IL GOVERNO CHE ‘PREDICA BENE E RAZZOLA MALE’ HA MESSO SU UN’OPERAZIONE CERTOSINA D’ILLUSUONISMO: PROMESSA DI LAVORO PRECARIO PER I GIOVANI E LICENZIAMENTO DEI LORO PADRI
In una lettera aperta Adriana Vitale, responsabile di processi, una dei circa 1700 lavoratori esperti nelle politiche attive del Lavoro, analizza il drammatico momento occupazionale che vive la filiera dei Servizi formativi, uno dei tre segmenti che hanno caratterizzato, negli ultimi 38 anni, il cosiddetto sistema formativo regionale.
Analisi lucida che non risparmia critiche, anche dure e feroci, al Governatore della Sicilia, Rosario Crocetta ed all’assessore al Lavoro, Bruno Caruso, ultimo protagonista, in ordine di tempo, del tentativo di sfasciare il mercato del lavoro per crearne, si presume, uno a dimensione delle nuove presunte necessità sopravvenute negli ultimi anni.
Analisi lucida, dicevamo, dalla quale emerge l’insofferenza generalizzata dell’opinione pubblica- e questo è un grandissimo errore indotto da una campagna d’informazione denigratoria interpretata negli ultimi due anni alla perfezione dai vari attori ed attrici succedutisi nel palcoscenico del governo siciliano e dell’Assemblea regionale siciliana.
Analisi anche amara quella della Vitale che descrive una Sicilia che non riesce a risorgere, che non trova le forze per rimettersi in piedi, che è pronta a scagliarsi con chi soffre per essersi ritrovata scippata del proprio lavoro e che, trincerandosi dietro l’ipocrisia dei tagli, della lotta al malaffare, della legalità e dell’antimafia, dimentica il dramma sociale che tocca non solo 8000 lavoratori ma le loro famiglie. Una comunità umana, quella degli operatori della Formazione professionale, che ha un solo torto: quello di aver fatto sempre il proprio mestiere – al meglio delle proprie possibilità – cercando di mantenere il rispetto e la dignità di cittadini convinti assertori della Costituzione e delle leggi in vigore.
Di seguito la lettera aperta di Adriana Vitale.
“Pagine nere di storia per la nostra Sicilia e fiumi d’inchiostro saranno consumati per descrivere lo stato di degrado politico, culturale, economico e sociale. Sicilia terra di sole, di scirocco e di bellezza. Sicilia, terra di cultura, di conquista e di saperi.
Si dice: ‘Ai posteri l’ardua sentenza!’ ma la sentenza è arrivata come una mannaia nelle mani di un boia che falcia il capo con ferocia eseguendo la condanna. Uomini e donne messi alla gogna, al pubblico ludibrio per espiare la colpa della cooptazione, questo luogo comune che da sempre ci ha perseguitato come un peccato originale, un marchio indelebile e difficilmente cancellabile, come se l’aver trovato un lavoro onesto, nel rispetto delle leggi e dei contratti di categoria fossero il male dei mali siciliani. Dobbiamo ancora sopportare i vostri insulti? Avete deciso che la nostra vita deve diventare un inferno e per giunta continuate a infierire e mortificare la nostra dignità e onestà? Se tutto questo serve a lenire la coscienza dei tanti che guardano la nostra disperazione e girano gli occhi per non vedere e si tappano le orecchie per non sentire siamo disposti finanche a tollerare. Chiediamo: Adesso che come una scarpa vecchia ci hanno buttato nella spazzatura, la Sicilia risolverà tutti i suoi problemi? I nostri figli patiscono ristrettezze e sono privati di tutto: Siamo noi il male della Sicilia? Avete tolto la serenità, il sorriso e la pace alle nostre famiglie: Siamo noi il male della Sicilia? Continuate a umiliare e mortificare la nostra professionalità: Siamo noi il male della Sicilia? Abbiamo sempre lavorato con diligenza e professionalità: Siamo noi il male della Sicilia? Per quanto tempo dobbiamo ancora sopportare? Ci ammazzate, ci buttate per terra, c’insultate, riceviamo calci sulla pancia, nella faccia, nelle gambe, ovunque e continuate a coprirci di fango.
Lavoratori che addirittura scomodano il loro sindacato per essere rassicurati sulla breve durata della nostra permanenza in quelli che chiamano i loro uffici, le loro stanze. Lavoratori che non tollerano la presenza di altri lavoratori. Sì, succede anche questo!
Il Governatore ha affidato ad altri l’annuncio della fine di duemila lavoratori, ad altri nominati e non eletti dal popolo, a un giuslavorista che conosce bene la legge, a un Professore che conosce molto bene il diritto e sa che dalla nostra abbiamo delle norme che ci tutelano e non può ignorarle a comando, non può una volta indossare la toga a difesa dei lavoratori e un’altra indossare la divisa politica per buttarli al macero.
Il professore che fungeva da cuscinetto mentre eravamo liberi di protestare, che rassicurava dicendo che nessuno sarebbe rimasto indietro, il professore che ha aspettato che fossimo al lavoro, per non avere rotture e fastidi davanti al suo assessorato, un Professore che non ama incontrare i lavoratori, che si rifiuta di ascoltare la base, i suoi bisogni e le sue proposte. Congratulazioni professore! Sa fare bene il suo mestiere, sa usare con maestria l’arte del politico politichese e politicante. Alla fine, finalmente avete buttato la maschera e detto ciò che andava detto da tempo, la nostra fine. Del tutto inutile la sua precisazione per placare gli animi, per timore di sommosse sociali, anzi ci umilia e ci offende ancora di più, non vogliamo essere assistiti, no Professore, noi non siamo un peso ma una risorsa. Noi non chiediamo un sussidio, urliamo ‘Lavoro’, recriminiamo quel diritto sacrosanto sancito dalla Costituzione Italiana. Sappiamo bene che la politica non crea posti di lavoro ma è in obbligo di creare le condizioni. Una cortesia Professore, non ci chiami ‘SportellistI’, non costruiamo sportelli di macchine, siamo figure di sistema delle Politiche Attive del Lavoro, per l’esattezza Responsabili dei Processi, ci usi almeno questa cortesia.
Sicilia, terra martoriata dalla mala politica, dalla mafia e adesso dall’antimafia. Quell’antimafia esibita come attestato, come biglietto da visita su cui costruire carriere politiche, patente che autorizza la presa di potere di poltrone strategiche e ben remunerate, in nome della quale tutto si può e tutto è consentito.
Chi si fregia dell’onore di governare non dove mai giustificare i suoi fallimenti attribuendo la responsabilità agli altri, quando ci si mette in gioco, si è consapevoli delle difficoltà cui va incontro, non dice che la colpa è dei predecessori, si rimbocca le maniche e inizia a lavorare per costruire e porre rimedio ai mali passati. Sulla rivoluzione e sulla discontinuità ha impacchettato la sua campagna elettorale, scopriamo adesso che la sua non è stata rivoluzione ma involuzione.
Vada via presidente, lasci spazio a chi è capace e ha a cuore il bene dei siciliani e le assicuro che sarà sempre tardi, ci vorranno molti anni per ritornare al disgraziato giorno del suo insediamento e da li sperare in un miglioramento, i danni sono incalcolabili e per molto tempo piangeremo le conseguenze della sua scellerata azione. Di tutto aveva bisogno la Sicilia in questo particolare momento di crisi profonda ma di certo non di lei.
Continua a ripetere che è stato eletto dal popolo, quale popolo? Solo il 13,9 per cento dei suffragi, per colpa di divisioni altrui, degli ignavi che hanno preferito non esprimersi e di una legge elettorale che consente di avere un rappresentante con una mangiata di voti. Provi a fare ora un sondaggio e ne uscirà con le ossa rotte.
Vorrebbe i riconoscimenti dal suo partito per aver consegnato la Sicilia alla sinistra. Quella sinistra che predica bene e razzola male, quella sinistra che offende i suoi stessi ideali, quella sinistra che appoggia la macelleria sociale tradendo se stessa, quella sinistra che ha la grande responsabilità di non staccare la spina a un’agonizzante e ingombrante figura.
Se è vero, com’è vero, che la politica assiste ignava a questo massacro, non opponendosi ai piani diabolici di questo governo e solo per mantenere poltrone e assicurarsi vitalizi. Se è vero, come pare, che alcuni sindacati, non solo avallano e assecondano i piani del governo, ma ne delineano anche i percorsi. Se è vero, come pare, che il grande governatore e i due assessori al ramo Famiglia e Lavoro hanno pianificato un piano di sterminio verso migliaia di lavoratori per i loro interessi e quelli della loro cricca, chiediamo: Come dormite la notte sapendo di avere sulla coscienza tanti ragazzi, distruggendo i loro padri? Giovani che non solo subiscono le ristrettezze economiche, ma è tolta la possibilità di una vita decorosa e un’opportunità d’istruzione. Sono gli stessi ragazzi che vi arrogate di voler aiutare. Operazione certosina d’illusionismo: promessa di lavoro precario per i giovani e licenziamento dei loro padri.
‘Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!’ (Dante. Divina Commedia – Canto VI Purgatorio).
3 commenti
Grazie Crocetta, Scilabra,Corsello,…. e Tutti gli altri del”ARS che hanno compiuto questa “Riforma”
Il professore ritratta la chiusura totale per tornare alla chiusura parziale. Parziale in termini programmatici che inesorabilmente trascineranno parziali soluzioni. Mi piacerebbe capire la motivazione che ha spinto l’assessore a dichiarare alla stampa ciò che tutte, dico tutte, le testate giornalistiche hanno riportato, cioè la fine della nostra esperienza lavorativa dopo i tre mesi. L’assessore ha detto categoricamente che l’esperienza ciapi si conclude con garanzia giovani. Ha anche detto che lui non è, giustamente, in condizione di imporre nulla ai privati. Cos’è questo l’ennesimo cuscinetto per evitare sommosse sociali? O la preoccupazione che gli operatori possano, essendo fortemente demotivati, mandare a gambe per aria l’intero programma? In tutti i casi, la soluzione prospettata dall’assessore non ci soddisfa per nulla, siamo seriamente preoccupati per il nostro futuro. Ce l’avete l’idea di cosa vuol dire mercato libero? Sarà un precariato dentro il precariato. Il suo comunicato ci preoccupa ancora di più. E poi cosa vuol dire che il ciapi limitatamente agli utenti prorogherà agli operatori che non hanno un ente, forse chi ha l’ente verrà accolto a braccia aperte? Gli enti non hanno commesse per i servizi e non sapranno cosa farsene degli operatori dei servizi. Siamo stanchi, stanchi di vivere ogni singolo giorno la disperazione che è aggravata da notizie nefaste, come siamo stanchi di essere presi in giro. Abbiate pietà e parlate con la lingua della verità, perchè di cazzate ne abbiamo sentite abbastanza.
Non sono state le testate giornalistiche a riportare quanto dichiarato dall’assessore, bensì la sua viva voce su Rai3 Sicilia. E’ stato chiarissimo. La cosa che lascia di stucco che a pronunciarle sia stato un professore di diritto che non rispetta il diritto, ovvero le radici sacramentali su cui esso si fonda.