Anche per il 2016 il Comune di Favara ricorre all’anticipazione di tesoreria e lo farà nella misura massima prevista dalla legge, ovvero nei 5/12 delle entrate previste in bilancio. Una liquidità ritenuta necessaria avere fin da subito, senza cioè aspettare le entrate tributarie o i trasferimenti di Regione e Stato, per, come è specificato nella Delibera della Giunta comunale del sindaco Rosario Manganella, “garantire il pagamento delle retribuzioni al personale dipendente, l’assolvimento delle spese obbligatorie e degli impegni assunti nei confronti dei creditori”. La somma che il dirigente di ragioneria ha a disposizione ammonta a €.11.414,00, la cui erogazione da parte della Tesoreria comunale sarà regolamentata dalla convenzione in atto tra la Banca ed il Comune di Favara. Anticipo di cassa che comporta in automatico “il vincolo irrevocabile a favore della Tesoreria comunale di tutte le entrate relative ai primi tre titoli del bilancio comunale, nonché tutte le entrate non aventi specifica destinazione fino alla concorrenza della somma anticipata oltre che ai relativi interessi maturati e relativi oneri accessori. Proprio in ragione del continuo ricorso alle anticipazione di tesoreria i magistrati contabili della Corte dei Conti in sede di controllo dei conti consuntivi dei bilanci di almeno 5 anni a questa parte, hanno “bacchettato” il Comune di Favara in quanto le anticipazioni di cassa, come detto, comportano un costo aggiuntivo di interessi non indifferente. A detta di dirigenti ed amministratori il ricorso all’anticipazione di tesoreria è praticamente obbligatorio per avere liquidità di cassa senza la quale tutte le attività dell’Ente subirebbero uno stop e soprattutto non si potrebbero pagare gli stipendi. Da qui l’atto deliberativo della Giunta, esitato subito dopo l’approvazione del bilancio di previsione 2015 da parte del Consiglio comunale, che autorizza la dirigente del servizio di Ragioneria ad attingere all’anticipazione di tesoreria.
1 commento
È ineluttabile che questo avvenga, diversamente i Comuni, tutti i Comuni, dal 1 gennaio devono chiudere bottega. La Corte dei Conti dovrebbe bacchettare lo Stato e la Regione ( al momento con esercizio provvisorio) invece di prendersela con i Comuni, ovviamente l’anello più debole delle istituzioni elettive, ma il più prossimo ai cittadini.