Il 27 gennaio di settantuno anni fa l’Armata Rossa sovietica liberò il campo di concentramento di Auschwitz. Da allora, il mondo scoprì l’orrore perpetrato dai nazisti nei confronti non solo degli Ebrei ma anche verso altre “minoranze” come omosessuali, zingari, prostitute, senza tetto, religiosi, prigionieri di guerra ecc. ecc.
Via via che gli Alleati avanzavano vennero “smascherati” altri campi di concentramento diffusi in Germania, Polonia Repubblica Ceca e anche in Italia.
Il fascismo, in linea con l’alleato tedesco, emanò nel novembre del 1939 delle leggi antisemite in nome di una presunta difesa della razza italiana.
Non a caso, il favarese Calogero Marrone, da dipendente dell’ufficio anagrafe di Varese, salvò la vita di centinaia di ebrei falsificando le loro carte d’identità. Il nostro illustre compaesano pagò con la vita questo suo grande gesto di coraggio, proprio all’interno di un campo di concentramento, precisamente a Dachau. Dunque, il nostro eroe è figlio di un’aberrazione del sistema italiano. Patria Indipendente, ovvero il giornale dell’ANPI, in un numero pubblicato il 27/02/2005, sostiene che nel luglio del ‘42 i campi di concentramento presenti in Italia erano ben 202. Fu un massacro terribile del quale si è sempre parlato poco forse per VERGOGNA. Molti di questi campi di concentramento si trovavano nei confini orientali e fecero incetta di slavi, sloveni, croati e zingari, provocando di conseguenza, qualche anno dopo, la strage di italiani nelle Foibe.
Dopo l’armistizio di Cassibile del ‘43 anche gli alleati italiani divennero, per i nazisti, nemici da deportare, sfruttare ed eliminare. Aggiungiamo che il trattamento riservato ai prigionieri di guerra italiani fu comunque peggiore di quello riservato agli altri prigionieri. Gli italiani avevano un doppio peccato: quello di essere sia prigionieri che traditori.
Per informazioni potete chiedere a Lillo Vaccaro (ma anche alle famiglie Giglia, Taranto, Butticè solo per citare qualche esempio), prigioniero di guerra in Cecoslovacchia (oggi Repubblica Ceca), numero di matricola 23302. Il nostro anziano compaesano è oggi l’unico superstite di questa triste pagina di storia. Il mio caro amico Lillo nel giugno del 2012 ha anche ricevuto l’onorificenza di “Cavaliere” della Repubblica.
In totale, i favaresi internati nei campi di concentramento furono 20. Del resto, Favara, non si è mai mostrata insensibile verso questo importantissimo giorno di memoria e sensibilizzazione. Infatti, nel 1994 l’amministrazione, guidata dal sindaco Gaetano Sanfilippo, fece incidere su una lapide marmorea i nomi di alcuni favaresi che finirono internati nei campi di concentramento posta in piazza Belvedere, negli anni in cui frequentavo il liceo M.L.K ricordo che, il Prof. Gerlando Cilona era solito organizzare la commemorazione del 27 gennaio ed infine l’anno scorso è stato inaugurato un monumento dedicato a Calogero Marrone collocato in Piazza della Pace. Quest’anno il giorno della memoria sarà celebrato fra i banchi di scuola dell’istituto “V. Brancati” diretto dalla Dott.ssa Carmelina Broccia, dove anch’io, avrò il piacere di intervenire. Oggi più che mai bisogna continuare a parlare di questa vergognosa pagina di storia soprattutto alla luce dei ripetuti atti di razzismo e di intolleranza che si registrano un pò in tutta Italia, anche a causa di qualche partito politico, che continua a fomentare odi e rancori nei confronti del “diverso” ieri identificato nell’ ebreo, oggi nei “neri” o nei musulmani.