Scritto da Valentina Piscopo
Acqua come prezioso Bene Comune. Ma se la volontà popolare, espressasi in un referendum , viene scavalcata possiamo ancora parlare di bene “comune”? Dopo l’incontro, svoltosi poche settimane fa nell’aula consiliare di Palma di Montechiaro, continuano senza sosta la proteste e le battaglie dei sindaci, soprannominati “ribelli”, che si rifiutano di cedere le reti idriche. Tra i sindaci più ribelli c’è lui, l’on. Giovanni Panepinto, sindaco di Bivona e deputato regionale del Partito democratico. “E’ indispensabile che i partiti di maggioranza ed il Movimento 5 Stelle si riuniscano con l’assessore all’energia, Contraffatto per definire un testo che stabilisca regole certe per la gestione, diretta ed associata tra i Comuni, delle risorse idriche ridando competenza, così come sancito dallo Statuto, alla Sicilia e disapplicando le disposizioni dell’Autorità nazionale dell’energia e del gas che stabilisce anche i costi. Il governo regionale, per altro socio di minoranza di Sicilacque, – sottolinea Panepinto – deve pretendere l’abbattimento dei prezzi di fornitura dell’acqua almeno del 40 per cento. La povertà il disagio sociale, la crisi finanziaria dei Comuni – continua – impongono misure straordinarie di assunzione di responsabilità da parte anche degli Enti economici che in regime di monopolio controllano e gestiscono un bene prezioso qual è l’acqua”. Ma non finisce qui. In uno sfogo sul social network Facebook, ormai contemporanea Agorà politica, Giovanni Panepinto continua a rivendicare il ruolo del Pd sulla delicata questione. “In Sicilia, grazie al gruppo PD all’ Ars, è vigente la legge n.2 del 2013 che introduce tra l’altro due elementi fondamentali : la gestione in capo ai comuni in forma associata o singola e il comma 6 che legittima la gestione diretta del servizio idrico da parte di quei comuni che non hanno consegnato gli impianti(…). Sull’acqua in Sicilia è accaduto di tutto e di più . Nel 2004 nel silenzio assoluto è stato ceduto ai privati un settore strategico fatto da opere pubbliche realizzate in un secolo ,il cui valore economico è inestimabile .Dighe ,condotte ,sistemi di interconnessione e interi acquedotti. L’Ente Acquedotto Siciliano viene smantellato è nasce Sicilia Acque in mano a società private che determina il costo del acqua in quasi ottanta centesimi al metro cubo che, con le perdite, il costo aumenta a oltre un euro e venti(…). Ho presentato un ddl, il n.125, concordato con il forum per la acqua pubblica da cui discende la Lr n.2/2013 .Questa legge rinvia ad una altra legge, non ancora approvata, che doveva ridisegnare tutto il sistema normativo ed organizzativo sull’ uso delle acque nella Sicilia. Dopo mesi e mesi di scontro in commissione dove non si trovava la maggioranza per andare diritti verso la gestione pubblica, è stato approvato un testo che ha alcuni punti positivi e tante criticità .La commissione bilancio lo ha esitato e rinviato alla commissione ambiente per la approvazione definitiva .A questo testo l’ ex assessore Callari ha presentato un emendamento di riscrittura per niente condivisibile . Il parlamento nazionale , ha introdotto nello ” Sblocca Italia” norme che di fatto mortificano il risultato referendario ed, in particolare, la cosiddetta univocità della gestione del servizio idrico. Nei giorni scorsi ho incontrato il nuovo assessore competente la dott.ssa Contrafatto provando a farle una sintesi di una storia complessa e lunga. Mi ha ascoltato garbatamente e si è riservata di leggersi le carte che citavo. Con il movimento 5 stelle dopo mesi di incomprensione sul tema della acqua si è raggiunta una intesa per ripubblicizzare il servizio idrico in Sicilia definitivamente(…).La questione acqua è complessa .In queste settimane mi sono occupato di come fare approvare la legge regionale e di fare affermare il principio che l’acqua è un bene pubblico la cui gestione non può avere rilevanza industriale né economica .Abbiamo un fronte aperto, da Palermo a Catania ad Agrigento a Siracusa, che vede tanti comuni protagonisti della ripubblicizzazione del servizio idrico. Chiederò a tutti i sindaci agrigentini di stipulare una intesa su acqua, rifiuti e servizio sanitario in provincia .La finalità – conclude Panepinto- è tutelare i cittadini e ridare il ruolo ai comuni che il titolo V della Costituzione assegna loro. Continuerà ad essere una battaglia dura, gli interessi in campo sono tanti e troppi e il passato pesa come un macigno ed è chiaro che ci aspettiamo di tutto”.
3 commenti
ON PANEPINTO LA SMETTA CON QUESTA PROCLAMAZIONE CI DICA QUANTE PERSONE A POSATO IN GIRGENTE ACQUE???
“Tra i sindaci più ribelli c’è lui, l’on. Giovanni Panepinto, sindaco di Bivona e deputato regionale del Partito democratico”
Che espressione di parte!!!!!!!!!!!!!!!!!
Tra i sindaci più ribelli c’è lui, l’on. Giovanni Panepinto, sindaco di Bivona e deputato regionale del Partito democratico.
Che commento di parte!!!!