Nessuna facile promessa, nulla di scontato, ragionamenti chiari e a carte scoperte nell’incontro voluto da Manganella con la deputazione agrigentina, alla quale hanno risposto con la loro presenza i deputati Capodicasa, Bosco e Moscatt. Già con l’articolo di Valentina Piscopo vi abbiamo offerto le prime e complete informazioni sull’incontro, quasi in diretta, quando ancora i partecipanti stavamo salutandosi dopo la conclusione dei lavori.
L’incontro è stato caratterizzato ed ha girato intorno all’intervento del sindacalista della Cgil, Alfonso Buscemi che, in buona sostanza, intravede la soluzione all’interno del Comune, piuttosto che a Roma o Palermo. Buscemi sostiene che l’amministrazione dovrebbe trovare la copertura finanziaria per salvare il posto di lavoro ai 69 precari nello stesso bilancio comunale. D’accordo con lui, l’onorevole Capodicasa che ne ha rafforzato il ragionamento, sottolineando che la commissione ministeriale analizza la documentazione prodotta, applica la legge e denuncia eventuali irregolarità alla Corte dei conti, quindi sarebbe opportuno lavorare alla possibilità di tagliare la spesa corrente a copertura del rinnovo del contratto con i precari. Per Capodicasa, la politica e in particolare i deputati Nino Bosco e Tonino Moscatt hanno già fatto il massimo che potevano, ottenendo la convocazione della commissione in tempi brevi, quando l’organo, di solito, si riunisce ogni sei mesi.
Fermiamoci un attimo. Già con gli interventi di Buscemi e di Capodicasa abbiamo visto qualcosa di diverso rispetto a quello che, in altri tempi e in altre occasioni, la politica ci ha abituati a vedere. Ci aspettavamo di ascoltare interventi di assoluta formale solidarietà verso il sindaco che li ha invitati e verso i 69 lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro, per poi “chi si è visto, si è visto” sparire dalla scena.
Ieri sera, all’interno del castello Chiaramonte si è vista la politica onesta che non inganna e suggerisce percorsi. Forse qualcuno si aspettava qualcosa di molto diverso. Certamente, avrà preso di sorpresa il cognato del sindaco, il nuovo vicepresidente del Consiglio comunale, che ha accusato Buscemi di aver recitato la parte di capopopolo e da qui la degenerazione di una discussione prossima a passare dal dirsele al darsele. Ma così Caramazza tratta gli ospiti del cognato. Lasciamo perdere e torniamo alle cose drammaticamente serie.
Buscemi e Capodicasa hanno spinto verso la soluzione con la copertura finanziaria della stessa amministrazione comunale. Sull’argomento ci torniamo giusto il tempo di raccontarvi sulla piena disponibilità di Bosco e Moscatt, che si è già mostrata consentendo l’incontro di Manganella con la commissione ministeriale di qualche settimana fa.
Nino Bosco resterà accanto ai lavoratori sostenendo l’amministrazione che dovrà comunque produrre la documentazione chiesta dal ministero per autorizzare Manganella a prorogare il contratto dei precari.
La stessa cosa farà Tonino Moscatt che ha aggiunto la sua disponibilità a chiedere uno slittamento di qualche giorno della convocazione della Commissione ministeriale, qualora il Comune avesse la necessità di ottenere altro tempo per fornire gli atti.
Adesso, torniamo alla prospettata soluzione della copertura finanziaria del Comune.
Il sindacalista e la deputazione avranno messo in conto la significativa possibilità di un diniego di autorizzazione alla proroga del contratto con i precari da parte del Ministero degli interni. A questo punto sarebbe opportuno trovare o almeno ragionare su un percorso diverso e alternativo. Ma a Manganella non si possono chiedere i miracoli. Del resto, se è stato necessario ricorrere al piano decennale di riequilibrio finanziario dell’Ente è perché Favara si trova in una condizione di predissesto. Il Comune non ha soldi, non ha rispettato il piano di stabilità e non copre la spesa corrente. Manganella non ha nella sua disponibilità di amministratore i circa 900mila euro per coprire la spesa sui precari fino al prossimo 31 Dicembre.
Proprio per questo ha chiesto di incontrare la deputazione, perché non ha i soldi e anche per ottenere una maggiore elasticità da parte del ministero in riferimento alla certezza sui trasferimenti finanziari regionali, quando a Palermo ancora non approvano il bilancio, mentre a Roma ne chiedono la certificazione entro il prossimo giorno 29.
Il sindaco ha, ieri sera, annunciato da parte sua e della Giunta dal primo di Aprile la rinuncia al compenso politico, si aspetta la stessa decisione dal Consiglio comunale. Si risparmierebbero circa 300mila euro da destinare alla copertura della spesa per i precari. Mancherebbero comunque 600mila euro, mentre il tempo corre velocemente e la scadenza di fine mese è dietro la porta.
Sul piano delle ipotesi, si potrebbe rinnovare il contratto per due o tre mesi, in attesa del bilancio della Regione.
Da oggi, si ragionerà anche di questo all’interno del Palazzo di piazza Cavour, mentre si continua a produrre e inviare a Roma la documentazione necessaria ad ottenere l’autorizzazione alla proroga.