Ci siamo. Veramente ci siamo sempre stati in emergenza idrica, tranne qualche “oasi” felice nella nostra provincia, specie nella fascia costiera, una peculiarità è la mancanza di acqua, adesso ci sono le prime ufficializzazioni dell’emergenza.
Girgenti acque ha fatto sapere che gli invasi sono vuoti per “assenza di piogge” e che “le fonti gestite dalla società di sovrambito (Siciliacque) non possono erogare ulteriori quantità di prezioso liquido rispetto a quello che in atto sta erogando”.
Ci risiamo! Nel 2005 si iniziò allo stesso modo, non c’era Girgenti acque, c’erano i politici e furono loro ad ufficializzare uno stato di fatto che l’utenza già viveva da mesi. Eppure nel 2001, precisamente nel mese di Agosto, Cuffaro appena eletto, dichiarò che uno dei suoi obiettivi principali era quello di “dare entro i prossimi cinque anni l’acqua a tutti i siciliani”. Nel 2005 fu, in un solo colpo, di 17,6 milioni di euro la somma impegnata dal presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, per finanziare 38 progetti, molti dei quali per la zona orientale dell’Isola. Seguirono altri finanziamenti milionari, non bastò una pagina de “La Sicilia” per contenere l’elenco delle opere, e si nominarono le commissioni e i commissari per l’emergenza idrica. Fiumi di denaro dei cittadini destinati, in buona parte, agli imprenditori della politica.
Un teatrino che ha fatto arricchire amici e parenti, ma che non ha risolto i problemi idrici del territorio.
Da Cuffaro a Crocetta, lo spettro della siccità si ripresenta nella sua drammaticità. Intanto, ci piacerebbe sapere, oltre a chiedere il pagamento delle bollette, quali passi sono stati fatti per dare ai cittadini utenti un servizio per lo meno adeguato.
La mia esperienza di giornalista, che in passato ha raccontato l’emergenza idrica nella nostra provincia, mi dice che se il cielo non ci salva, torneremo a riveder l’acqua ogni quindici giorni, mentre siamo a turni lunghi sette giorni.