La notizia non è certamente una di quelle adatte al periodo attuale di ferie e di spensieratezza a tutti costi. In realtà, non c’è neppure un momento adatto per parlarne se non quello di cercare di esorcizzare proprio parlandone.
E’ singolare che a Favara, il paese della “mano o mortu”, della “chiamata” della folla in quasi tutti i funerali, stia per nascere una delle prime, se non la prima, camera mortuaria privata della provincia, segno dei tempi che cambiano.
Si tenevano tre giorni di lutto e di “ricevimento in casa” di parenti e amici fino a qualche decennio fa. Lutto stretto, abiti neri e un giro di zucchero, caffè, biscotti, Marsala all’uovo e carne che si donavano ai familiari del defunto, da fare impallidire per quantità qualsiasi titolare di supermercato. La stragrande maggioranza delle donazioni erano destinate a diventare merce di uno scambio interminabile, specie le bottiglie di liquore.
Impensabile all’epoca il possibile ricorso alla camera funeraria privata a Favara. Ne parlavano divertiti i nostri migranti ritornati dalla Germania, dalla Francia, dal Belgio. Ne parlavano per stupire i concittadini.
Alla particolare sala per le tristi occasioni ha pensato l’imprenditore Giuseppe Castronovo titolare dell’agenzia funebre più antica della città, fondata nel 1955.
Come funzionerà?
“La salma – ci dice Castronovo – sarà prelevata dall’abitazione ed esposta nella camera ardente in via Capitano Callea di fronte al Cimitero. I familiari e gli amici potranno accedere nella sala negli orari stabiliti per rendere omaggio al defunto e firmare il registro delle visite”.
Il confort, per i vivi, è assicurato, salottino, aria condizionata e assistenza, il morto, dal canto suo, sta bene ovunque.
1 commento
Bravo Castronovo. Possiamo morire tranquilli