Sindaco ci stiamo vedendo abbastanza spesso recentemente e la cosa mi onora e, nello stesso tempo, mi preoccupa, ché è come se volesse farmi avvertire segnali negativi, un peggioramento, meglio, un precipitare della situazione politica favarese. Ha voglia di ritornare a fare… ( mi interrompe )
“No, anche se il mio concetto di politica ricco di ideologia, di estremi sacrifici e totale dedizione per il popolo è diverso dall’attuale, io ho già dato, adesso spetta ai viventi. Ti incontro, invece, perché ho ascoltato un aneddoto raccontato da Giovanni Bennardo sull’acqua, fuoco e dignità che dovrebbe farvi riflettere molto. Conosci la storiella?”
Si certo, anche se il consigliere Bennardo è un fiume di proverbi, questo non mi è sfuggito.
Racconta di una grande amicizia dell’acqua, il fuoco e la dignità e del loro stare sempre insieme. Ad un certo punto decisero di separarsi, ponendosi il problema di come e dove ogni tanto rincontrarsi. Allora il fuoco disse ai suoi amici “mi troverete dove c’è il fumo e distruzione”, l’acqua “dove c’è vegetazione e vita” e, infine, la dignità disse “cari amici, ve lo dico con grande dispiacere, chi mi perde non mi trova più”.
“Grande saggezza, io muoio per difendere la mia dignità e prima ancora quella dei miei cittadini, ai quali nel rispetto della loro dignità dovevo assicurare i diritto al pane, al lavoro, alle medicine, all’istruzione, ad una esistenza civile e per l’appunto dignitosa. Avrei potuto scegliere e ho scelto la dignità dell’uomo, quella che se si perde, difficilmente si ritrova. Questa storiella dovrebbe essere scolpita nel marmo e posta davanti all’ingresso di tutti i palazzi della politica, darebbe, certamente, frutto”.
In tutti i palazzi e non certamente solo quello di Favara.
“Questo ho detto e aggiungo che al danno ci si pensa prima e non dopo cercando di indossare i panni del salvatore quando se ne è stato l’artefice”.