LA SITUAZIONE PER IL CIAPI E’ DIVENTATA INSOSTENIBILE. L’ABBATTIMENTO DI 1,8 MILIONI DI EURO A CAUSA DEI RITIRI DEGLI ALLIEVI POTREBBE INNESTARE ‘A VALANGA’ LA RISOLUZIONE DEI CONTRATTI. LA UIL SICILIA CORRE AI RIPARI CHIEDENDO ALL’AUTORITA’ DI GESTIONE DEL FSE DI RECEPIRE LA CIRCOLARE DEL MINISTERO DEL LAVORO N.40/2010 SUL COSTO REALE
Tempi duri per tutti nella Formazione professionale. Dal disastro generale non verrebbe risparmiato neanche il Ciapi di Priolo, ente di proprietà della Regione siciliana. E pare si metta male sopratutto per i 550 lavoratori del progetto ‘Prometeo’. Il rischio di un licenziamento c’è ed è concreto, almeno per una parte della platea in atto contrattualizzata.
Il Ciapi di Priolo è pronto a risolvere i rapporti di lavoro in essere? Può darsi. La notizia che alimenta questa ipotesi trova conferma nella nota di convocazione a firma del direttore dell’ente strumentale della Regione siciliana, Luciana Rallo e indirizzata alle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil e Snals.
Il Ciapi ed i sindacati firmatari del contratto collettivo di Lavoro della categoria di ritroveranno, difatti, questo pomeriggio a Catania per discutere “in ordine alle gravissime criticità inerenti i dipendenti impegnati nel progetto ‘Prometeo’ e la necessità di intervenire sulla forza lavoro anche risolvendo i rapporti in essere”.
La situazione è precipitata senza alcun dubbio. Si parla di un possibile abbattimento del finanziamento di circa un milione e 800 mila euro, stima proiettata al termine dei corsi, a causa degli abbandoni di allievi registratisi nei mesi scorsi e questo potrebbe incidere pesantemente sulle retribuzioni dei lavoratori.
Dalle indiscrezioni raccolte, il Ciapi, stante lo stato attuale dei conti, sarebbe nelle condizioni di erogare solamente la mensilità di dicembre 2014, il rateo della tredicesima maturata dai lavoratori e lo stipendio del mese di gennaio.
Una situazione che ha provocato le proteste dei lavoratori che dallo scorso lunedì sono in agitazione e stamattina in sit-in al Roosvelt, davanti i locali palermitani del Ciapi.
Ricordiamo che il progetto ‘Prometeo’ è nato per garantire una ricollocazione dei lavoratori licenziati o sospesi negli anni scorsi. Un progetto assegnato in ‘house providing’ dalla Regione siciliana al Ciapi per un ammontare complessivo di 35 milioni di euro e che avrebbe dovuto impiegare mille e 415 lavoratori per sette mesi. Platea che avrebbe dovuto ampliarsi successivamente fino ad assorbire oltre due mila operatori.
Ed invece le cose sono andate diversamente. Il tutto parte dal bando pubblico del 20 dicembre 2013 al quale hanno aderito in massa. Le procedure poi di selezione, valutazione e idoneità sono state complicate, farraginose ed hanno comportato lo slittamento dell’avvio delle attività formative. Solamente a metà dell’ottobre 2014 i corsi di formazione hanno preso il via.
Ad appesantire il quadro già di per se complicato, si è aggiunto il documento unico di regolarità contributiva (Durc) che attesta la regolarità dei versamenti degli oneri previsti per legge ed in favore dei lavoratori, per il quale l’amministrazione regionale ha avviato mercoledì scorso, la procedura per coprire il costo che si aggira intorno agli 800 mila euro, con l’intervento sostitutivo. Passaggio propedeutico per l’emissione dei mandati di pagamento da parte dell’Ufficio di ragioneria e che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni.
I lavoratori chiedono chiarezza sulla prosecuzione del progetto, la cui scadenza naturale è prevista per il 12 maggio, e sulle retribuzioni maturate. D’altro canto al Ciapi, che poche responsabilità ha sullo stato attuale delle cose, attendono di capire come comportarsi in ordine alla rendicontazione della spesa. La questione è seria e riguarda la procedura di rendicontazione che se dovesse essere effettuata nel rispetto del Vademecun Fse 2007/2013 Ucs (unità di costo standard), significherebbe che il possibile abbattimento per effetto dei ritiri degli allievi intaccherebbe non solo la riduzione corrispondente nella voce allievi, ma anche il personale e le spese generali. Questo significherebbe mettere in ginocchio il Ciapi che avrebbe come unica strada perseguibile la risoluzione dei contratti in essere.
Sull’argomento è intervenuto Giuseppe Raimondi, segretario confederale della Uil Sicilia, per fare chiarezza e lanciare una proposta per salvare il progetto e tutelare lavoratori e lavoro.
“In riferimento al progetto Prometeo – commenta Raimondi – non convince il sistema di rendicontazione applicato al Ciapi di Priolo. L’assegnazione di attività formative in ‘house providing’ – precisa – porta con se, quale obbligo e caratteristica principale, quella di eseguire un risparmio rispetto alle assegnazioni ordinarie ovvero rispetto a quelle operate per gli altri enti di formazione”.
“Nessun stupore – chiarisce il segretario confederale della Uil Sicilia – perché l’operazione è condotta dall’amministrazione in condizioni di emergenza, straordinarietà ed è finalizzata alla salvaguardia dell’offerta formativa e dei livelli occupazionali”.
Per la Uil Sicilia: “Applicare, dunque, il sistema dell’unita di costo standard più comunemente inteso Ucs nell’ipotesi di una riduzione allievi equivale a tagliare non solo nella voce di spesa riguardante gli allievi, ma anche trasversalmente su tutte le altre voci di spesa ovvero personale e gestione, quest’ultima ripetiamo già abbattuta all’origine. Il risultato è – prosegue nella disamina – che a fronte di una anticipazione di 4 milioni e 500 mila euro l’abbattimento di una stima sulla riduzione degli allievi sino a termine delle attività è di un milione e 800 mila euro con una pesante riduzione delle risorse destinate al personale”.
“Intendiamoci – puntualizza Raimondi – neanche nelle assegnazioni ‘in house’ si può derogare alle regole di riduzione sul costo degli allievi se si verificano dimissioni, e nessuno lo chiede. Quello che si può fare – rilancia – è modificare l’atto di convenzione con il Ciapi di Priolo, possibilità che il ministero del Lavoro ritiene possibile con la circolare n.40 del 7 dicembre 2010, adottando il sistema di rendicontazione a costi reali anziché quello dell’Ucs”.
“Va anche detto – conclude il sindacalista – che, siccome l’esperienza in house non si verifica ordinariamente, nel rispetto degli altri enti che non potrebbero comunque beneficiare dei vantaggi derivanti da tale tipologia, la rendicontazione a costi reali non dovrebbe essere vista dalle associazioni degli enti formativi come un danno a loro arrecato. Semmai, questa sarebbe la concreta risposta per salvaguardare quei livelli occupazionali che tutti a parole diciamo di voler tutelare ma che poi alla resa dei conti non avviene”.
La palla ora passa nella mani dell’Autorità di Gestione del Fondo sociale europeo che coincide in Sicilia con il dirigente generale del dipartimento Formazione professionale, Gianni Silvia. Al vaglio quanto contenuto nella citata circolare n.40/2010 che, se recepita, potrebbe superare la criticità derivante dalle rinunce degli allievi, ammettendo le spese a costo reale con il recepimento del contenuto del provvedimento emanato dal ministero del Lavoro.
3 commenti
Ma quando i vostri “compari degli enti” rubavano voi dov’eravate?
Ma andatevene a fan…o
Ma quando subivamo soprusi dai vostri “compari degli enti” voi dov’eravate?
Ma andatevene a fan…o
Se oggi siamo ridotti così la colpa è solo vostra, quimdi andatevene a fan . . lo!
Ha ragione Raimondi. Anzi io vado oltre, ognuno rendiconta come cazzo gli pare, ci vuole libertà di scelta. Ormai siamo alle comiche, si deve rendicontare con il Vademecum UCS, voi sindacati avete spinto per la soluzione CIAPI, soluzione stramba e inapplicabile, e questi sono i risultati. Abbiate il coraggio di dire alla gente che avete sbagliato e state continuando a sbagliare tutto.
In ultima analisi, la verità di fondo, il denominatore comune è che i dipendenti della formazione sono l’agnello sacrificale individuato dal duo da avanspettacolo Lumia & Crocetta, su cui scaricare il generale sconquasso della Regione Siciliana. Per tale fine è stata organizzata una così spregevole propaganda, tesa ad ottenere un coro generale d’approvazione: perché fa comodo a tutti tirarsi fuori da ogni personale corresponsabilità. Individuate le streghe, le si condanni al rogo e… tutti felici e contenti.
Molto presto ci si accorgerà che la Sicilia tutta è sull’orlo del baratro, e a poco servirà avere macellato la minoranza senza voce della Formazione professionale.
Chi vivrà vedrà!!!