Ho avuto una lunga conversazione telefonica con il sindaco Manganella e l’assessore Moscato sulla polemica tra l’assessore Sutera e il nostro collega Giuseppe Moscato. Ho apprezzato la telefonata e il suo richiamo che riporto integralmente “Mi permetto di chiedere al mio assessore di non rispondere al giornalista e, a quest’ultimo, di chiuderla qui”. E’ l’intervento doveroso di chi rappresenta tutta la collettività, giornalisti compresi, che, per altri versi fa rientrare la questione dentro i paletti delle legalità. L’articolo 21 della Costituzione assegna a “Tutti il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.
Ovviamente, la libertà della stampa ha dei limiti, uno di questi è la smentita che può essere prodotta da chiunque, non solo dal diretto interessato della presunta notizia non veritiera.
L’assessore Dino Sutera è una persona molto disponibile e amministratore attento con una significativa esperienza nel settore dei lavori pubblici. Nessuno e principalmente Giuseppe Moscato ha avuto l’intendo di sminuire il suo lavoro, ma i fatti sono fatti. Giuseppe Moscato ha raccontato i fatti, Dino Sutera ha iniziato dai fatti raccontati dal collega giornalista ed è arrivato alla soluzione. Il problema c’era ed è stato risolto. Che c’entrano i fatti personali? Le interpretazioni, un’altra vergogna tutta favarese, del regolamento, che, comunque, fanno onore a Giuseppe Moscato, nella sua qualità di cittadino. Ciò che ha ottenuto gli spettava di diritto.
Tra le tante affermazioni, Sutera dice che “A lume di naso, non ricordo nessun Assessore che in passato si sia interessato ad evitare la saturazione degli spazi cimiteriali”. L’assessore ha il naso corto, prima di lui altri hanno demolito le sezioni dichiarate pericolanti e le hanno ricostruite, liberando centinaia di loculi. Hanno realizzato l’allargamento del cimitero e costruito il muro di cinta, eliminando una indegna discarica accanto al luogo sacro a tutti i favaresi. Un attuale suo collega di Giunta, Giovanni Moscato, ha risolto il problema della pavimentazione di tutto il cimitero e all’interno della stessa ha fatto raffigurare una Croce francescana, per dimensioni forse una delle più grandi al mondo, ha pensato e iniziato l’iter dei mini monumenti, ha fatto installare le fontanelle. Ognuno ha fatto secondo le proprie capacità e le disponibilità finanziarie del momento. E non ci sono medaglie per nessuno.
Sono d’accordo, dicevo, con Sasà Manganella quando dice che “le polemiche ed i toni risentiti non aiutano”, ma desidero fare alcune considerazioni sul mestiere di giornalista, in particolare, nel nostro territorio.
Vi invito a pensare ad una Favara, ad una qualsiasi città, senza la stampa o con un’informazione pilotata dal potere politico. Un giornalista libero, “non allineato” ha tanti lettori e, nello stesso tempo, un mare di nemici. Chi non fa questo mestiere difficilmente riesce ad immaginare l’odio, che di odio di tratta e le inimicizie che si guadagnano sul campo raccontando i fatti, specie, quelli della politica. Ora senza volere far diventare eroe nessuno, è tollerabile l’attacco al vetriolo di Sutera ai danni di Giuseppe Moscato? Non vorrei tornare al naso piccolo, mi limito a ricordare che della prima emergenza loculi, quando per settimane, si accumularono bare in deposito, l’amministrazione comunale ne ebbe conoscenza grazie alla stampa. Il sindaco letta la notizia che non c’erano più loculi corse a fare un sopralluogo al cimitero e promise di aprire un’inchiesta e punire i responsabili. Penso non occorrano altri esempi, ma l’elenco è lungo e dentro c’è anche la notizia della mancata pubblicazione della Tasi e la corsa notturna al Palazzo per salvare il salvabile. Questa è la stampa e questo è il lavoro di professionista serio e di tutto rispetto quale è Giuseppe Moscato.
Chiudo con lo stesso desiderio del sindaco, sperando nella fine di una stagione di veleni che ha stancato tutti.