Ci siamo quasi: tra meno di una settimana conosceremo l’esito delle Politiche. Una campagna elettorale, quella ci stiamo mettendo alle spalle, che viaggia a fari spenti, affidata solo e soltanto ai timonieri nazionali e, in qualche circostanza, a quelli regionali. Spot pubblicitari con il conta gocce, manifesti murali ridotti al minimo. Ed ancora, incontri e appuntamenti con la gente e con il territorio centellinati, solo quelli imposti dalla liturgia. Austerità direte. No, è frutto di una legge elettorale che certamente non sprona i candidati a promuovere la propria immagine, il proprio operato, i propri programmi. La ragione è semplice: non c’è la preferenza, dunque non c’è contesa, non c’è antagonismo. Tutto è già deciso. Il “Porcellum”, davvero una porcata, paracaduta i parlamentari al Senato e alla Camera senza passare dal voto.
Così chi occupa i primi posti nelle liste, utili per approdare nella Capitale, si sente in una botte di ferro e non si spreca più di tanto, chi è lista per ragion di servizio non ha ragionevolmente alcun interesse a fare campagna elettorale.
Chi raccoglie allora le istanze del territorio? E soprattutto chi sono i candidati? Che storia hanno alle spalle? Lo scopriremo direttamente quando saranno diventati deputati e senatori della Repubblica. A giochi già fatti, per intenderci.
Lo scopriremo il 25 febbraio, dopo lo scrutinio delle schede. E il verdetto di lunedì è destinato ad avere effetti anche sugli enti locali.
Alla Provincia regionale di Agrigento cosa succederà? L’asse Mpa /Pds – Pdl sarà davvero praticabile? E Grande Sud targato Iacolino che ruolo avrà? Entrerà nella giunta D’Orsi in questo scampolo finale di legislatura e in vista delle elezioni di fine maggio? Tutti interrogativi che pesano.
E anche a Palazzo dei Giganti gli equilibri potranno essere rivisti. Il sindaco quasi certamente sarà chiamato ad un nuovo rimpasto dopo il voto: c’è il Megafono di Crocetta dietro la porta, c’è il movimento di Luigi Gentile, ex Fli, che ha stretto un rapporto fattivo d collaborazione con l’Udc, il partito di Zambuto se lo sarà ancora ovviamente. E poi, se l’esito elettorale non sarà devastante, ci sono i finiani del nuovo corso. E i montiani? E i ciminiani giallorossi? Insomma in primavera è probabile che sbocceranno nuovi scenari.