L’amministrazione comunale ha incontrato il professore Maurizio Carta del Dipartimento di Architettura di Palermo per discutere di programmazione socio-economica, pianificazione territoriale e rigenerazione urbana ieri. L’incontro è avvenuto al Castello Chiaramonte. Il docente universitario, ordinario di Urbanistica e responsabile dello Smart Planning Lab, è arrivato con un gruppo di studenti prossimi alla laurea muniti di macchine fotografiche e block notes pronti a registrare i tanti aspetti interessanti della zona antica della città.
E una convenzione è stata firmata per stabilire un rapporto di collaborazione tecnico-scientifico nel campo della pianificazione territoriale, della rigenerazione urbana, del recupero del centro storico e dell’innovazione urbana con particolare riferimento alle politiche e alle azioni di sviluppo urbanistico basate sulla creatività, sull’intelligenza e sulla resilienza.
Il Comune di Favara ha individuato nel funzionario Giacomo Sorce il referente generale e il responsabile tecnico per l’attuazione della convenzione mettendo a disposizione le proprie risorse umane e tecniche e la documentazione necessaria per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Concluso l’incontro nelle suggestive sale del maniero medievale, la comitiva di studenti, guidata dai professori Maurizio Carta e Giuseppe Guerrera, ha fatto tappa all’ex mattatoio comunale, recuperato nell’ambito di un progetto di riqualificazione urbana che ha interessato gli orti urbani, e al Cortile dei 7 cortili, quartier generale della “Farm Cultural Park”, che rappresenta un modello di come si possa restituire vitalità a un quartiere fortemente degradato e abbandonato della città grazie alla genialità e alla pervicacia del notaio Andrea Bartoli la cui scommessa, partita cinque anni fa, oggi si può considerare un investimento riuscito tant’è che il Cortile dei 7 cortili è il secondo sito più visitato in provincia dopo la Valle dei Templi. “L’obiettivo che ci anima – dice il professor Maurizio Carta – è quello di trasferire una parte dell’Università di Palermo a Favara non seguendo il vecchio modello ma portando didattica, alta formazione e sperimentazione”. Insomma, Favara sta diventando polo di attrazione per le numerose iniziative che stanno rivoltando come un calzino il centro storico e che al contempo, come sostiene il professore Carta, consentono di trattenere i giovani, di invogliare gli imprenditori e di sollecitare gli operatori culturali che non guardano più alle grandi città come traguardo da raggiungere potendo contare sulle potenzialità che vengono offerte in loco.