine alla vicenda.
Ecco il racconto della dottoressa D’Anna. “Nel Gennaio del 2010 acquistavo dalla dott.ssa ARCURI Filippa la Farmacia all’insegna “Centrale” sita in Favara in pieno centro storico.
Purtroppo, dopo aver effettuato l’acquisto, venivo a conoscenza che vi era in atto una procedura di sfratto esecutivo dei locali della Farmacia, promossa dal proprietario.
Purtroppo non sono riuscita a trovare alcun immobile idoneo, sebbene diverse agenzie immobiliari l’avessero ricercato lungamente. Per converso, le agenzie mi hanno proposto degli immobili perfettamente idonei ovvero con il rispetto di tutti i requisiti di legge nella “Zona Sud Ovest – Aldo Moro.”
Pertanto, con l’aiuto di un legale esperto in servizi sanitari e farmaceutici, l’Avv. Quintino LOMBARDO, mi sono adoperata a cercare una soluzione efficace al problema al fine anche di non subire il rilevante danno economico a seguito della richiesta di risarcimento avanzata dal proprietario innanzi al Tribunale di Agrigento per illegittima occupazione.
Quindi, in data 18 novembre 2011, ho inoltrato al Sindaco di Favara un’istanza di decentramento ex art.5 co.2 L. nr.362/1991, chiedendogli di poter spostare la Farmacia in una zona diversa da quella attuale (cioè dalla via Vittorio Emanuele n. 29 alla zona Aldo Moro). E ciò anche in considerazione del fatto che non solo nel tempo la consistenza demografica del Comune era notevolmente cambiata ma anche che la revisione della pianta organica, da farsi ogni due anni, risultava (ad oggi risulta ancora) non essere aggiornata da più di quindici anni.
Aggiungo che il decentramento richiesto è perfettamente conforme a quanto prescritto dalla normativa vigente e, nel merito, va a ricadere in una zona di insediamento abitativo della città che risulta priva di Farmacia, venendo così ad assicurare un importante servizio pubblico in un quartiere o zona che ne è priva.
Questa mia richiesta però non è stata mai presa nella dovuta considerazione dagli organi competenti ed in particolar modo dal Sig. Sindaco di Favara, il quale si è mostrato completamente indifferente e silente rispetto alle numerose sollecitazioni scritte effettuate dalla sottoscritta e non solo.
A tal proposito anche diversi consiglieri comunali, che hanno ravvisato nella mia istanza un beneficio per la collettività, interessavano il Sindaco con delle interrogazioni, senza ricevere risposta alcuna, così come anche non ricevevano risposta i servizi giornalistici dei media locali che evidenziavano la mancanza di servizio farmaceutico in quella zona.
Come se ciò non bastasse, la mia richiesta di decentramento farmaceutico, con insufficiente istruttoria, in violazione dell’art. 5, comma 2, della l. n.362/1991 è stata poi formalmente rigettata con carente motivazione il 30/04/2013”.
E non finisce qui.
“Sono stata costretta – continua la dottoressa D’Anna – a rivolgermi al giudice amministrativo (il TAR Sicilia) e nonostante anche il TAR Sicilia mi abbia dato ragione (prima in data 06/09/2013 con un’ordinanza che sospendeva il provvedimento di diniego del Comune di Favara e poi in data 19/03/2014 con la sentenza definitiva che accoglie la fondatezza del mio ricorso, il Sig. Sindaco Manganella continua a non eseguire quanto ordinato e disposto dall’autorità giudiziaria.
Nemmeno la nota prot. n. 28802 del 27/06/2014 a firma del Segretario Generale del comune di Favara, con cui si sollecitava l’annullamento in autotutela del diniego all’istanza di decentramento ed il conseguente rilascio dell’autorizzazione al trasferimento richiesto, ad oggi, non ha avuto alcun esito”.
Nel frattempo l’ordine dei Farmacisti scrive: “Questo Ordine, attraverso alcuni articoli pubblicati su organi di stampa, è venuto a conoscenza dell’ordinanza n° 561/2013 del TAR Sicilia – sez. di Palermo, con la quale è stato sospeso il provvedimento di rigetto dell’istanza di decentramento della Farmacia San Caloiru Picciolu della Dottoressa D’Anna.
In merito, si chiede a codesta spettabile Amministrazione di voler avviare, con sollecitudine, il procedimento per il riesame della suddetta istanza sulla base delle indicazioni fornite dal Giudice Amministrativo”.
Questo fatto, con innumerevoli altre disavventure di agrigentini caduti nella rete della mala politica e della mala burocrazia, la dice lunga sui motivi che inchiodano il nostro territorio nell’ultima posizione della qualità di vita nell’elenco nazionale.
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Trasferimento di una farmacia? E’ più facile andare sulla Luna
By franco.pullara6 Minuti di lettura
2 commenti
RESTANO DEL TUTTO IGNOTE LE CONCRETE RAGIONI SOTTESE AL (RINNOVATO) DINIEGO AL DECENTRAMENTO, IL QUALE RISULTA DEL TUTTO IRRAGIONEVOLE E ASSURDO, CONSIDERATO CHE, SOTTO IL PROFILO DELL’INTERESSE PUBBLICO, NON PUO’ ESSERVI ALCUN DUBBIO CIRCA IL MIGLIORAMENTO CHE TALE DECENTRAMENTO COMPORTEREBBE NELL’ASSETTO DEL SERVIZIO FARMACEUTICO DEL COMUNE DI FAVARA
NELL’INDIFFERENZA DEI SOGGETTI DEPUTATI A CONCORRERE ALLA PIANIFICAZIONE DELLE FARMACIE E DELLE ISTITUZIONI PREPOSTE A FAR RISPETTARE LE REGOLE.
sono curioso di comprendere quali interessi
ha il sindaco manganella nel negare il trasferimento.
ma è solo una mia curiosità non lo è per chi è preposto
a far rispettare le norme compreso gli organi inquiirenti