Tocca al sindaco Rosario Manganella, carte alla mano, convincere i magistrati contabili della Corte dei Conti sulla bontà del Piano. Giovedì 28 gennaio alle ore 11 è stata programmata l’adunanza della Sezione di controllo per la Regione Siciliana, per discutere del Piano presentato dal Comune di Favara.
Lo strumento che dovrà trasformare il rosso dei conti in un più accettabile verde, però, non ha convinto la Commissione per la stabilità degli Enti locali del Ministero dell’Interno che dopo averlo esaminato lo ha trasmesso alla Corte dei conti. Entro tre giorni liberi antecedenti l’adunanza, ovvero lunedì 25, così come disposto dal presidente Maurizio Graffeo, il Comune doveva trasmettere eventuali memorie al fine di perorare la causa e convincere i magistrati contabili che le azioni proposte nel Piano , sono giuste e attuabili. Il sindaco Rosario Manganella ha comunicato che ha chiesto ed ottenuto una audizione informale per martedì 26, magari prorpio in queste data consegnerà le memorie.
Il giudizio espresso dalla Commissione che accompagna la trasmissione del Piano non è, per usare un eufemismo, positivo: “Si ritiene che il Piano del Comune di Favara non sia del tutto in linea con i contenuti richiesti dalle disposizioni normative di riferimento e alle indicazioni contenute nelle Linee giuda elaborate dalla Corte dei conti”. E la relazione prosegue nell’affermare che “allo stato degli atti il Piano di riequilibrio non appare attendibile e congruo”. Giudizio negativo anche sul piano della sostenibilità finanziaria in quanto, come scrive ancora la Commissione ministeriale “lascia aperti seri dubbi atteso che non vi sono in atto segnali di un apprezzabile superamento dei fattori che hanno determinato la crisi di liquidità strutturale che l’Ente attraversa da lungo tempo”.
Tutte le criticità evidenziate, infatti, sono “vecchie conoscenze” delle Corte dei conti che fin dall’esamina del Conto consuntivo del 2011 le ha contestate al Comune di Favara, criticità reiterare anche per gli anni successivi e trascinatesi fino al Piano di riequilibrio. In ragione di queste criticità le contromisure adottate dal Comune per risanare le finanze non avevano convinto gli stessi Revisori dei conti che nell’esprimere il proprio parere obbligatorio avevano scritto. “Il Piano di riequilibrio risulta non idoneo a garantire il raggiungimento dell’equilibrio”.
Ma facciamo un escursus sulle situazioni che culmina con l’audizione del 28 gennaio 2016, che potrebbe essere fatale per il Comune di Favara (è una possibilità anche se il sindaco ci additerà come nefaste Cassandre). La situazione precipita, anche se i sintomi c’erano tutti ed erano già noti da diverso tempo, come accennavamo, con le varie relazioni della Corte dei conti ai rendiconti finanziari dal 2011 al 2013, quando l’11 febbraio 2015 la Responsabile del servizio finanziario del Comune di Favara segnala una situazione di criticità finanziaria. In ragione del bubbone che emerge la Giunta adotta la delibera n. 22 del 5 marzo 2015 con la quale propone al Consiglio comunale di aderire alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale. Il 17 marzo il Consiglio comunale delibera di ricorrere alla procedura di riequilibrio ed il 14 giugno approva il Piano predisposto dalla Giunta della durata decennale. Il disavanzo complessivo da ripianare ammonta a 11.525.000,00 euro. Piano che viene inoltrato alla competente Commissione ministeriale che lo esamina e lo rimanda alla Corte dei conti il 29 dicembre 2015.
Il parere, come dicevamo, è tutt’altro che positivo con diverse criticità e difformità procedurali che non rispecchiano le Linee guida. In ragione di ciò, ma anche per il fatto che al momento della pronuncia della Commissione, il bilancio 2015 non era stato ancora approvato, il Consiglio comunale dovrà provvedere alla rimodulazione del Piano. Da qui la convocazione del Consiglio comunale in seduta straordinaria ed urgente, richiesta da 6 consiglieri comunali, stabilita per il 27 gennaio prossimo alle ore 18.30. Diverse le criticità evidenziate dalla Commissione, tra queste in primo piano c’è “la traiettoria di rientro” che non è in linea con le Linee guida della Corte dei conti. Il Comune di Favara, inoltre, non ha rispettato il Patto di stabilità al quale si aggiunge il fatto che “l’Ente evidenzia una modesta e preoccupante capacità di riscossione”.
In particolare la riscossione media nel triennio 2012 – 2014 si attesta al 26,8% e quella del titolo III al 3,4%. Oltre alla scarsa capacità di riscossione dei residui l’Ente continua annualmente a produrre nuovi residui attivi sforando i relativi parametri. La Commissione evidenzia che il Comune “non ha fornito la dimostrazione delle misure adottate che consentano di accrescere il grado di riscossione”. In ragione di queste ed altre criticità per la Commissione ministeriale “permangono rilevanti perplessità in ordine alla capacità dell’Ente di garantire il superamento dei fattori di criticità strutturale. Anche il profilo della sostenibilità finanziaria lascia aperti seri dubbi atteso che non ci sono in atto segnali di un apprezzabile superamento dei fattori che hanno determinato la crisi di liquidità strutturale”.
Ma non tutto è perduto. Sta al sindaco Rosario Manganella e al Dirigente alle finanze dimostrare giorno 28 ai Magistrati contabili che dette criticità possono essere superate.