Sui rifiuti a complicarci l’esistenza già di fatto complicata ci ha pensato, a fine Novembre, il governatore Crocetta quando ha disposto il piano straordinario di emergenza rifiuti dopo i provvedimenti che hanno interessato la discarica di Motta Santa Anastasia e Tirreno Ambiente di Mazzarrà Sant’Andrea e la chiusura della Catanzaro di Siculiana. Il piano prevedeva l’utilizzo per 30 giorni di tutte le discariche disponibili attualmente in Sicilia, cioè Bellolampo, Gela, Castellana Sicula, Misterbianco, Lentini e Sciacca.
Oggi l’emergenza è quasi rientrata e, per quanto riguarda il territorio agrigentino, è funzionante la discarica di Siculiana.
C’è, comunque, una città destinata a vivere nelle emergenze con o senza gli interventi di Crocetta, la città, manco a dirlo, è Favara.
Per fare fronte al pieno di emergenza, ripeto, dell’Isola, anche Favara ha dovuto cambiare per venti giorni il calendario della raccolta dei rifiuti. La comunicazione delle variazioni del conferimento è avvenuta all’ultimo momento ed è stato, ovviamente, il disastro. Colpevole l’amministrazione. E questo, presi alla sprovvista, può passare per il primo giorno, ma per il secondo giorno, quando tutti sapevamo, per il terzo e i successivi su chi cade la responsabilità di una città che galleggia sui rifiuti.
La raccolta differenziata è un dovere civile per ogni singolo cittadino, che dovrebbe spingersi persino a superare gli errori di chi amministra. Doppio è il dovere degli amministratori, ché un servizio non si può solo prevederlo, senza realizzare le condizioni necessarie per farlo camminare su gambe sicure.
“Parte la differenziata”. Come? Senza prevedere gli opportuni controlli e penalità, senza una idonea programmazione comprese le direttive da assegnare agli operatori ecologici, senza tutte le necessarie strutture, senza tutti gli accorgimenti è oltremodo assicurato il fallimento.
Così come è assicurato il fallimento quando non si tiene conto che c’è un numero significativo di cittadini che ha trovato comodo scendere la spazzatura con il laccio e non vuole rinunciare alla conquistata comodità, così come altri non vogliono rinunciare a lanciare, auto in corsa, la busta di plastica contenente i rifiuti in qualsiasi angolo della città.
C’è responsabilità negli amministratori, c’è anche in una parte degli amministrati, la somma delle due è il disastro cittadino.
Intanto, vogliamo una città vivibile. Vogliamo un’immagine diversa e migliore di Favara, che sta diventando luogo di richiamo grazie all’iniziativa e al coraggio di tanti imprenditori nel settore della ristorazione.
Due assessori, Agrò e Zarbo, stanno lavorando per tagliare i costi del servizio del nuovo appalto per la raccolta dei rifiuti che dovrebbe iniziarsi la primavera prossima. Hanno come obiettivo un servizio adeguato a costi contenuti per gli utenti – contribuenti.
Mentre aspettiamo il nuovo che arriverà, non possiamo continuare con i balconi trasformati in immondezzai, con le buste impiccate, con le strade sporche, con le discariche abusive che si moltiplicano nelle periferie di Favara.
Bisognerebbe riparlare del servizio in un confronto cittadini – amministrazione, nelle parrocchie e nelle piazze per trovare, insieme, le soluzioni migliori.
1 commento
In verità occorrerebbe da parte dell’amministrazione una programmazione completa. Mi spiego meglio. Se facciamo la differenziata senza un controllo minimo, ogni cittadino si lascia andare. Se la differenziata prevede una volta a settimana la raccolta di plastica ed una volta a settimana la raccolta di carta, trasformiano in un immondezzaio i nostri balconi. Quando poi la gente si stanca di avere l’immondezzaio nei balconi che fa? Butta via tutto dove le capita. E rende una discarica a cielo aperto la zona prima degli impianti sportivi dove tra qualche giorno non si potrà più passare perchè la strada sarà completamente invasa dalla spazzatura. I controlli che mancano, il calendario che non è proprio adeguato e un pò la nostra cattiva abitudine e… Favara è servita: una città invivibile.