Le ventisettemila parrocchie d’Italia si preparano ad ospitare, ognuna, una famiglia di migranti, così come chiesto da Papa Francesco. Ad oggi i migranti sbarcati, nell’anno in corso, sono circa 116mila e una buona parte è di transito, vuole andare in Germania e in altri Paesi del ricco Nord Europa. Da sole le parrocchie darebbe l’adeguata risposta all’ospitalità, al punto di decretare la chiusura dei centri di accoglienza e di tagliare con l’orrenda, in non poche occasioni, speculazione sui clandestini e i rifugiati politici.
A Favara, da circa quattro anni nel convento dei francescani si vive l’esperienza chiesta da Papa Francesco. Nella Tenda del Padre Abramo sono accolti come fratelli somali, liberiani, nigeriani, marocchini, ghanesi, rumeni, afgani, pachistani. Attualmente sono 16 gli ospiti, 5 sono cristiani e il resto musulmani.
La Tenda del Padre Abramo non riceve soldi pubblici, in convento frati e migranti dividono il poco che hanno. E’ una grande famiglia, dove ognuno è fratello dell’altro.
“Un convento enorme chiuso – ci dice fra Giuseppe, responsabile della Tenda del Padre Abramo – è una mancanza alla povertà. Non dare seguito alla preghiera è mancanza di coerenza e non ospitare lo straniero è mancanza di obbedienza al Vangelo”. Tra gli ospiti si conta anche la chiamata di una vita consacrata, proprio oggi celebrata a Messina.
I frati si occupano del loro avviamento al lavoro, li assistono nelle malattie, anche terminali e i migranti accolti da fratelli si comportano come tali. Fanno i piccoli lavori di manutenzione del convento, assicurano la pulizia della Chiesa, lavorano in cucina, nell’orto, nessuno ozia e tutti collaborano.
Adesso, l’esperienza si sposterà anche nelle parrocchie e tra i parrocchiani.