Che c’entra “me matri? C’entra, c’entra, ve lo dirò dopo.
Non è stato molto partecipato, la gente sarà stata presa dalla stanchezza.
Pure i consiglieri hanno preferito fare altro, su trenta all’appello hanno risposto in venti.
Ecco la cronaca, in estrema sintesi, di una seduta del Consiglio comunale con tanti interventi, alcuni pure lunghi.
Si è iniziato con l’intervento di Leonardo Pitruzzella che ha spiegato le ragioni della seduta aperta e le regole sul dibattito, chiedendo ai presenti un minuto di silenzio per ricordare Armando Giglia, il ragazzo, che voleva ridisegnare Favara, deceduto in un incidente stradale.
“Abbiamo voluto – ha detto il presidente del Consiglio comunale – affrontare il problema dei problemi, quello idrico. Girgenti acque deve rispettare il contratto firmato con l’Ato e gli utenti devono pagare, bisogna, comunque, fare una netta distinzione tra chi non può e chi non vuole pagare. La tutela deve essere data alle fasce deboli e non ai furbi”.
Aperto il dibattito, la prima ad intervenire è stata Maria Nona che ha ribadito il mancato rispetto del contratto da parte di Girgenti acque, complice la politica che non ha stimolato l’osservanza delle regole.
Andiamo, dicevamo, per sintesi per non stancarvi e non farvi arrivare “a me matri chi ci dicu?”.
Massimo Centineo ha fatto l’analisi completa delle inadempienze, sottolineando che “tagliare l’acqua a chi non può pagare non è dignitoso e non si può tagliare neppure a fronte di presunte morosità. E’ giusto pagare l’acqua, ma Girgenti acque deve rispettare i suoi doveri. Entro i primi 5 anni si doveva installare il 70 per cento di contatori e erogare l’acqua h24, per non farli girare a vuoto con grave danno all’utenza”.
Lillo Attardo di Prometeo ha ricordato l’articolo 29 del contratto che impone una fornitura minima all’utenza morosa.
Antonio Moscato ha passato in rassegna il disciplinare sul servizio e ha lamentato l’assenza di controlli da parte dell’Ato e del Comune.
Girgenti acque non ha tutti i torti per Broccio della Uil, riferendosi alla mancata consegna delle reti idriche da parte di alcuni Comuni.
Giovanni Mossuto pensa che Girgenti acque “dovrebbe essere mandata via a pedate sul sedere”. Grave la sua accusa sul fatto che tra gli addetti al taglio delle prese “ci sono i figli e i parenti di politici recentemente assunti”.
L’avvocato Miceli di Adiconsum ha informato l’amministrazione che sui rientri del debito personalizzati poco si sta facendo.
Per Luca Gargano nulla è addebitabile a Manganella, ma è arrivato il momento di essere più esigenti con l’azienda che gestisce il servizio.
Lorenzo Airò ha chiesto la risoluzione del contratto con addebito per inadempienza a Girgenti acque.
“Con l’utilizzo del personale comunale – ha detto Giovanni Panepinto – dobbiamo provare a dividere chi non può pagare da chi non vuole”. Ha fatto, poi, riferimento alla normativa che è in evoluzione. Entro 180 giorni la Regione deciderà cosa fare degli enti che gestiscono l’acqua.
Per Lombardo del Forum provinciale dell’acqua “questo Consiglio comunale che si tiene a Favara potrebbe essere tenuto in qualsiasi città d’Italia”.
Salvatore Ferretti ha rivolto diverse domande all’Amministrazione comunale dalle inadempienze ai morosi e dai mancati investimenti alla mancata depurazione.
Caruana: "Non si deve pagare forfettariamente”.
Ed eccoci arrivati al momento più interessante della seduta aperta, quello di Totò Abate che rivolgendosi ai consiglieri e all’amministrazione comunale ha raccontato la sua storia.
Cinque disoccupati e una vecchia madre con la sua pensione di 500 euro al mese, unico reddito del nucleo familiare. La madre ossessionata da una possibile interruzione della fornitura d’acqua, “spedisce”, tutti i santi giorni, Totò allo sportello di Girgenti acque e dai politici per ottenere la pianificazione del debito senza l’anticipo del 30 per cento. “Cosa ci resterebbe – ha detto Abate – della pensione se dobbiamo togliere l’anticipo da dare a Girgenti acque? Noi vogliamo pagare e possiamo farlo senza anticipo e con rate di 50 euro, di più non è possibile”. Ora l’altro problema di Totò Abate era che pure ieri sera la madre gli aveva dato l’incarico di andare in Consiglio comunale per ottenere migliori forme di pagamento. “A me matri chi ci dicu stasira?”
E qui ci fermiamo nella nostra cronaca, ché si è arrivati al primo di due punti più importanti della serata.
Dopo Abate, sono seguiti gli interventi di Giuseppe Arnone, Grova, Antonio Palumbo, Mimmo Russello.
Tutti interventi interessanti che hanno chiarito gli aspetti giuridici con l’ex sindaco Russello e consigliato soluzioni con Arnone, Grova e Palumbo.
I verbi utilizzati al futuro dai politici non hanno soddisfatto la richiesta di Totò Abate, ma alla fine dei lavori, qualcosa ha potuto, comunque, portarsi a casa.
Totò è la Favara che soffre la mancanza di lavoro, la povertà vecchia e nuova. E’ uno dei 4.000 morosi che rischia di vedersi tagliare il servizio idrico.
Alla fine, dicevamo, qualcosa gli arriva.
Giovanni Bennardo e Salvatore Lupo hanno confermato la loro decisione di tutelare i cittadini poveri, ”ai quali non deve essere interrotto il servizio. Giorno 24, alla scadenza della proroga di Girgenti acque, al verificarsi dei tagli alle prese, occuperemo l’aula consiliare”.
Hanno chiarito al sindaco, che la loro attività non doveva essere vista come quella di opposizione. Agivano in favore della città.
I toni pacati e il contenuto degli interventi hanno convinto il sindaco Manganella che ha apprezzato e ha dichiarato di essere il primo a tutelare le fasce deboli di Favara. La pace politica, almeno in questa fase, è fatta ed è il primo passo per risolvere le questioni del paese.
Totò potrà dire alla madre che non le taglieranno la presa e che potrà pagare senza l'anticipo del 30 per cento del dovuto.
2 commenti
Faccio davvero i miei piu' sentiti complimenti alla redazione e al giornalista, perche' ancora una volta pur facendo una cronistoria della seduta consiliare, continua ad omettere la presenza di Antonio Fallea. Pur capendo bene che i consiglieri comunali da lui continuamente citati meritano piu' spazio dello scrivente, in quanto piu' capaci, si ritiene doveroso quantomeno per verita' storica informare i signori lettori del giornale " siciliaonpress" che la preziosa informazione data dal giornalista Pullara , risulta incompleta di informazione. Mi dispiace di cio', perche' stimo la persona ma adesso abbastanza poco il professionista.
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Quanto si dice la malasorte. Anche in questa occasione e senza malafede non citiamo il consigliere Antonio Fallea, ma lo stesso non potrà crederci. Del resto, per due volte è accaduta la stessa omissione. La professione lasciamola, comunque, stare, che non si è professionisti citando tutti e tutto e meno omettendo qualcuno. Si è bravi quando si riesce a dare la notizia che è la parte utile dell'informazione.
Ci scusiamo, ancora una volta, con Antonio Fallea, mentre ce ne faremo una ragione del suo giudizio nei nostri confronti. .
Rita Savitteri liked this on Facebook.