La nostra Favara sembrerebbe essere abitata, nella stragrande maggioranza, da giudici e da maghi.
Apre una nuova attività e subito arriva “l’oracolo”: “chissu subitu chiui”. Si costituisce una nuova società, una cooperativa “assa hannu a durati!”.
Dove voglio arrivare? Voglio arrivare al fatto della nomina di Giovanni Moscato ad assessore, diventato una sorta di tormentone cittadino. “Hannu a valigia ncapu u lettu e accetta di fare l’assissuri”, “a iddru aspittavamu pi chiudi l’opira”, “fineru i guai pi Favara” e l’elenco è lungo.
Mi permetto di dire, ma non possiamo aspettare almeno qualche settimana per giudicare? Non voglio diventare il difensore d’ufficio di Giovanni Moscato, capacissimo di difendersi da solo, ma da giornalista mi è diventato quasi impossibile vivere. Mi arrivano sentenze passate in giudicato da tutte le parti. Vogliono sapere da me le possibili ragioni della scelta di Moscato, quasi io fossi un mago. Qualcuno potrebbe rispondermi dicendomi “tu fai il giornalista, lo intervisti e ci fai sapere”. Giusto, anzi, giustissimo. A questo punto Giovanni Moscato si troverà pronto e confezionato un messaggio politico buono per tutte le occasioni. Preferisco aspettare qualche settimana e raccontare i fatti, quelli concreti.
A Moscato, Manganella ha conferito le deleghe sul commercio e artigianato, solidarietà sociale, agricoltura, fiera e mercati, lavoro, rapporti con le associazioni, risparmio dell’ente e altro.
Aspettiamo un tempo ragionevole e giudichiamo. E’ chiaro che la sua scelta in pochi l’avrebbero fatta e il fatto incuriosisce. Dalla sua ha l’esperienza politica, è stato consigliere comunale e in più occasioni assessore. Il dritto della medaglia è che non è uno sprovveduto, il rovescio è che non potrà accampare, se fallisce, facili scuse.
E poi non costa nulla, avendo rinunciato al compenso politico. Può solo stupirci se ne è capace, al resto siamo abituati da anni.