Impensabile fino a cinque anni fa il risveglio di piazza Cavour e del centro storico. Oggi si restaura, si riqualifica e si rilancia l’economia della città attraverso l’antico per iniziativa del privato. E’ un moltiplicarsi di b&b, pizzerie, ristoranti, bar ed è corsa inarrestabile.
Qualcuno pensa che si stia rischiando di andare incontro all’eccesso di offerta rispetto alla domanda di un ipotetico turismo. Non mettono in conto due fattori, la grande inventiva dei favaresi e la significativa richiesta del territorio di contenere un luogo di incontro per tutte le età, di più, per le famiglie.
C’è l’altro aspetto determinante dell’utilizzo di risorse finanziarie del privato, che non possono avere lo stesso destino del denaro pubblico. Si investe per avere un ritorno con un rischio abbastanza contenuto.
Sta andando bene anche per il forte richiamo turistico della Farm.
Prima della Farm, ha iniziato a credere nel centro storico favarese come possibilità di investimento finanziario, Antonio Alba. Nel 2004 inaugura il primo b&b, nel 2008 apre l’albergo con annesso il ristorante. Oggi via Vittorio Emanuele si sta arricchendo del restauro del palazzo Re che diventerà un museo della mandorla, delle specialità locali, agnello pasquale in prima linea, e corso di cucina. In Via Belmonte sono in atto i lavori che interessano il riutilizzo di palazzo Piscopo come albergo e centro benessere. Il tetto del palazzo, a lavori ultimati, ospiterà ristorante e piscina. Stiamo parlando di cose impensabili fino a ieri.
Intanto, passo dopo passo il centro storico prova a rivivere, mentre è già vivo in piazza Cavour. La garanzia di una Favara che continuerà a guardare avanti, sono le decine e decine di giovani investitori, non disponibili a rinunciare al loro futuro.
Per ironia della sorte, aspettavamo le soluzioni dalla politica e, rassegnati e disincantati, le abbiamo trovate in noi stessi.