Tutti solidali con i precari storici del Comune.
La città è con loro ed è un fenomeno eccezionale a Favara, ché c’è sempre stato un netto distacco tra i cittadini e i lavoratori comunali. Oggi i favaresi sono con i lavoratori.
E lo sono perché dopo circa ventiquattro anni di servizio non possono perdere il posto. Lo stesso licenziamento è un danno per il Comune che ha sulla carta una pianta organica di 250 unità, mentre i dipendenti di ruolo sono circa 140. Andavano stabilizzati, bisognava seguire con maggiore attenzione vari processi legati alla questione finanziaria dell’Ente. Ma questo non è il momento delle polemiche e della ricerca di colpevoli.
E’, viceversa, l’appuntamento con l’essere uniti in favore di questi padri e madri di famiglia che stanno vivendo un periodo di assoluta difficoltà e, oserei dire, disperazione.
Ho visto qualcuno di loro, dignitosamente, piangere. Quanti trovandosi nelle loro condizioni non lo farebbero?
Non sono soli, la città e con loro e la politica sta cercando soluzioni. Intanto, la solidarietà popolare cresce di pari passo con la diffusione della notizia. Ed è una energia positiva che apre alla speranza di una soluzione.
Sono convinto che i parroci, la pastorale cittadina, le associazioni, i partiti politici sapranno “imbrigliare” la spontanea solidarietà della popolazione e trasformarla in azioni in favore dei lavoratori.
Non si può stare inermi davanti ad un simile disastro sociale. In ventiquattro anni si sono formate famiglie sulla certezza di un reddito, che oggi non può essere negata.
1 commento
chi fa sasà?si susi sasà,talia si si susi sasà,un sa susutu sasà
sasà si susi e se,Sasà fallu pi favuri susiti e vatinni,gia ni facisti affunnari unnifari annegari VATTENEEEEE