Gaetano Scorsone
In una domenica che la Liturgia della Chiesa Cattolica dedica al Battesimo del Signore, per Sorella Caterina giunge il solenne momento della consacrazione a Cristo.
In una Chiesa Madre colma come nelle importanti occasioni, si sono ritrovati quanti hanno sentito il bisogno di testimoniare la loro gratitudine, il loro profondo affetto e finanche la sincera ammirazione alla loro dolce “sorellina” nel giorno della professione solenne dei voti religiosi di povertà, castità ed obbedienza.
Oltre alla famiglia che per lei è stata una vera e propria piccola chiesa domestica grazie all’educazione ed alla fede trasmesse da papà Carmelo e mamma Rosa e condivise con i fratelli Enzo e Carmela, a fare da affettuosa cornice rappresentanze di Casteltermini, Palermo, Messina, Mussomeli e, naturalmente, di quella Favara che dal 2011 ha imparato a conoscerla, ad apprezzarla e a volerle bene.
Non potevano, infatti, mancare, i suoi bambini del doposcuola della Casa di Betania accompagnati dai riconoscenti genitori, non potevano mancare quanti hanno interagito con lei per il sostegno di innumerevoli casi di solidarietà, non potevano mancare i componenti del Gruppo “ECCOCI” che da subito si sono trasformati in una efficientissima rete logistico-organizzativa per fornire soluzioni in tempo reale ai più diversificati bisogni che di volta in volta a lei venivano rappresentati.
Dal punto di vista istituzionale presenti il Sindaco, Rosario Manganella, l’Assessore Sara Chianetta, il Tenente Nicolò Morandi, Comandante la locale Tenenza dei Carabinieri.
Di per sé già carica di emozioni, la celebrazione si è svolta in un crescendo di emotività e di preghiera che ha trovato anche dei momenti di profonda riflessione nel corso dell’omelia quando il Cardinale Montenegro ha auspicato come il Sì di Caterina al Signore potesse rafforzare il Sì di tutti i presenti e di tutta la comunità alle proprie responsabilità battesimali, per riscoprire il vero ruolo dei cristiani che deve essere interpretato soprattutto fuori dalle Chiese, nei diversi ambiti socio-lavorati, offrendo efficaci soluzioni alle numerose richieste di aiuto e di sostegno a quella parte di umanità in sofferenza, nel disagio, nell’abbandono, nella malattia, e non chiudendosi in ermetici “ripostigli” dove non giungono i lamenti dei fratelli più deboli.
I Cristiani per il Cardinale Montenegro devono, infatti, sentirsi come figli del vento e del fuoco, elementi che plasmano e che niente lasciano come prima . . . In forza della loro Fede i Cristiani non possono permettersi di rimanere indifferenti o inerti di fronte ai mali della società: alla violenza devono saper rispondere con la forza dell’Amore, all’indifferenza devono sapersi opporre con l’efficacia del servizio, all’aridità della cattiveria sappiano controbattere con l’armonia della bontà, all’individualismo preferire sempre la condivisione.
Ecco così che Sorella Caterina può e deve diventare una preziosa risorsa per la nostra comunità, oltre che una tangibile e nobile testimonianza attiva di vera e quanto mai operosa cristianità che segna la via da seguire a noi tutti. Ricordiamocene quando la incontreremo nelle più diverse realtà impegnata a dare concrete risposte a problemi talora frutto di pregiudizi o di gravi e colpevoli omissioni, di indifferenza o di prepotente arroganza, di malafede o cieca stupidità. Chiediamole allora e senza tema di imbarazzo in cosa potremo esserle utili e, così facendo, non solo agevoleremo la sua missione efficacemente riassunta dalla sua Regola Cristiana “Ora et Cura” , ma al tempo stesso e, soprattutto, aiuteremo noi stessi a ritrovare la retta via segnata dai salvifici precetti del Vangelo di Gesù.
E possibilmente, teniamo bene a mente ciò che ci ricorda Papa Francesco: “Dio ci sorprende sempre, rompe i nostri schemi, mette in crisi i nostri progetti, e ci dice: fidati di me, non avere paura, lasciati sorprendere, esci da te stesso e seguimi”! Dopo la celebrazione la famiglia di Sorella Caterina ha offerto un momento di sobria fraternità ai numerosi presenti preso la Sala del Collare del Castello Chiaramonte.