Paradossale e, per certi versi, “comica” l’attuale foto della campagna elettorale, con in atto una sorta di “vendetta” da parte dell’elettorato che sembrerebbe non aspettasse altro che l’appuntamento con le elezioni comunali.
La frase ricorrente è “ma mancu si morinu”. Mancu si mori chi? Chiunque chieda il voto. E non è vero che la propensione sia verso l’astensionismo, ché, per quello che si sente dire, la protesta sarà ancora più forte rispetto al semplice restarsene a casa.
Intanto, siamo all’inizio della competizione, anzi siamo in notevole anticipo e al momento, dicevamo, forte è la determinazione da parte dell’elettorato a presentare il conto per essere stati disamministrati. I cittadini sono disillusi e i politici devono trovare uno strumento diverso dalle semplici promesse. E oggi, dopo il triste spettacolo degli ultimi anni, non funziona più come ieri il voto al parente e all’amico.
Per citare qualche amaro episodio che avrà inevitabilmente il suo peso, sono state tagliate migliaia di prese idriche a gente che non poteva pagare. Questi cittadini sono andati a cercare la soluzione per garantirsi un servizio definito irrinunciabile dalla Carta dei diritti umani e hanno bussato alla porta della politica. Sappiamo tutti come si è conclusa la vicenda. Eppure c’è un fondo di solidarietà che per Favara dovrebbe essere di circa 50mila euro. Fondo approvato solo recentemente e sul quale ancora si deve lavorare per renderlo operativo.
I favaresi vivono un momento di grave difficoltà economica tuttavia spendono di più per la spazzatura che per il pane. Una famiglia media spende circa 300 euro l’anno per acquistare il pane e 600 euro di Tari, la tassa per il servizio di igiene ambientale.
I poveri devono la loro sopravvivenza al volontariato della Chiesa e a quello laico. Dov’è lo Stato sociale?
A Favara, l’acqua minerale potrebbe scorrere direttamente dai rubinetti di casa ed, invece, il prezioso liquido che arriva al 50 per cento dalle sorgenti del Voltano e per l’altra parte depurata dal Fanaco è inquinato a causa dei recipienti dei privati che devono mantenere per colpa di un approvvigionamento per poche ore settimanali.
La città ha una rete idrica, almeno in teoria, efficiente, l’acqua in arrivo è di buona qualità, ma non si riesce ad avere una fornitura H24 che garantirebbe la potabilità in uscita dal rubinetto di casa. Si installano i contatori che, per ironia della sorte, i favaresi aspettavano per pagare di meno ed invece il costo aumenta.
Anni di aumento delle imposte e, nello stesso tempo, i servizi peggiorano invece di migliorare. Il quadro è questo, qualcuno fa finta di niente e organizza liste elettorali, ché il popolo è bove e alla fine, dicono loro, farà quello che gli verrà chiesto di fare. Per quanto mi riguarda non sarà così e i disagi fatti subire agli amministrati avranno il loro peso determinante.
Vincerà chi sarà in grado di dimostrare di essere la novità. E la novità per essere tale dovrà essere un taglio netto con il passato.