L’esercito degli “arruolati” candidati a consigliere comunale è pronto, manca la scelta del generale.
Sulla scelta pesa una netta divisione tra chi da una parte aspetta gli ordini e la benedizione degli onorevoli e dall’altra tra chi proprio non vuol saperne di ordini calati dall’alto. Si profila all’orizzonte il trionfo e la moltiplicazione delle liste civiche.
Andiamo con ordine iniziando dai partiti politici. Il M5s ha già presentato il proprio candidato a sindaco, il movimento corre da solo. Il Pd cercherebbe un accordo con altri partiti nel rispetto di alleanze consolidate a livello regionale e nazionale. Al momento intorno al tavolo delle trattative siedono i deputati. All’interno del Pd, la parte che fa riferimento all’attuale amministrazione comunale ha manifestato l’intenzione di ripresentarsi. C’è dunque la possibilità di una spaccatura all’interno del Partito democratico. Sarebbero dentro al disegno delle alleanze regionali su base locale i partiti che fanno capo agli onorevoli Cascio, Cimino, La Rocca, Bosco, Fontana, Moscatt, Panepinto e Capodicasa. Rifondazione comunista, dal canto suo, si tirerebbe fuori da alleanze che lo avvicinerebbero ad un progetto di centrosinistra.
Il punto di incontro per consolidare una alleanza allargata è una candidatura di elevato spessore politico, capace già di suo di attirare il consenso popolare. Per averci messo dentro il naso, ancora non l’hanno trovata. Hanno fatto, almeno, una prova ed è fallita.
Intanto, se i partiti politici sono ancora in alto mare, la stessa cosa non si può dire per chi ha dimostrato di avere borse di voti, per le punte visibili delle famiglie estese. Loro avrebbero pronti “truppe” e “generali” pronti a scendere in campo. Non vogliono andare dietro ai deputati, ma li accetterebbero solo a condizione di averli dentro alle loro liste civiche. Attualmente sarebbero almeno due i “raggruppamenti” ognuno con il proprio candidato a sindaco.
Facendo i calcoli con la carne già sul fuoco, due sarebbero i candidati delle liste civiche, uno del M5s, uno di Rifondazione comunista, uno espressione dell’attuale amministrazione e un altro della coalizione politica del centrosinistra. Sei in totale i candidati a sindaco, che potrebbero salire in numero a sette, se una personalità vicina a Cascio e possibilmente non gradita da qualche altro partito di centro, decidesse di fare il grande passo.
La stragrande maggioranza della truppa aspetta, bussa alle porte di amici e parenti, chiede il voto riservandosi di ritornare per informarli sul partito o sulla lista civica nella quale deciderà di candidarsi.
Davvero una bella prospettiva per il futuro di Favara.
1 commento
Lo scenario politico che hai disegnato sembra anche a me, allo stato dell’arte e salvo clamorose sorprese dell’ultima ora, il più probabile e quello maggiormente realistico. Tuttavia, in virtù delle alleanze vicine all’attuale amministrazione, credo che i deputati Cimino, Fontana e Capodicasa possano fare scelte locali diverse da quelle presumibili, formando un’autonoma coalizione con il gruppo PD che oggi guida la giunta comunale.