Non ho mai pensato ad un Manganella remissivo, che tiri i remi in barca ed ammaini la bandiera. Per questo non mi meraviglia affatto la sua dichiarazione che è pronto a ricandidarsi per dare una continuità alla sua azione amministrativa che da quasi 5 anni lo vede al timone di una Favara che non sta certo vivendo i suoi tempi migliori.
Ed anche se non fosse veramente la sua intenzione, è meglio farlo credere. Vuoi mettere gli ultimi sei mesi ad aspettare che la candela si consumi definitivamente e decreti il suo tramonto, con una fine legislatura che, invece, faccia da trampolino e sia la preparazione per una nuova battaglia elettorale. Nel maggio 2011 la proposta era quella di “guidare il cambiamento”, nel giugno 2016 il grido di battaglia quale potrebbe essere se non quello di “guidare il cambiamento”. Nel senso che slogan vincente non si cambia, anche perchè il cambiamento non è stato proprio quello sperato.
Certamente Rosario Manganella dovrà cercarsi una nuova “coalizione di responsabilità” che lo supporti. Non sarà certamente quella che lo ha proposto e votato, quel centrodestra si è sfaldato dopo poco tempo e i suoi maggiorenti hanno preso strade diverse. Non sarà il Pd, partito nel quale è approdato in seguito con l’adesione al Megafono di Crocetta , a portarlo in spalla. Anzi i compagni del Circolo di Favara non gli hanno neanche rinnovato la tessera, hanno fatto di tutto per cacciarlo dal partito, chiedendo a gran voce le sue dimissioni.
Nel corso di questi cinque anni Sasà Manganella ha avuto comunque una rosa di consiglieri che lo hanno appoggiato nelle sue scelte amministrative, non c’è stata l’ufficialità dei partiti politici anche se il dialogo o gli ammiccamenti non sono mancati. Sarà magari una coalizione di consiglieri a formare la nuova cordata, a fine corsa c’è stato anche un ultimo innesto, quello del Pdr dell’on. Cimino, magari è un segnale.
A questo punto può mettersi l’animo in pace soprattutto chi, tra i suoi più stretti o nuovi collaboratori ha sperato che Sasà gli tiri la volata. La storia di Manganella, è un libro aperto e parla chiaro. Una presenza politica ed elettorale che ha toccato con alterne vicende e differenti risultati praticamente tutti i livelli dell’Ente locale, dal consigliere comunale a quello provinciale; dall’assessore al vice sindaco; dal presidente del Voltano a Sindaco di Favara, passando da diverse candidature e battaglie elettorali. Da capopopolo a Sindaco di lotta e di governo.
Perchè dovrebbe fermarsi proprio adesso e lasciare la giuda del Comune quando, dice, si stanno concretizzando dei risultati, dopo cinque anni di agonia, aggiungiamo noi. La metanizzazione della città, per esempio. Il cavallo di battaglia della prima campagna elettorale è stato quello che ha portato alla storica prima delibera, il taglio del legame con l’Aipa, che comunque non ha portato i benefici sperati in termini economici, e con la quale c’ ancora un contenzioso in atto, con il comune che ancora non ha definito la sua riscossione dei tribuiti. Quale sara lo slogan della prossima campagna elettorale? e quale la prima delibera del secondo quinquennio?
E gli avversari di Manganella che dicono. Quali reazioni all’annuncio della sua candidatura, o comunque sia alla sua disponibilità a continuare la battaglia. Magari fosse vero, ci hanno detto un paio di soggetti “addetti ai lavori” il suo avversario vincerà a mani basse. Ne siamo tutti sicuri?!
1 commento
Pura e vera provocazione? o e stato risucchiato dal vortice potere? Fatichiamo a voler credere che dopo tutte le malefatte e i fallimenti possa essere così ingenuo da potersi riproporre alla giuda della città. Potrebbe esserci un’ altra spiegazione: è così tanto uomo da voler assistere al suo masochismo e finalmente potersi ritirare definitivamente dalla scena politica. Chi voterebbe Manganella?
Staremo a vedere………….la storia continua………….. FAVARA LIBERA