La Cgil intervine sul mortale infortunio del lavoro di Villafranca Sicula.
“Con il recupero del corpo di Mario Cardinale, si conclude tristemente la vicenda di questo ennesimo infortunio mortale sul lavoro, che si aggiunge alla lunga scia di sangue che vede cadere, come in una guerra, 3 vite al giorno.
La cosa che ha reso straziante e assurda questa vicenda è che il suo corpo straziato sia rimasto sepolto dal 6 Febbraio, per lunghissimi 9 giorni, senza che nessuno fosse riuscito a tirarlo fuori da lì.
Questo è davvero avvilente, mortificante, assurdo.
Noi siamo ovviamente grati a quanti con abnegazione hanno fatto il possibile, ma come non denunciare la complessiva impreparazione a far fronte ad un evento così; come non ribadire – anche in questo frangente – la forte denuncia circa l’inadeguatezza complessiva, l’assenza di coordinamento tra le varie forze in campo.
Ora, a nostro avviso, si debbono aprire due fronti.
Quello dell’accertamento delle responsabilità, perché dietro ogni morte sul lavoro non c’è il caso o la fatalità, ma l’inosservanza o l’inesistenza di misure di prevenzione e protezione.
Ma anche quello della solidarietà verso una famiglia a cui viene a mancare un sostegno.
Mentre ci stringiamo commossi alla famiglia, la cui perdita affettiva nessuno potrà ricompensare, non possiamo che chiedere alle Istituzioni di mettere in campo ogni iniziativa utile per assicurare alla stessa quel sostegno di cui ha bisogno”.