di Domenico Bruccoleri
In un precedente articolo ci siamo occupati della CiSL tra congresso ed elezioni per il rinnovo del Parlamento. Il tema ha trovato, come noi stessi abbiamo rilevato in un altro articolo, una trattazione priva di approfondimento dai giornali digitali. Anche ingenerosa rispetto alla storia, da parte quest’ultimi osservatori, ma anche distratta e indifferente da parte dei dirigenti di quella O.S. per come sono stati rappresentati. Per dare ai nostri lettori, agli addetti ai lavori e a tutti i cittadini e lavoratori un vero elemento di riflessione, ne abbiamo parlato con Lillo Curtopelle stimato e rispettato Segretario Generale della Cisl di Agrigento per lungo tempo. Un leader storico, riconosciuto non solo dalla sua organizzazione,ma, come allora era definita, da tutta la federazione Unitaria CGIL, CISL, UIL di Agrigento, oggi felicemente a riposo.
In questo periodo circolano preoccupazioni e perplessità tra i lavoratori agrigentini ed in particolare tra quelli cislini. Si parla di una nuova ristrutturazione territoriale dell’organizzazione della Cisl e più chiaramente dell’accorpamento delle unioni provinciali che da nove passerebbero solo in cinque. Si dice che Agrigento verrebbe accorpata con Caltanissetta e Enna il cui territorio inizierebbe dai confini di Catania e Ragusa fino a quelli di Trapani e Palermo. Quindi una estensione certamente immensa, governata solo da una unione provinciale. Evidentemente tale modello organizzativo comprenderebbe anche le categorie di lavoratori dei vari settori.
“In verità – ci dice Curtopelle – l’accorpamento tra categorie omogenee che hanno gli stessi interessi, potrebbe costituire un vantaggio per ciascuna di esse perché eliminerebbe certe incrostazioni che i piccoli gruppi purtroppo hanno”.
Ma quanta dirigenza adeguatamente preparata occorre? Non c’è il rischio che venga meno il rapporto tra sindacato e lavoratori? La CGIL e la UIL avrebbero lo stesso modello organizzativo?
“Perché – risponde il leader storico della Cisl – se la risposta è affermativa la CISL avrebbe un danno limitato, se al contrario fosse negativa si lascerebbe campo libero alle altre organizzazioni sindacali che coprirebbero con la loro presenza gli spazi necessariamente lasciati vuoti dalla CISL.
I lavoratori ancora si chiedono: questo nuovo modello organizzativo è imposto dalla crisi economica che sta attraversando il Paese e che non risparmia il sindacato? Certamente il prossimo congresso confederale avrà tanta materia da discutere per dissipare le preoccupazioni e le perplessità dei lavoratori della CISL”.
Cosa distingueva la Cisl dalle altre OO. SS.?
“La differenza – continua Curtopelle – stava nella sigla: la CGIL organizzava indistintamente tutti i lavoratori nella confederazione; la CISL accorpava i lavoratori nei rispettivi sindacati di categoria che aderivano ad essa. Per quanto riguarda la sigla la distinzione è politicamente importante é sta nei rispettivi statuti. La Cisl è nata come organizzazione sindacale autonoma e aconfessionale sottolineando in particolare la differenza nei ruoli tra sindacato e partiti politici.
La Cgil, sin dal suo nascere, era strumento del partito comunista e i suoi dirigenti partecipavano di diritto negli organismi del partito.
Per le candidature di dirigenti sindacali era il P.C.I. che candidava i dirigenti sindacali;
per la Cisl ,era la Cisl confederale, se si trattava di candidato che faceva parte della segreteria confederale; quella regionale se il dirigente era candidato alle elezioni regionali;
la segreteria dell’unione provinciale se si trattava di dirigente di unione comunale o comunque locale”.
Qual’era il ruolo dei deputati sindacalisti della Cisl nel Parlamento italiano?
La pattuglia – conclude Lillo Curtopelle – di sindacalisti della Cisl, nel Parlamento italiano, era composta inizialmente da 19 componenti costituiti in gruppo, eletti nella lista della DC, ma che non sottostavano alle direttive del partito. Infatti in occasione della discussione dei cosiddetti “patti agrari” che si riferivano alla ripartizione del prodotto tra il proprietario del terreno e il mezzadro, il gruppo dei sindacalisti Cislini, ritenendo iniqua la ripartizione nei confronti del mezzadro, votò contro il governo guidato allora dall’Onorevole Segni. Quindi anche nel parlamento il gruppo rimaneva fedele alla sua estrazione. Ciò non sarebbe avvenuto nelle altre organizzazioni sindacali non beneficiarie di alcuna autonomia”.
L’intervista si chiude cosi, una sintesi di due ore e trenta minuti di riflessioni. Voglio ringraziarlo per aver contribuito a richiamare l’attenzione sui comportamenti e sulle strategie di una organizzazione sindacale a cui guardano migliaia di persone per affidare le loro aspirazione e i loro bisogni.
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Curtopelle: "Il prossimo congresso avrà tanta materia da discutere"
By vedisotto4 Minuti di lettura
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