Chi sta aiutando Favara nel suo processo di miglioramento? Mi faccio la domanda e mi do la risposta.
Senza ombra di dubbio i cittadini e i commerciati che hanno investito coraggiosamente e continuano a farlo nel centro storico della città. Ai quali, non mi stancherò mai di ripeterlo, deve andare tutta la collaborazione dei favaresi e della politica.
Nel giro di pochi anni una città dimenticata persino dagli stessi suoi abitanti è diventata il centro dell’attenzione almeno della provincia, in concorrenza e ai livelli di Agrigento, Sciacca e la zona montana dell’agrigentino.
Chi non sa leggere il fenomeno non conosce Favara, allo stesso modo chi non lo aiuta è una sorta di struzzo con la testa conficcata nella sabbia.
Favara, in passato, prima città per numero di costruttori con la notevole riduzione negli ultimi dieci anni delle opere pubbliche in provincia e nell’Isola, ha una sola possibilità di rinascita quella di aiutare il settore della ristorazione e turistico. Deve diventare la locomotiva dell’economia locale in sostituzione a quello edile ormai al collasso.
L’amministrazione comunale ha il dovere sacrosanto di agevolare tutti i processi in favore della nuova economia, mentre i soldi, quelli che mancano all’Ente, ce li mettono “coraggiosamente” gli investitori locali.
Abbiamo poche attrazioni a costo zero, non abbiamo il mare, ne la montagna, abbiamo il castello e non i templi. La gente viene a Favara per la Farm e per i tavoli che gli operatori commerciali tirano fuori dai loro locali il sabato e la domenica. Arrivano per l’Estate favarese, per la movida, per gli spettacoli organizzati e pagati dai privati.
Ogni singolo cittadino, in testa l’amministrazione comunale, ha il dovere di aiutarli.