VERSO L’ARCHIVIAZIONE DELL’ESPERIENZA CIAPI. IL GOVERNO REGIONALE STAREBBE PENSANDO AD UNA ORGANICA RIFORMA DEL SETTORE CHE CONTEMPLEREBBE L’UTILIZZO DEI 1750 OPERATORI EX SPORTELLI MULTIFUZIONALI
Cambia il mercato del lavoro In Sicilia? Sembrerebbe di si. Agenzie per il Lavoro, accreditamento dei soggetti, modello misto pubblico e privato i tratti essenziali del nuovo sistema pensato. Il Governo regionale sarebbe, infatti, al lavoro per realizzare un nuovo modello di gestione organica ed efficiente del mercato del lavoro in Sicilia.
Riuscirà questa volta l’assessore-tecnico (e sicuramente esperto) Bruno Caruso dove i predecessori negli ultimi due anni hanno fallito?
Ciò che è possibile affermare, alla luce delle indiscrezioni raccolte, che siamo di fronte, certamente, alla disfatta del sogno-Ciapi, al fallito tentativo di centralizzare le politiche del lavoro nelle mani del pubblico.
Per due anni il Governo del presidente Rosario Crocetta ha cercato di sviluppare il modello pubblico sotto il folle disegno di certa parte del mondo politico e sindacale, nel convincimento che quella fosse la strada giusta per gestire nell’Isola il mercato del lavoro. Adesso le cose parrebbero cambiare.
Sarebbe questa la scommessa lanciata dell’assessore regionale al Lavoro Caruso, per invertire la rotta e risalire la china.
Sarebbero in corso di definizione, difatti, le ‘linee programmatiche’ per la creazione dei Servizi per il Lavoro in linea con gli standard nazionali ed europei.
Da quanto abbiamo appreso dagli ambienti vicini al dirigente generale del dipartimento Lavoro, Anna Rosa Corsello, l’assessore al ramo starebbe ultimando i profili contenutistici della riforma del settore.
Il governo regionale punterebbe, quindi, su un sistema misto pubblico e privato diretto alle Agenzie per il Lavoro (ApL). Accanto alle citate ‘linee programmatiche’ un nuovo sistema di accreditamento che vedrebbe coinvolti soggetti pubblici e privati che, una volta accreditati, potrebbero gestire una parte delle politiche del lavoro in Sicilia. Un modello, dicevamo, che punterebbe non solo sui 65 Centri per l’Impiego presenti sul territorio ma anche sui soggetti accreditati che completerebbero il sistema dei Servizi per il Lavoro, attraverso, per l’appunto, le ApL.
Da quanto emerge, anche gli enti formativi dovrebbero potersi accreditare e, in questo caso, attraverso una ‘clausola sociale’ prevista dall’amministrazione regionale, farsi carico del personale dipendente in possesso dei requisiti oltre a parte degli operatori provenienti da enti revocati. Per far questo si starebbe lavorando alacremente per ritirare la precedente direttiva per l’accreditamento emanata senza la previsione degli enti formativi e sostituirla con un nuovo atto amministrativo.
È certo che, la riforma dei Servizi per il Lavoro in Sicilia non è più procrastinabile, costituendo, peraltro, ‘condizionalità’ nella programmazione comunitaria per il periodo 2014/2020.
Non ci sono più scusanti, quindi, per il Governo regionale che, gioco-forza, dopo due anni di discussioni sterili, dovrà procedere speditamente alla riforma tanto auspicata ma mai messa in piedi nella ‘Sicilia crocettiana’.
Riuscirà l’assessore-tecnico Bruno, conoscitore del settore e docente universitario, a vincere la scommessa? In tanti lo auspicano, soprattutto i circa 1750 operatori della Formazione professionale che potrebbero trovare una certa stabilità lavorativa dopo mesi e mesi di ansia e sofferenza. Operatori provenienti dagli ex Sportelli multifunzionali che in atto risultano impegnati, dallo scorso 9 gennaio, presso il Ciapi di Priolo per tre mesi nell’attuazione delle azioni indirizzate ai giovani e previste dal Piano regionale della Garanzia Giovani.
Servirà, con ogni probabilità, un periodo di proroga dell’impegno lavorativo degli operatori presso il Ciapi in attesa che entri a regime il nuovo sistema che dovrebbe operare, lo ribadiamo, attraverso le ApL.
Proroga alla quale, dalle informazioni assunte, l’amministrazione regionale starebbe pensando. E dopo le polemiche dei giorni scorsi sulle dichiarazioni dell’assessore Bruno che aveva lasciato intendere in un disimpegno circa il futuro dei 1750 ex sportellisti, una flebile luce di speranza s’intravvede.
3 commenti
Siamo sempre alle solite si parla solo di x sportelli, e di interventi non se ne parla,dovremmo e dico dovremmo essere tutti uguali,vorrei capire questa differenza.categoria a categoria b? Il sole spunta per tutti no alcuni si e altri no.
Nella formazione si sta consumando un dramma senza precedenti nella storia di questa Regione. E solo pochi ne parlano.
A seguito dei nuovi criteri di accreditamento gli uffici preposti del dipartimento non sono riusciti ad evadere (anche con l’aiuto di contrattisti esterni) tutte le istanze degli Enti che hanno presentato la documentazione.
Scaduto il contratto ai contrattisti tutto è rimasto fermo. Molti enti sono rimasti senza decreto di accreditamento.
La mancanza del decreto di accreditamento comporta l’impossibilità a poter procedere con il decreto di finanziamento.
A tal proposito è intervenuto il dirigente Silvia chiedendo agli enti di autocertificare il mantenimento dei requisiti, ma è anche intervenuto il Tar che ha accolto il ricorso degli enti.
Nessuno però dice che a fine anno a seguito della legge di stabilità il Ministero ha ritirato i fondi Pac non spesi e attualmente non stanno più uscendo decreti di finanziamento dal dipartimento. E, a quanto pare, non ne usciranno tanto presto.
Forse di servizi se ne parla di più perché gli operatori fanno sentire la loro voce e la loro presenza di più. Invece di avere la sindrome d’interiorità datevi da fare e fatevi sentire. Quando un piccolo gruppo di lavoratori si reca in assessorato e minaccia pure i suicidi, dive sono gli altri cinquemila? Invece di piagnucolare e fare le vittime datevi da fare.