Candidarsi alla carica di consigliere comunale non è partecipare ad un concorso per andare a ricoprire un posto di lavoro. Aspirare ad occupare uno scranno nell’aula consiliare del Comune di Favara, intitolata ai giudici “Falcone e Borsellino” vuol dire soprattutto impegnarsi per far si che la tua città migliori, faccia dei passi in avanti, seppur piccoli, in tutti i campi del vivere quotidiano.
Dalle cose più semplici e banalmente scontate, quali la pulizia delle strade o la cura del verde pubblico, alla viabilità e al decoro urbano; dalla crescita sociale e culturale alla creazione di iniziative e progetti rivolti ai giovani; dalla valorizzazione delle risorse artistiche, monumentali e sportive, all’abbattimento delle barriere, non sempre e non solo architettoniche, figlie di retaggi culturali, alimentate dall’ignoranza. Ecco perché mi candido. Uno stimolo in più è arrivato dal mio impegno come volontario nel Servizio Civile con la Sezione di Agrigento dell’Unione Italiana Ciechi, percorso che sta arricchendo il mio bagaglio culturale e sociale, facendomi crescere come uomo e come cittadino. Con impegno e amore, insieme ci riusciremo.