Istituire una commissione di studio presso l’Ato Idrico AG9 per la modifica del regolamento idrico nell’ex-provincia di Agrigento.
La richiesta arriva dal sindacato Cisl e dall’Adiconsum che hanno inoltrato una formale istanza ai sindaci dei Comuni che costituiscono l’Ato e all’ex Provincia regionale di Agrigento, e prende spunto dall’Ordinanza n. 34 del 27/02/2016 del Sindaco di Favara Rosario Manganella che impedisce al gestotre Girgenti Acque l’installazione dei contatori idrici nel Comune.
“A nostro giudizio l’ordinanza apre un nuovo dibattito sulla vertenza acqua – scrivono Maurizio Saia e Giuseppe Di Miceli, rispettivamente segretario Cisl e responsabile Adiconsum – Infatti una delle motivazioni già evidenziate nella lettera inviata dal Sindaco all’Ato Idrico, parla dell’opportunità di non installare i contatori idrici, finché l’erogazione del prezioso liquido non sarà h24″.“Inoltre – continua la nota congiunta – nel Consiglio Comunale aperto svoltosi presso l’aula consiliare del Comune di Favara, in data 23/02/2016, che ha visto tutte le parti sociali e politiche unite nel poter dare una risposta alla gente che, già regolarmente paga il canone idrico, sulle criticità del servizio, quali l’aria presente nelle condutture che falsa i consumi registrati dai misuratori preposti, la rete idrica che fa acqua da tutte le parti, il sistema di depurazione che non depura o depura male, ed altro ancora, si è appreso dal Sindaco di Favara, Rosario Manganella, che entro il mese di aprile 2016, saranno apportate delle modifiche al regolamento idrico per dare soluzione alle problematiche ora rappresentate”.
Per questo importante appuntamento, secondo Cisl e Adiconsum, tutti i Sindaci dell’Ex-Provincia di Agrigento che hanno ceduto le reti idriche al Gestore privato, devono attivarsi, con gli strumenti in loro possesso, al fine di mettere ordine, secondo le necessità reali dei cittadini, alla distribuzione ed alla gestione dell’acqua nel territorio agrigentino. “Occorre istituire presso la sede dell’Ato idrico AG9 una commissione di studio formata oltre che dalle cariche istituzionali dei vari Comuni che ne fanno parte, anche dalle parti sociali – evidenziano Saia e Di MIceli – per addivenire, per quanto possibile, ad un regolamento che disciplini in modo trasparente, equo e giusto, secondo le regole di una sana e corretta amministrazione del servizio di distribuzione dell’acqua con tariffe sociali che rispecchino utilità pubblica del servizio prestato”.