L’IPOTESI DEL GOVERNO REGIONALE E’ QUELLA CHE TUTTI GLI ORIENTATORI RESTINO IN SERVIZIO PRESSO IL CIAPI FINO A QUANDO CI SARÀ UN RAPPORTO DI COMPATIBILITÀ TRA IL NUMERO DEGLI UTENTI COLLOQUIATI E LA RENDICONTAZIONE A VALERE SULL’IMPORTO EROGATO COME ACCONTO CHE È PARI A CIRCA UNDICI MILIONI E 400 MILA EURO
Con l’approvazione in Giunta regionale delle Linee guida per l’accreditamento della Agenzie per il Lavoro (ApL) e la pubblicazione del Catalogo dell’offerta formativa il Governo regionale compie un passo in avanti verso la strutturazione dei servizi per il lavoro. Due passaggi politici ed amministrativi che vanno, peraltro, nella direzione fissata dall’assessore al Lavoro, Bruno Caruso, per la soluzione della vertenza occupazionale che tiene banco da diversi mesi.
Si concretizza sempre più la prospettiva per i circa 1700 operatori esperti in politiche attive del lavoro che il passaggio negli enti formativi avvenga senza soluzione di continuità e con contratto a tutele crescenti. E questo, nella prima fase, interessa circa la metà della platea, atteso che gli orientatori dovrebbero proseguire il rapporto di lavoro con il Ciapi.
Il citato Catalogo dell’offerta formativa, istituito con decreto dirigenziale n.1203 del 19 marzo 2015 a firma del dirigente generale, Anna Rosa Corsello, è uno strumento destinato ai giovani che hanno aderito al Programma Garanzia Giovani e sono stati presi in carico e profilati dai Centri per l’Impiego. Gli interventi formativi inseriti, difatti, sono finanziati per 46 milioni di euro e potranno essere avviati nel rispetto delle modalità stabilite nel Piano di attuazione regionale (Par) ed in quello nazionale del Programma Garanzia giovani.
Dal punto di vista sociale è in corso una serrata trattativa tra il Governo regionale, i sindacati e le associazioni degli enti formativi per definire i contenuti di un percorso che dovrebbe, a partire da 10 aprile prossimo, vedere oltre la metà dei 1700 operatori esperti in politiche attive del lavoro transitare negli enti di formazione. E questo dovrebbe riguardare anche tutti i lavoratori che, nel frattempo, l’ente di appartenenza non ce l’hanno più.
A commentare il momento delicato del comparto e lo stato di salute della trattativa, Giuseppe Raimondi, segretario confederale di Uil Sicilia.
“La trattativa in corso – afferma Raimondi – tra i rappresentati del Governo regionale, i sindacati e le associazioni degli enti formativi ai fini della ricollocazione del personale riguarda soprattutto i lavoratori che non hanno più un datore di lavoro”.
“È scontato che conclusa l’aspettativa – aggiunge – i lavoratori rientreranno al proprio ente di appartenenza”.
“Il valore dell’accordo – sostiene il segretario confederale della Uil siciliana – va misurato, soprattutto, con la ricollocazione del personale sprovvisto di enti. Questo fenomeno è mitigato dal fatto – precisa – che alcuni enti, come Enfap ed Ecap per esempio, che erano stati revocati per effetto di pronuncia del Tribunale amministrativo regionale (Tar) e del Consiglio di giustizia amministrativa (Cga) il dipartimento lavoro, attenendosi alle ordinanze della magistratura amministrativa, ha rimesso nel circuito enti che ad oggi sono ancora disaccreditati presso il dipartimento Formazione professionale.
“È chiaro che questo agevola il ricollocamento dei lavoratori presso i propri enti – chiarisce Raimondi -. Attendiamo, in tal senso, – continua – che Caruso ci convochi e nella seduta congiunta delle Commissioni Lavoro e Bilancio all’Ars chiarisca la posizione del Governo regionale e si arrivi speditamente alla sottoscrizione dell’accordo”.
Sul futuro dei lavoratori la Uil ha una sua posizione chiara.
“L’ipotesi rappresentata alle organizzazioni sindacali dal governo al tavolo ufficiale – commenta Raimondi – e che tutti gli orientatori attualmente contrattualizzati al Ciapi restino in servizio presso l’ente strumentale della Regione fino a quando ci sarà un rapporto di compatibilità tra il numero degli utenti colloquiati e la rendicontazione a valere sull’importo erogato come acconto che è pari a circa undici milioni e 400 mila euro. Questo anticipo di tre mesi – ci dice – fu dato anche sulla scorta della rappresentazione del dato occupazionale pensando che il programma entrasse immediatamente a regime, con un impatto corposo dovuto al’utilizzo di 1700 operatori. Ciò non è avvenuto per un fatto tecnico”.
“Per rientrare da questo gap – prosegue il sindacalista nella disamina – si scarica questo lavoro dall’ente strumentale della Regione siciliana verso i soggetti gestori. Al Ciapi resta così una sola parte del costo lavoro – rimarca – che è utile ad incrementare i colloqui di orientamento, quando sarà conclusa questa attività anche gli orientatori torneranno agli enti”.
“A meno che – conclude Raimondi – con le linee di accreditamento già pubblicate, qualora le procedure dovessero completarsi rapidamente, l’amministrazione regionale non decida di assegnare questa misura alle Agenzie per il Lavoro, in tale caso gli orientatori transiterebbero nei nuovi soggetti accreditati. Cosa che è possibile visto che nelle linee di accreditamento è previsto che, per le figure specialistiche prioritariamente si deve attingere da quel bacino”.
5 commenti
Ma questo tizio difende solo la sua categoria (ex sportelli) ???
Art. 4
Disposizioni in materia di ammortizzatori sociali in deroga, di
contratti di solidarieta’ e di contratti di lavoro subordinato a
tempo determinato.
1. In considerazione del perdurare della crisi occupazionale e
della prioritaria esigenza di assicurare adeguata tutela del reddito
dei lavoratori in modo tale da garantire il perseguimento della
coesione sociale, ferme restando le risorse gia’ destinate
dall’articolo 2, comma 65, della legge 28 giugno 2012, n. 92, e
successive modificazioni, e dall’articolo 1, comma 253, della legge
24 dicembre 2012, n. 228, mediante riprogrammazione dei programmi
cofinanziati dai Fondi strutturali comunitari 2007/2013 oggetto del
Piano di azione e coesione, al fine di consentire, in vista
dell’attuazione del monitoraggio di cui al comma 2, un primo,
immediato rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga di
cui all’articolo 2, commi 64, 65 e 66, della legge 28 giugno 2012, n.
92, e rilevata l’eccezionalita’ della situazione di emergenza
occupazionale che richiede il reperimento di risorse al predetto
fine, anche tramite la ridestinazione di somme gia’ diversamente
finalizzate dalla legislazione vigente, si dispone quanto segue:
a) l’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 1, comma 7, del
decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni,
dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, confluita nel Fondo sociale per
l’occupazione e la formazione, di cui all’articolo 18, comma 1,
lettera a), del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito,
con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, e’
incrementata, per l’anno 2013, di 250 milioni di euro per essere
destinata al rifinanziamento dei predetti ammortizzatori sociali in
deroga, con corrispondente riduzione per l’anno 2013 del Fondo di cui
all’ultimo periodo dell’articolo 1, comma 68, della legge 24 dicembre
2007, n. 247, in considerazione dei tempi necessari per il
perfezionamento del procedimento concessivo dei relativi benefici
contributivi;
b) il comma 255 dell’articolo 1 della legge 24 dicembre 2012, n.
228, e’ sostituito dal seguente: «255. Le risorse derivanti
dall’aumento contributivo di cui all’articolo 25 della legge 21
dicembre 1978, n. 845, per l’anno 2013 sono versate dall’INPS per un
importo pari a 246 milioni di euro per l’anno 2013 al bilancio dello
Stato per la successiva riassegnazione al Fondo sociale per
l’occupazione e la formazione di cui all’articolo 18, comma 1, del
decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con
modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, ai fini del
finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga di cui
all’articolo 2, commi 64, 65 e 66 della legge 28 giugno 2012, n.
92.»;
c) l’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 1, comma 7, del
decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni,
dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, confluita nel Fondo sociale per
l’occupazione e la formazione, di cui all’articolo 18, comma 1,
lettera a), del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito,
con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, e’
ulteriormente incrementata, per l’anno 2013, di 219 milioni di euro
derivanti dai seguenti interventi:
1) le somme versate entro il 15 maggio 2013 all’entrata del
bilancio dello Stato ai sensi dell’articolo 148, comma 1, della legge
23 dicembre 2000, n. 388, non riassegnate alla data di entrata in
vigore del presente decreto restano acquisite all’entrata del
bilancio dello Stato; il Fondo di cui all’articolo 148, comma 2,
della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e’ ridotto per l’anno 2013 di
10 milioni di euro;
2) per l’anno 2013 le disponibilita’ di cui all’articolo 5
della legge 6 febbraio 2009, n. 7, sono versate all’entrata del
bilancio dello Stato per un importo di 100 milioni di euro;
3) l’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 61 della legge
27 dicembre 2002, n. 289, e successive modificazioni e’ ridotta di
100 milioni di euro per l’anno 2013.
2. Con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali,
di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, da
adottare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del presente
decreto, acquisito il parere della Conferenza permanente per i
rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e
di Bolzano e sentite le parti sociali, sono determinati, nel rispetto
degli equilibri di bilancio programmati, criteri di concessione degli
ammortizzatori in deroga alla normativa vigente, con particolare
riguardo ai termini di presentazione, a pena di decadenza, delle
relative domande, alle causali di concessione, ai limiti di durata e
reiterazione delle prestazioni anche in relazione alla continuazione
rispetto ad altre prestazioni di sostegno del reddito, alle tipologie
di datori di lavoro e lavoratori beneficiari. Allo scopo di
verificare gli andamenti di spesa, l’Inps, sulla base dei decreti di
concessione inviati telematicamente dal Ministero del lavoro e delle
politiche sociali e dalle regioni, effettua un monitoraggio anche
preventivo della spesa, rendendolo disponibile al Ministero del
lavoro e delle politiche sociali ed al Ministero dell’economia e
delle finanze. All’attuazione di quanto previsto dal presente comma
l’Inps provvede con le risorse finanziarie, umane e strumentali
disponibili a legislazione vigente.
3. Al comma 405 dell’articolo 1 della legge 24 dicembre 2012, n.
228, e’ aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Le somme gia’
impegnate per il finanziamento dei contratti di solidarieta’ di cui
all’articolo 5, commi 5 e 8, del decreto-legge 20 maggio 1993, n.
148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n.
236 e non ancora pagate, sono mantenute nel conto dei residui per
l’importo di 57.635.541 euro per essere versate, nell’anno 2013,
all’entrata del bilancio dello Stato, ai fini della successiva
riassegnazione nello stato di previsione del Ministero del lavoro e
delle politiche sociali, per essere destinate alle medesime
finalita’.».
4. All’articolo 1, comma 400, della legge 24 dicembre 2012, n. 228,
le parole: «31 luglio 2013» sono sostituite dalle seguenti: «31
dicembre 2013».
5. Il termine di cui all’articolo 1, comma 410, primo periodo,
della legge 24 dicembre 2012, n. 228, e’ prorogato al 31 dicembre
2013, fermo restando quanto disposto dall’articolo 2, comma 6 del
decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, convertito, con
modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2011, n. 10. A tale fine, con
le procedure di cui all’articolo 5, comma 1, del decreto-legge 20
giugno 2012, n. 79, convertito, con modificazioni, dalla legge 7
agosto 2012, n. 131, una somma pari a euro 9.943.590,96 per l’anno
2013 e’ assegnata all’apposito programma dello stato di previsione
del Ministero dell’interno.
6. Il Ministro dell’economia e delle finanze e’ autorizzato ad
apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio
per l’attuazione del presente decreto.
IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
DI CONCERTO CON
IL MINISTRO DELL’ECONOMIA E
DELLE FINANZE
1
Decreto n. 83473 del 01/08/2014
Pubblicato sul sito del Ministero del lavoro e P.S. in data
04/08/2014
Errata Corrige : All’articolo 6, punto 3 è stato aggiunto il riferimento al
trattamento di
mobilità
VISTO l’articolo 1, comma 183, della legge 27 dicembre 2013, n. 147;
VISTO l’articolo 4, comma 2, del decreto
–
legge 21 maggio 2013, n. 54, convertito,
con modificazioni, dalla legge 18 luglio 2013, n. 85;
VISTO l’articolo 2, c
ommi 64, 65 e 66, della legge 28 giugno 2012, n. 92
;
VISTO l’articolo 3
,
commi da 4 a 41
,
della
medesima
legge 28 giugno 2012, n. 92
;
VISTO l’articolo 33, comma 21, della legge 12 novembre 2011, n. 183;
VISTO l’articolo 19 del decreto
–
legge 29
novembre 2008, n. 185, convertito, con
modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, e successive integrazioni e
modificazioni;
CONSIDERATO che l’articolo 2, commi 64, 65 e 66, della
citata
legge
n. 92 del
2012
prevede, al fine di garantire la graduale transizione verso il regime delineato
dalla riforma degli ammortizzatori sociali di cui alla medesima legge 28 giugno 2012,
n. 92 e di assicurare la gestione delle situazioni derivanti dal perdurare dello stato di
debolezza dei livelli produttivi del paese, per gli anni 2013
–
2016, la concessione e la
proroga dei trattamenti di integrazione salariale e di mobilità in deroga alla normativa
vigente nei limiti delle risorse finanziarie a tal fine destinate;
CONSIDE
RATO che l’articolo 4, comma 2,
del
citato
decreto
–
legge n. 54 del 2013
prevede
di dover determinare
criteri di concessione degli ammortizzatori sociali in
deroga nel rispetto degli equilibri di bilancio programmati;
RITENUTO, in attuazione dell’articolo
4, comma 2, primo periodo, del
citato
decreto
–
legge n. 54 del 2013, di dover adottare criteri di concessione degli
IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
DI CONCERTO CON
IL MINISTRO DELL’ECONOMIA E
DELLE FINANZE
2
ammortizzatori sociali in deroga alla normativa vigente,
che, fermo restando il
limite
delle risorse finanziarie destinate ai predetti ammor
tizzatori sociali in deroga
,
contribuiscano al rispetto degli equilibri di bilancio
;
RITENUTO
,
altresì
,
di dover assicurare
nel contempo
la graduale transizione
al
nuovo
sistema delineato sulla base dei principi di cui al citato articolo 4, comma 2,
del d
ecreto
–
legge n. 54 del 2013, anche in considerazione della
particolare
rilevanza
di specifiche situazioni
occupazionali di rilevanza nazionale
,
nonché di dover tener
conto delle prestazione già erogate nel corso dell’anno 2014
;
ACQUISITO il parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le
regioni e le province autonome di Trento e Bolzano
nella seduta
del 19 dicembre
2013
;
ACQUISITO il parere della c
ompetenti Commissioni Parlamentari;
SENTITE le parti sociali;
DECRETA
A
rt.
1
(Finalità)
1.
Il presente decreto disciplina i criteri per la concessione di ammortizzatori
sociali in deroga alla normativa vigente, ai sensi dell’articolo 4, comma 2, del
decreto
–
legge 21 maggio 2013, n. 54, convertito, con modificazioni,
dalla legge
18 luglio 2013, n. 85, in una prospettiva di superamento del sistema
attuale
,
secondo quanto previsto dall’articolo 2, comma 64, della legge
28 giugno
2012,
n. 92
.
2.
Le disposizioni contenute nel presente decreto si applicano a tutte le
prestazi
oni concesse ai sensi dell’articolo 2, commi 64 e 66, della legge
n. 92
del
2012
.
A
rt.
2
(Cassa Integrazione Guadagni in deroga)
1.
Il trattamento di integrazione salariale in deroga alla normativa vigente può
essere
concesso o prorogato
ai lavoratori subord
inati, con qualifica di
operai,
Un altro suicidio ha colpito il mondo della formazione professionale siciliana. La notizia è ancora frammentaria. Arriva da Caltanissetta. Dove un dipendente di un Ente del settore – lo Ial Sicilia – depresso e, forse, stanco di vivere nell’incertezza, si è tolto la vita. Non dimentichiamo!Lo stesso ente aveva depositato regolarmente, lo scorso 28 luglio, la programmazione dei corsi per lavvio della seconda annualità dell’Avviso 20/2011. Un approfondimento è doveroso in questi casi. Il gesto, riconducibile ad altri tristi fatti accaduti lo scorso mese che hanno visto lavoratori di altri enti togliersi la vita, sembrerebbe più ricondursi al momento difficile che attraversa il settore ed allincertezza sul futuro di tutti i diecimila lavoratori.
Più di 20 ore di sciopero, da domani a venerdì. Lunedì maxicorteo che partirà da piazza Marina fino a raggiungere la sede della presidenza della Regione