A PALERMO, ALL’EX ROOSVELT GLI OPERATORI STANCHI DI INUTILI ATTESE HANNO DECISO DI INIZIARE UNA PROTESTA AD OLTRANZA. LE RETRIBUZIONI MATURATE E NON RICONOSCIUTE VANNO DA DICEMBRE 2014, QUOTA DI TREDICESIMA COMPRESA, A FEBBRAIO 2015
Occupati i locali dell’ex Roosvelt di Palermo, sede del Ciapi. I lavoratori impegnati nel progetto Prometeo atttendono di essere retrributi. Hanno lavorato da metà ottobre ad oggi ed hanno percepito solamente la quota di stipendio maturata ad ottobre 2014, il mese di novembre ed attendono dicembre, rateo di tredicesima maturato, gennaio e febbraio. Una situazione paradossale se si pensa che il Ciapi è ente di formazione della Regione siciliana. Eppure a causa dei ritardi non nelle condizioni di ottemperare agli impegni assunti.
Due le criticità che maggiormente preoccupano i lavoratori: la possibile decurtazione delle risorse a causa di corsi sotto soglia, con un numero di allievi inferiore al minimo consentito per garantire il flusso di finanziamento corrispondente e il documento unico di regolarità contributiva (Durc).
Sulla prima questione è chiaro che la decurtazione, se dovesse arrivare, creerebbe non pochi problemi perche i lavoratori comunque hanno effettuato le ore lavorative e maturato il diritto alla retribuzione. Bisognerà vedere cosa accadrà.
Sul versante del Durc, da indiscrezioni raccolte, pare che il Ciapi attenda il decorso dei trenta giorni per il silenzio-assenso da parte dell’Inps per poter beneficiare della quota di finanziamento necessario al pagamento delle retribuzioni maturate dai lavoratori.
Sono le stesse indiscrezioni a confermare che, nei prossimi giorni questa faccenda del Durc dovrebbe definirsi e gli uffici del dipartimento formazione professionale dovrebbero dare il via libera all’emissione dei mandarti di pagamento. Sarà così. Vedremo.
Non possiamo non rimarcare come sia nato male il progetto Prometeo e rischia di finire peggio. E di certo non per le eventuali responsabilità del management del Ciapi, che non ci sentiamo di addebitare, quanto per un meccanismo creato forzatamente dal Governo regionale dell’epoca che ha tentato di dare una risposta ai massicci licenziamenti e sospensioni, anche per effetto di provvedimenti giudiziari e revoche dell’accreditamento consequenziale da parte dell’amministrazione regionale, incurante di organizzare e strutturale il Ciapi per meglio ottemperare agli impegni del progetto Prometeo. Un finanziamento di 35 milioni di euro, che ricordiamo, destinato dal Governo regionale all’ente di formazione di proprietà della Regione siciliana per occupare per sette mesi 1415 operatori sospesi o licenziati dagli enti di appartenenza.
Una gestione difficile quella del Ciapi, lo ribadiamo, il progetto non è mai realmente decollato nella sua interezza. Difatti, solamente circa 600 lavoratori hanno trovato utile collocazione, mentre la rimanente parte dei colleghi ancora attendono una chiamata nonostante siano stati dichiarati idonei ed abbiano sottoscritto un impegno lavorativo e la scadenza del periodo lavorativo si avvicina. Un progetto, dicevamo iniziato solamente a metà del mese di ottobre del 2014 nonostante l’avviso pubblico di reclutamento del personale è del 20 dicembre 2013. Un gestazione lunga e complicata quella del progetto Prometeo che, col passare de tempo, ha mantenuto le difficoltà iniziali.
Dal canto loro, i lavoratori senza rassicurazioni sullo sblocco dei pagamenti hanno manifestato l’intenzione di proseguire ad oltranza la protesta e l’occupazione dei locali palermitani del Ciapi.
1 commento
La situazione che sta vivendo il progetto Prometeo era largamente prevedibile fin dal principio. Come possono infatti i 21 dipendenti del Ciapi gestire centinaia di cori sparsi in tutta la Sicilia?
Ma i guai non stanno soltanto nella gestione logistica. Anche prescindendo da tutte le innumerevoli incongruenze, il guaio serio consiste nell’indisponibilità dei 35 mln di euro che il pronunciamento del CGA, grazie al TED di Monreale, ha ribadito essere stati sottratti indebitamente allo scorrimento della graduatoria degli enti accreditati e non finanziati.
Crocetta & Co, ne avranno da raschiare di fondi di barile per limitare i danni dell’ennesimo strafalcione amministrativo.