Luca Gargano
E così, Manganella e i suoi sodali si sono assicurati la “permanenza balneare” a Palazzo di Città!
L’approvazione del Piano decennale di risanamento, avvenuta col parere negativo dei Revisori dei Conti, non è altro che il rimando dell’agonia a più tardi (per Favara e i Favaresi, sia chiaro), tenuto conto che il Ministero dell’Economia da ieri ha 90 giorni di tempo per esitare una delibera consiliare che è una vera e propria “anatra zoppa” e che come tale, quindi, sarà molto probabilmente bocciata.
Non trattandosi infatti di un giudizio politico, quello dei Revisori contabili, ma al contrario di un parere tecnico e pertanto oggettivo, i funzionari ministeriali si conformeranno ad esso finendo col respingere il lacunoso piano di rientro concepito dall’Amministrazione Comunale e determinando così l’inevitabile dissesto finanziario.
A Settembre la tragicommedia in salsa manganelliana sarà così ai titoli finali, grazie a una condotta a dir poco superficiale del Sindaco, che ha fatto dei numeri consiliari la “sua fortuna”.
Sì, perché per amore di Verità non si può non rilevare che un Piano di risanamento che passa con soli 9 voti favorevoli su appena 17 Consiglieri Comunali presenti in Aula rappresenta il fallimento della rappresentanza eletta il 13 Giugno 2011; senza Sì e senza Ma!
Quattro anni fa i Cittadini hanno votato un Sindaco e 30 Consiglieri Comunali per essere da Loro amministrati e invece, progressivamente, a decidere le sorti dell’intera Città è stata una sparuta minoranza, o meglio, la “minoranza della minoranza”!
Quantunque lecito, è equa una situazione del genere?!? Non si sta sempre più riducendo lo spazio della Democrazia, sospeso tra la spregiudicatezza di pochi e l’impotenza dei Molti?!? Dove andremo a parare tra non molto?!?
1 commento
Non sono della Sua città, ma queste parole fanno pensare. Il dissesto in cui molti comuni del Sud versano é figlio di una prorompente incapacità dirigenziale nell’amministrazione della res pubblica. La lacunosa preparazione dei dirigenti nel captare i finanziamenti europei, ora non più regali a pioggia da parte dello Stato, si manifesta nella più totale apatia di una classe, che non vive di meritocrazia, preparazione, capacità, competenze, ma solamente di nepotismi e di interessi personali o, quando si e fortunati, ci si trova dinnanzi a persone ignoranti ed immobili di fronte alla paura delle conseguenze delle proprie decisioni. Quando la coscienza dell’elettorato si immunizzerà dal concedere via il voto a vane promesse di un futuro migliore, ma si concretizzerà su curricula e sul fare, non sul sognare, le cose cambieranno. Il politico sceglie i dirigenti. I dirigenti restano in carica oltre i mandati, amovibili, e l’incapacità si paga.