“Parlano i consiglieri e stanno in omertoso silenzio i partiti politici, come se non avessero nulla da dire in questo particolare e drammatico momento per la città. Sembrerebbero non interessati ai sacrifici che saranno chiesti ai favaresi”. A parlare è Gioacchino Zarbo l’assessore “poco affezionato” della giunta Manganella, che in molti davano per dimissionario già contemporaneamente a Enzo Agrò.
“Io sono rimasto perché vogliono vedere fino in fondo come finirà. Resto per aiutare il sindaco a ridurre i costi, se lo chiederà, con i tagli. Mentre sono fortemente contrario agli aumenti fiscali. Non firmerò delibere di aumenti.
Circa due mesi fa ho inviato a tutti i dirigenti una richiesta per conoscere le spese degli ultimi due anni e quali iniziative intendessero intraprendere sui tagli delle spese, ad oggi ho ricevuto la risposta solo del comandante dei vigili urbani. Con questo atteggiamento mi devo confrontare, ma sono deciso a restare, dicevo, fino all’ultimo”.
Queste di Zarbo sono parole pesanti che la dicono lunga sulle difficoltà nella elaborazione del piano di riequilibrio decennale delle finanze comunale e fanno comprendere meglio l’attuale preoccupazione dell’opposizione sulla effettiva disponibilità della maggioranza a votare favorevolmente la proposta dell’amministrazione comunale. Si ha, davvero, l’impressione di navigare in un mare in tempesta.